SAN CARLO, CHE SCUOLE
SAN CARLO, CHE SCUOLE ANNIVERSARIO SAN CARLO, CHE SCUOLE A Palazzo Barolo mostra su 150 anni di officine SU un ottocentesco palazzo di via Bidone, oggi sede distaccata del Conservatorio di Torino, è ancor oggi visibile la scritta, in alto: «Scuole Officine Serali». Insolita dizione che richiama un ente, fondato nel secolo scorso per sovvenire alla mancanza di istruzione degli operai con corsi, soprattutto serali. Una delle tante iniziative che sorsero, a partire dalla prima metà del secolo, per ovviare al problema dell'analfabetismo tra le classi più umili. Dei circa 5 milioni di abitanti del Regno di Sardegna, dice infatti un censimento del 1848, il 69% non sapeva né leggere né scrivere ed un altro 8,86% sapeva solo leggere. Di qui la nascita (ben prima di quel «ciclone» che fu Don Bosco) di varie scuole e corsi per sollevare dalle loro penose condizioni le classi meno abbienti con programmi di formazione professionale, sotto la vigilanza (nome significativo) della «Regia Opera di Mendicità». Tra i primi a prodigarsi in quest'ambito furono i Lassalliani chiamati a Torino dal re Carlo Felice nel 1824. Ma nella capitale sabauda era già operante la Congregazione delle Giuseppine, anch'esso un nome che è tutto un programma professional-pastorale. Al 1831 risale l'istituzione, a cura di Tancredi Falletti di Barolo, della primissima scuola di scultura a Varallo: una testimonianza di quell'iniziativa (assieme ai ricami delle figlie del Buon Pastore, l'Ordine fondato dalla moglie Marchesa Giulia Colbert, anch'ella sollecita ai bisogni del¬ le indigenti) si trova, da giovedì 17 dicembre a Palazzo Barolo, (la «magione» di Tancredi e della Marchesa, in via delle Orfane 7), nell'ambito di una più vasta rassegna dedicata alle ottocentesche (ma ancor oggi vive e vitali) scuole professionali di ispirazione cristiana e non. La rassegna prende le mosse dal 150° anniversario della fondazione delle Scuole Tecniche San Carlo, istituite nel 1848 dal maestro minusiere Gabriele Capello, detto il Moncalvo, nei locali del convento annesso alla Chiesa di San Carlo (di qui il nome). Alle Scuole, da cui sono usciti in un secolo e mezzo ben 130 mila giovani, preparati in vari «mestieri», è interamente riservata una delle tre aree della rassegna al pianterreno del Palazzo (nella foto, la Sezione Elettrotecnica del 1913) e la carrellata storica attraverso i loro 150 anni di vita, rientra nell'ambito di un più ampio programma di celebrazioni che comprende, tra l'altro, il convegno di studio «Insegnare il progresso» (a Palazzo Barolo, il 17 dicembre, ore 9-13,15), il concerto «Ad melodiam» (il 23, ore 18) e la dedica di una via al fondatore. La rassegna di via Delle Orfane getta anche un ampio squarcio sull'industrializzazione a Torino (fino alle prime Esposizioni Universali) con l'esposizione, tra l'altro, di un motore di fine Ottocento, e, nell'area dedicata ai Fratelli delle Scuole Cristiane, di un manichino di operaio vestito in foggia ottocentesca. Massimo Boccaletti
Persone citate: Barolo, Boccaletti, Carlo Felice, Don Bosco, Gabriele Capello, Marchesa Giulia Colbert, Tancredi Falletti
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