«In sinistra governi l'Europa» di Antonella Rampino

«In sinistra governi l'Europa» Il leader della Quercia a Bonn, prima tappa di un tour che lo porterà anche a Parigi, Londra e Madrid «In sinistra governi l'Europa» Veltroni: azione comune con Schroeder BONN DALL'INVIATO Walter Veltroni non è preoccupato che il vertice di Vienna si sia concluso con un nulla di fatto, che il famoso patto europeo per il lavoro sia stato rimandato di sei mesi buoni, e proprio nell'indifferenza di Schroeder. «E' normale che sia così, c'è un tempo per fissare i principi, e uno per passare alla pratica. Ed è importantissimo invece che, intanto, ci si sia trovati uniti su questa linea», dice appena uscito dall'incontro con il Cancelliere tedesco. Ma non tradisce ottimismo perché, alla prima visita all'estero come nuovo segretario di Botteghe Oscure, arriva dopo molti altri pellegrinaggi, in meno di due mesi ha illustrato la propria idea di un nuovo partitosocietà in cento sezioni in tutt'Italia. A Bonn doveva venire subito. «La sinistra governa in Europa, e l'Europa deve essere governata da sinistra»: Veltron' lo dice così, come uno slogan, alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, ma lo ripete per tutta la giornata, nei suoi incontri politici con i massimi vertici della Spd. E andrà a ripeterlo anche a Parigi, a Londra e a Madrid. 11 passo è nuovo, e questo nella visita si sente. Schroeder e Lafontai- ne si sentono dire che «la situazione politica che si è determinata in Europa, con 13 governi di centrosinistra su 15, è una sfida e una grande opportunità per la sinistra europea, purché l'azione politica sia coordinata e d'innovazione». Con Schroeder viene affrontato un punto assai delicato: perché l'azione comune sia efficace, occorre ve¬ locizzare l'azione politica. «Il meccanismo di funzionamento delle istituzioni europee non regge la velocità della moneta unica. Il processo decisionale è troppo lento, anche perché richiede l'unanimità, gli organismi sono pletorici...» dice Veltroni. Insomma, la politica europea è lenta. E comunque, «non possiamo chiedere a Duisenberg di fare per il lavoro in Europa la parte che spetta alla politica». Veltroni è notoriamente refrattario alle polemiche, «ragazzi, siamo a Bonn, non chiedetemi del candidato dell'udr che ha dato indicazione di votare per il Polo alle elezioni di Roma», dice ai giornalisti, e dunque, nessuna polemica neanche con Duisenberg, il governatore della Banca centrale europea che dovrebbe varare, ma pare restio, quella che Veltroni considera una delle due strade percorribili come volano per l'occupazione: «La proposta di Prodi, usare le riserve delle banche centrali nazionali; oppure l'idea di Delors, lanciare un prestito in Eurobond per finanziare gli investimenti». Di Prodi, naturalmente, e della candidatura italiana a presiedere la Commissione europea, si è parlato sia con Schroeder che con Lafontaine, anche se c'è la consegna del «no comment». Da Lafontaine e dal presidente del Partito dei socialisti europei nonché ministro della difesa Rudolph Scharping, che pure ha visto nel primo pomeriggio, il nuovo segretario di Botteghe Oscure ha ottenuto l'adesione alla manifestazione per l'immigrazione di aprile a Roma, che sarà dunque di scala europea. Lafontaine è d'accordo anche circa l'impegno per la lotta alla disoccupazione. Varcando la soglia del palazzotto della Spd, «non è un granché, Walter, ma guarda qui quant'è bella la nuova sede in cui ci traferiremo presto a Berlino», gli ha detto Lafontaine consegnandogli il volume che illustra un'architettura tutta cristalli e acciaio, ha incrociato una massaia in blue jeans e giubotto di pelle. Era Renate Schmidt, popolarissima leader dei socialdemocratici in Baviera, dove il partito che ha preso il Cancellierato, ha perso le elezioni. La sconfitta pesa ancora, circonda di solitudine, tanto che Schmidt gira accompagnata solo da una segretaria, e Veltroni non la riconosce. E' quel che capita, quando si perdono le elezioni, e oggi è il giorno in cui l'opposizione ha preso la provincia di Roma. «Certo che ho telefonato a Pasqualina Napoletano», dice Veltroni. «Ma nessuno può stappare champagne quando vanno a votare, come a Roma, solo il 43 per cento degli elettori, perché questa è una sconfitta della democrazia». E allora? Veltroni resta ulivista convinto: «Guardate i dati, i risultati sono positivi dove l'Ulivo si è presentato unito». Antonella Rampino «Le istituzioni europee sono troppo lente Non possiamo chiedere a Duisenberg di recitare il ruolo che spetta alla politica» Il segretario del Pds Walter Veltroni con il Cancelliere tedesco Gerhard Schroeder