E' LA «FESTA DELLE LUCI»

E' LA «FESTA DELLE LUCI» E' LA «FESTA DELLE LUCI» La comunità ebraica celebra dal 13al 21 dicembre Chanukkah CHANUKKAH, la festa delle luci, si celebra dalla sera del 13 dicembre al 21 dicembre, otto giorni. Fu istituita al tempo dei Maccabei per ricordare la liberazione dall'assalto dei greci e la riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme riconquistato dopo la profanazione ad opera degli idolatri. Quel giorno gli ebrei vollero riaccendere la Menorah, il candelabro rituale, ma trovarono una sola fiala d'olio chiusa con il sigillo dell'ultimo sommo sacerdote. Il contenuto sarebbe stato sufficiente per alimentare un solo lume, quindi per un solo giorno. Bastò invece per otto giorni, tanti quanti erano necessari a preparare una nuova scorta d'olio ritualmente pura. E' questo miracolo che si vuole celebrare con Chanukkah. A sottolineare il momento che premia una delle tante lotte affrontate dagli ebrei per difendere la libertà e per sconfiggere le imposizioni di quanti (i greci in questo caso) volevano cancellare la loro identità. E' in ricordo di questo miracolo che si accendono ancora in sinagoga e in ogni casa le luci di Chanukkah. I candelabri rituali hanno nove lumi di cui uno in posizione centrale, ben distinto dagli altri. E' lo Shammash, nome col quale vengono indicati i custodi delle sinagoghe che aiutano durante le funzioni di culto. Quel nono lume serve per accendere le altre luci, una al giorno procedendo da sinistra verso destra. La tradizione antica, quando gli ebrei vivevano nella loro terra, voleva che si accendessero i lumi vicini l'uscio di casa che dà sulla strada per rendere pubbli¬ co il miracolo. Al Tempio della Comunità ebraica torinese in piazzetta Primo Levi 12 (attenzione: non sono ammesse visite, per farlo dovete prenotare e sarete accolti con grande cortesia) si accenderà il primo lume nel pomeriggio del 13, seguirà un recital di Marina Bassani. Il 15 si festeggia alla Casa di Riposo, il 17 saranno i ragazzi delle scuole ebraiche ad accendere il lume presso il Centro sociale. L'ultima sera il rabbino Alberto Somekh condurrà un incontro sul tema dell'educazione ebraica. E nelle case? Si accendono lumi. Quei lumi non dovranno essere utilizzati per altri scopi, ma dovranno restare intatti per Chanukkah (a proposito la traduzione della parola signifiva. inaugurazione). E ci si riunisce attorno alla tavola. Uno dei modi per ricordare la tradizione e riflettere nel privato della famiglia. Odori e sapori che riportano a tempi lontani, anche questo è utile per una sorta di pausa nell'anima. La tradizione sefardita vuole che si mangino panini di acciughe, carne e castagne, spinaci con il riso. Nei menù ashkenaziti si mangia l'aringa e la «pitchà», piede di vitello bollito con uova sode. E il gefilte fish con ravanelli, polpette di pesce bianco (carpa, luccio) lavorato con farina di azzime e poi cotte in brodo di pesce. La tradizione italiana mette in tavola i ravioli di spinaci, il fritto misto con cavolfiori, zucca, zucchini e mele. Si conclude con il ciambellone. Maria Valabrega

Persone citate: Alberto Somekh, Maria Valabrega, Marina Bassani

Luoghi citati: Gerusalemme