parliamone
parliamone parliamone conessanraComazz] LA fiction, che una volta in tv si chiamava «sceneggiato» è tornata a popolare le reti. Dopo aver vissuto per anni di prodotti di importazione* inframmezzati da rari casi di lavori nazionali («La piovra»), sulla fiction Rai e Mediaset hanno ricominciato ad investire. Daniele Gasco di Mondovì manda una bel commento su «Merlino», andato in onda qualche tempo fa. «"Merlino" ha evidenziato ulteriormente quanto brutte possano essere certe megaproduzioni. Effetti speciali e superattori non servono a dare la sufficienza ad un prodotto all'apparenza interessante, ma in realtà inconsistente. Innanzitutto la storia è troppo fantasiosa, con eccessive incursioni in un sovrannaturale che con le leggende del ciclo bretone ha ben poco a che fare. D'altra parte a certi sceneggiatori e produttori non interessa il rispetto dell'originale, ma l'effetto sul pubblico. Inoltre ci vengono offerti i più scialbi Merlino e Artù della storia del cinema. E poi Morgana: dov'è finita? L'unica cosa che si salva è la fotografia, anche se utilizzata come se girassero un videoclip. Consiglio a chi voglia approfondire l'argomento di orientarsi su altri prodotti diventati dei classici. Forse un po' datati ma sicuramente migliori. Per esempio "Excalibur" di John Boorman e, perché no? "La spada nella roccia" di Walt Disney, dove c'è un Merlino decisamete più simpatico di Sam Neill». Questa lettera andava benissimo anche nella rubrica che pubblichiamo qui sotto, dedicata alle recensioni dei lettori. Però, coerentemente con questa, di rubrica, mi interessa parlarne: parlare della fiction, e di tutti i suoi temi, vecchi e nuovi. I lettori possono scrivermi a «La Stampa - In tivù», via Marenco 32,10126,10126 Torino; al numero di fax 011/6568.131; alla casella di posta elettronica: intv@la stampa.it.
Persone citate: Daniele Gasco, John Boorman, Morgana, Sam Neill, Walt Disney
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