PROGETTI CHE NON S'INCONTRANO
PROGETTI CHE NON S'INCONTRANO PROGETTI CHE NON S'INCONTRANO Tra pubblico e privato: riflessioni su arte e beni culturali a Torino Venerdì 11 dicembre, alle ore 18. alla Sala Congressi del San Paolo, in via Santa Teresa l/G, per i Venerdì letterari, incontro sul tema «Oltre il restauro» con l'architetto Andrea Bruno (autore dell'articolo «I Segni» che pubblichiamo in questa pagina). Giovedì 17 dicembre, alle ore 21, alla Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci di via Vanchiglia 3, si svolge il convegno «Le culture dell'arte e le politiche dei beni culturali». LM IMPONENTE programma di in™ contri proposto dalla Fondazione Gramsci sul tema «Produrre cultura e politiche a Torino» giunge giovedì 17 dicembre al suo terzo appuntamento. In un momento in cui in Italia si hanno due saloni dei beni culturali - oltre a quello torinese, da poco concluso, va infatti segnalato quello veneziano, attivo proprio in questi giorni - e tutta la nazione sembra gettarsi a capofitto nel proprio deposito di ricchezze più ampio e nel contempo martoriato, non paia ridondante mettere insieme le testimonianze di Luigi Bobbio e di Enrico Casteluovo sulle scelte pubbliche, quella di Germano Celant sull'energia dell'Arte e quella di Fabrizio Giugiaro sul design come risorsa. La città, in questa fase di ridefinizione del proprio molo nel tessuto cultura¬ le italiano e europeo deve ricordarsi di che cosa è accaduto, far sedimentare la propria memoria storica, e guardare con decisione al futuro, all'orizzonte temporale del 2030 - almeno. Si sono susseguiti, in questa città, dagli Anni Cinquanta, una serie di movimenti, di proposte, di attività che potrebbero farci sentire nani sulle spalle di giganti, per citare Anselmo di Laon. Dall'incontro con le principali correnti internazionali alla cultura editoriale di nicchia, dall'elaborazione delle singole avanguardie alle prime forme di arte elettronica, Torino ha sempre avuto nel privato una risorsa eccellente per mantenere e far lievitare le proposte artistiche. Ben diverso il discorso sulle politiche dei beni culturali: né illuministe né retrograde, in genere dirette da persone di prestigio e di competenza, non ci danno lasciti significativi se non il Castello di Rivoli, oggi centro di percorsi internazionali, ma ancora distante dal circuito interno della città. Ciascuno si immaginava, dopo gli Anni Settanta, che Torino utilizzasse gli spazi industriali dismessi come grandi sedi per gli artisti contemporanei, che in questi spazi si sviluppasse anche la cultura del design. I due percorsi sono rimasti divisi. Pubblico e privato, ciascuno a casa propria. Cosa proporranno gli anni a venire? Paolo Verri
Persone citate: Andrea Bruno, Fabrizio Giugiaro, Germano Celant, Laon, Luigi Bobbio, Paolo Verri
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