1.102.870 telespettatori ogni giorno Le tv sotto casa fanno il pieno

1.102.870 telespettatori ogni giorno Le tv sotto casa fanno il pieno 1.102.870 telespettatori ogni giorno Le tv sotto casa fanno il pieno ICIAMO subito che la Regione ha fatto davvero un bel lavoro. E' la prima volta in Italia che il «locale» viene monitorato in termini scientifici e Ferdinando Ventriglia, presidente del Comitato per la comunicazione e l'informazione, può ben dire, gongolante di gioia: «In Piemonte esiste ancora uno spazio immenso per l'emittenza locale». Sante parola. Un po' più laconico il sociologo Carlo Marietti, che nella commissione è il vicepresidente: «L'emittenza e la stampa locale rappresentano il futuro della comunicazione, ma il lavoro da portare avanti è ancora parecchio». In Regione, perla prima ricerca sui dati d'ascolto (televisioni private, radio private e carta stampata periodica) arrivano anche il presidente della Giunta Enzo Ghigo e quello del Consiglio Sergio Deorsola. Ghigo crede nell'emittenza privata locale, ma il suo cuore è legato alla Rai e al Centro di produzione: «Se Torino diventasse la capitale della fiction, ci sarebbero mille posti di lavoro in più». E un po' di assicurazioni n questo senso arrivano anche da Francesco Pinto, direttore di Raitre che, nello stesso giorno, dialoga - anche lui a Torino - a un convegno sulle nuove forme di distribuzione per lo spettacolo. Deorsola ricorda a tutti che sarà proprio la Regione a gestire le frequenze, come per dire mettiamoci d'accordo per evitare guerre e inutili spargimenti di sangue. Quindi, tv sotto casa con il vento in poppa, Centro di produzione Rai che forse tornerà ai fasti passati con grandissime co-pruduzioni, radio locali sempre ben assestare e periodici che sono i padroni delle sub-aree piemontesi. Tutti contenti? No di certo. Gli editori chiedono a Regione, Comuni e Province di rimpinguare le anemiche casse delle loro emittenti con forti interventi di pubblicità istituzionale, forse pensando a diminuire così le decine di ore al giorno di televendite di pentolame e mobili. O forse a pensare al futuro prossimo quando gli spot non dovranno più superare il 35 per cento dell'intero palinsesto della giornata. E sarebbe davvero ora. Strano che nessuno abbia anche pensato alla tivù del futuro che sta già cambiando le nostre abitudini. Sono pronti i satelliti, le trasmissioni digitali, le offerte di bouquet con decine e decine di canai tematici, anche l'informazione locale sta cambiando rotta con la nascita di strutture che entrano a far parte dei grandi gestori delle telecomunicazioni. Guardiamo la realtà di Torino: Retesette rappresenta il Piemonte nel canae informativo Inn gestito da D +, ma anche Quartarete è entrata a far parte dell'informazione federale di Team Tv, canale regionale di Stream, la grande società del Gruppo Telecom. Il digitale è un po' come i telefonini: nessuno voleva avere a che fare con un apparecchio cellulare, adesso ce l'hanno proprio tutti. La stessa identica storia si ripeterà con il digitale. E la tv sotto casa, quella tradizionale, che fine farà? E se Raitre davvero diventerà (con tutti i tempi tecnici propri del Grande Carrozzone di Viale Mazzini) informazione profondamente radicata sul territorio, ci sarà ancora spazio per le «private»? Ha ragione Enzo Ghigo a pensare a quei mille posti di lavoro che 1.102.870 telespettatori ogni giorno Le tv sotto casa fanno il pieno

Persone citate: Carlo Marietti, Deorsola, Enzo Ghigo, Ferdinando Ventriglia, Francesco Pinto, Ghigo, Sergio Deorsola

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Torino