Regioni in crisi, mai più ribaltoni
Regioni in crisi, mai più ribaltoni Mercoledì il voto, la Lega non si presenta in aula. Forza Italia: così governi stabili Regioni in crisi, mai più ribaltoni Accordo tra Polo e parte dell'Ulivo, Udr astenuta ROMA. Via libera dalla commissione Affari costituzionali della Camera alla cosiddetta norma antiribaltone per le Regioni. Con il voto favorevole di Polo e di buona parte dell'Ulivo, l'astensione di Udr e Comunisti italiani e il no del Verde Marco Boato, di Sdi, Rifondazione e di Tiziana Parenti (la Lega era assente) passa la disposizione che stabilisce che in caso di crisi e di elezione di una nuova giunta sostenuta da una maggioranza diversa da quella uscita dalla elezioni, entro sei mesi occorre sciogliere il Consiglio e tornare al voto. La norma è ora all'esame dell'aula di Montecitorio. Il voto è in programma mercoledì. In pratica, si tratta del testo, presentato dal segretario dei Ds Walter Veltroni e dal deputato del Ppi Paolo Palma. «Se nel corso del quinquennio - recita l'articolo uno - il rapporto fiduciario tra consiglio e giunta è comunque posto in crisi, la durata in carica del consiglio regionale termina entro il sesto mese successivo». Alla norma viene aggiunto un emendamento, inizialmente presentato come sostitutivo da Marco Boato, Giorgio Rebuffa e Giovanni Crema e poi trasformato in integrativo e quindi bocciato dai primi firmatari, che specifica che il ricorso alle urne è obbligatorio di fronte alla elezione «di un presidente e di membri della giunta regionale da parte di una maggioranza consiliare diversa da quella uscita dalle urne». Boato e Crema, nel motivare il loro dissenso, definiscono «un pasticcio» la soluzione adottata, mentre l'Udr, per bocca del capogruppo alla Camera Roberto Manzione, conferma i dubbi di costituzionalità sul provvedimento e ribadisce la necessità di inserire la norma in un contesto più generale che preveda anche l'elezione diretta del presidente della Regione, mentre così facendo si segue solo «l'onda demagogica e populista». In ogni caso, conclude Manzione, «vedremo in aula...». Di diverso avviso, altri partiti. «Di dubbi di costituzionalità, quando sono virtuali e ipotetici, se ne possono tirare fuori a iosa», commenta il relatore Domenico Nania, di An. «La legge Tatarella in vigore non è mai stata impugnata per costituzionalità e quindi lavorare in questo solco è presumibile sia conforme a Costituzione» osserva. Per Palma, siamo in presenza di «una buona sintesi», perche sarebbe stato «poco saggio abbandonare il testo base» e con l'emendamento adottato si ottiene «una norma più completa. Si è manifestato un ampio schieramento di forze che vogliono rafforzare il bipolarismo. Anche se i ribaltoni avvenuti nelle Regioni sono legittimi in base alle disposizioni del- la legge - conclude - per il futuro è bene aiutare il bipolarismo e modificare lo nonne può aiutare il costume». E, per Forza Italia, Franco Frattini giudica positivamente il compromesso raggiunto in commissione. Il parlamentare azzurro ritiene che il testo dissipa i dubbi di incostituziolità e assicura due punti fondamentali: la stabilità dei governi re¬ gionali nel pieno rispetto delle scelte dei cittadini; una soluzione istituzionale e accettabile politicamente e moralmente per le crisi (non saranno possibili aggiustamenti in corso e le sorti della regione torneranno laddove sono state decise, cioè nelle mani dei cittadini). Frattini auspica, inoltre, l'approvazione rapida della proposta «a dimostrazione della possibilità di far convergere su iniziative di trasparenza e pulizia istituzionale schieramenti politicamente trasversali, ma accomunati dalla consapevolezza che tradire il voto dei cittadini costituisce l'incentivo più forte alla disaffezione della gente per la politica». Commento favorevole anche dai Ds. Giorgio Bogi e Leonardo Domenici hanno espresso «compiacimento per l'esito a grande maggioranza che costituisce presupposto per la normalizzazione in termini di rispetto della bipolarità della vita istituzionale a livello regionale», [r. int.] II presidente della giunta (Polo) regionale della Campania Antonio Rastrelli: in questi giorni cederà il posto ad una coalizione Ulivo-Udr
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