«Torniamo fra la gente»

«Torniamo fra la gente» «Torniamo fra la gente» Folena: cambieremo la strategia Ds BSk ffl ROMA ^Ul AI come stavolta tanti ■ w Hi elettori di sinistra se ne sono rimasti a casa e Pietro Folena, nuovo numero due della Quercia, scherzando, evoca Nanni Moretti: «L'alto astensionismo anche nel nostro elettorato ci deve spingere, non dico a "ridire qualcosa di sinistra", come suggeriva la battuta di Moretti, ma a far parlare la sinistra con la gente. Il più delle volte la nostra agenda è fatta di impegni istituzionali e non dei problemi della gente». E Folena preannuncia: «Giovedì prossimo si terrà una riunione della direzione Ds che lancerà i progetti dei prossimi mesi. Un agenda che non sarà esattamente quella di governo, ma quella di un partito autonomo che deve essere l'avanguardia dell'innovazione». Lei pensa ad un «partito di lotta» che fiancheggi il «partito di governo»? «No, non c'è contrapposizione tra lotta e governo, tra società e istituzioni, però resta il problema: queste elezioni confermano che serve una riforma della politica. Questo è il progetto sul quale si fonda la nostra segreteria, la segreteria Veltroni». Ma allora torna il Pei «partito di lotta e di governo»? «No. Serve un partito-società. Senza equivoci: non un partito della società, ma che sta nella società, che si contamina, che entra in rete, con un carattere più aperto. Altrimenti la politica resta come manovra, come politicismo e questo non aiuta la partecipazione». A Roma l'astensionismo record sembra aver colpito soprattutto a sinistra. Come se lo spiega? «Cominciamo col dire che nel nostro Paese ci sono troppe scadenze elettorali. Nelle ultime settimane, abbiamo votato una domenica dopo l'altra: a Udine per il primo turno, poi in Trentino Alto Adige, poi ancora Udine per il secondo turno. Poi, il primo turno di comunali e provinciali e infine il secondo turno di comunali e provinciali. In pri mavera si ricomincia. Non è pos sibile!». Le leggi le fate voi... «E infatti guardo con favore all'ipotesi dell'election-day, all'unificazione delle scadenze, grandi momenti che consentano di avere il ricambio democratico e anche un certo effetto di verifica politica». Per spiegare la crescente disaffezione il professor Sartori, «doppioturnista» da anni, ha chiamato in causa questo sistema elettorale che voi caldeggiate... «Non mi sentirei di aderire acriticamente a questa impostazione. Il doppio turno sul piano dell'efficacia della governabilità ha dimostrato di essere il sistema di gran lunga migliore». Contro il doppio turno sta per partire una campagna che dirà: Visto? Come se non bastasse, allontana pure la gente dalla politica... «Invito tutti i Soloni a riflettere: l'astensionismo non può dipendere soltanto dalla legge elettorale. Se il sistema è capace di decidere chi governa, la partecipazione può essere molto forte». A Roma, dove governavate Comune, Provincia e Regione, la sconfitta è bruciante... «Non intendiamo minimizzare la sconfitta subita a Roma, nelle quali però il dato clamoroso è rappresentato dal fatto che viene eletto presidente al secondo turno Moffa con 638.237 voti, quando la Napoletano, 15 giorni prima ne aveva avuti 820.717. Moffa sarà contento perché ha vinto, ma la corsa tra i Poli non la vinceremo al ribasso. La corsa a chi perde di meno prima o poi porta ad un crack democratico». Certo, i dati che lei indica sono paradossali, ma non potrebbero essere usati proprio dai nemici del doppio turno? «No, un certo calo di partecipazione al secondo turno è fisiologico. E in ogni caso io non voglio difendere il doppio turno ad ogni livello. Ma non mi preoccuperei della competizione politica: lì la posta in gioco è tale da stimolare largamente la partecipazione». Intanto il Polo che a sinistra tutti danno per boccheggiante, torna ad esultare... «Sino a quando a capo dell'opposizione ci sarà un dilettante come Berlusconi, il centro-sinistra continuerà a vincere le elezioni come in questa tornata. I dati parlano chiaro e neanche un prestigiatore li potrebbe modificarli: abbiamo vinto su tre province su quattro e in 36 comuni». [f. mar.] «numero 2» della Quercia Pietro Folena

Luoghi citati: Roma, Trentino Alto Adige, Udine