Ai partiti 250 miliardi

Ai partiti 250 miliardi Domani si decide sul finanziamento sostitutivo del 4 per mille Ai partiti 250 miliardi Per la legislatura, come rimborso ROMA. Domani si mette a punto il provvedimento sul finanziamento pubblico ai partiti. Al posto del 4 per mille, prevede 250 miliardi circa da dividere, nell'arco della legislatura, fra i partiti sulla base dei voti ottenuti dagli elettori. Domani il testo dovrebbe ricevere il via libera del "plenum" dei tesorieri convocati dal coordinatore Maurizio Balocchi (Lega Nord). Sarebbero due i punti sui quali i tesorieri si confronteranno: la cifra e la perdita del finanziamento residuo in caso di elezioni anticipate. Attraverso lo slogan «mi voti e mi finanzi» il provvedimento, che di fatto «amplia» il rimborso elettorale di cui godono attualmente i partiti, dovrebbe stabilire la perdita dei fondi in caso di interruzione della legislatura. Ai partiti in base al meccanismo del rimborso elettorale «spettano» per ogni cittadino italiano chiamato alle urne: 800 lire per le elezioni europee, 1200 per le regionali e 1600 per le politiche. Quanto alla cifra globale di circa 250 miliardi (110 della legge precedente, 50 di defiscalizzazione e 90 miliardi di rimborso elettorale) si pensa di suddividerla nel quinquennio: il 40 per cento nel primo anno ed il restante in rate annuali del 15% ciascuna. E se la perdita dei fondi in caso di elezioni anticipate non sembra aver avuto il via libera di tutti, accordo sembra esserci invece sul pacchetto di misure fiscali a favore dei partiti che dovrebbero alleggerire il costo della politica: esenzione della tassa di affissione, tariffe e Iva agevolata. L'argomento è stato oggetto di un convegno alla facoltà di Scienze politiche della Sapienza, al quale ha partecipato il presidente della Camera Luciano Violante, secondo il quale «non ha senso affrontare il tema in termini di stretto rapporto tra corruzione e finanziamento dei partiti se non si pone il problema di un nuovo statuto della politica». «E' tuttavia vero - ha detto Violante - che una quota, un pezzo, un settore della corruzione è stato determinato anche dal fatto che il finanziamento pubblico ai partiti era inadeguato: però dire "riformiamo il finanziamento e non ci sarà più corruzione" non sta in piedi». Per il presidente della Camera, infatti, «la corruzione è determinata prevalentemente dalla predisposizione alla corruzione di una serie di uomini politici. Tra l'altro in molti casi una quota di denaro è finita in tasche private e non nelle casse dei partiti. C'è stato qualche caso, invece, in cui qualcuno è stato condannato anche pesantemente, ma non ha preso una lira». Al presidente è stato chiesto perché sui reati di corruzione è difficile oggi in Italia parlare di amnistia. «L'amnistia - spiega Violante - presuppone un cambio di sistema politico . Occorre studiare forme e misure per evitare la corruzione» «Credo - ha concluso - che sia essenziale accompagnare l'analisi ad una azione diretta: la Camera per esempio ha costituito una commissione anticorruzione che ha approvato tre progetti, che sono al Senato per il voto e poi torneranno alla Camera con le correzioni del caso. Ce ne sono poi altri quattro che dovremo valutare. Spero che questo lavoro possa essere accompagnato a quello che chiamo un nuovo statuto della politica». Violante ha infine sottolineato che «la nostra vita politica è in una fase di transito, non ancor compiuto, anche per i grandi mutamenti avvenuti dopo il 1994. C'è stato un enorme ricambio nei parlamentari, che significa anche inesperienza, e essicamento delle fonti legali di finanziamento». [r. i.] Luciano Violante

Persone citate: Luciano Violante, Maurizio Balocchi

Luoghi citati: Italia, Roma