I segni

I segni I segni DA sempre l'uomo ha trasformato l'esistente che 10 circonda. Fino a tempi non lontani ogni generazione modificava con grande libertà di spirito l'ambiente antropizzato e urbanizzato che aveva ereditato dalle epoche precedenti. 11 sentimento di eternità persisteva a dispetto delle distruzioni e la modifica era solo il segno di una naturale riappropriazione del passato. Ai nostri giorni - dopo le dissertazioni dello storicismo, dopo le cancellazioni delle culture più deboli, dopo lo choc della bomba atomica - la nostra nozione di memoria si è modificata e ha prodotto l'esigenza e il concetto stesso di salvaguardia. Oggi, più che mai, l'architetto per costruire sull'esistente, così come ex nihilo, deve esser in grado di leggere il libro che la storia ha scritto sul territorio, di comprenderne il senso e, a partùe da ciò, di tracciare i nuovi «segni» che condizioneranno l'avvenire. In questo modo, nella continua evoluzione della civiltà si mantiene la continuità delle culture. A dispetto delle trasformazioni e delle mutazioni si preserva l'autenticità dei luoghi. Non si vuole, con questo, auspicare una cieca deferenza verso il patrimonio storico perché comunque l'architettura, per restare viva, ha bisogno di essere utilizzata, e quindi, inevitabilmente, modificata. Riappropriarsi degli oggetti del passato vuol dire piuttosto cogliere le caratteristiche autentiche profonde, sovrapposte, dimenticate - che in un luogo, nel tempo, si sono sedùnentate, e renderle nuovamente vitali nel presente. La qualità del progetto si misura sulla comprensione e il rispetto della singolarità del monumento e del sito, e, insieme, sulla capacità di mtervenirvi con modi realmente contemporanei. Lo scavo quasi stratigrafico tra i materiali della storia - quelli fisici, ma anche quelli iconici, simbolici - non si dissocia mai, per quanto concerne l'attività dell'architetto, dal responsabile tracciamento dei segni del presente, segni funzionalmente e tecnologicamente aggiornati, capaci di produrre una nuova autenticità. Si tratta evidentemente di promuovere un'azione che in nessun modo può essere considerata neutrale, conservatrice. E' un atto coraggioso, etico, per il quale è difficile, se non impossibile, definire regole e norme di intervento. Solo la valutazione del caso concreto, l'esigenza specifica, la sensibilità e la competenza del progettista possono comporre, tra i tanti possibili, il quadro dell'azione. Andrea Bruno

Persone citate: Andrea Bruno