scrittore voglio parlare

scrittore voglio parlare scrittore voglio parlare CARO Scrittore ti voglio parlare, perché non fai uno strappo alla regola e non rispondi a questioni sentimentali? Ho cinquantatré anni, sono sposata e ho un figlio che ha da poco passato i trenta. Qualche anno fa, frequentando un corso all'Università della Terza Età, mi sono innamorata, che parola, di un docente all'incirca come mio marito. Il fatto è che dopo il secondo anno di frequenza gliel'ho detto, frequentando poi le sue lezioni per altri due anni e ahimè torturandomi. Vorrei sapere da te: perché, non mi sono innamorata di lui trenta anni fa? La mia apertura mentale è molto ristretta? E perché il Caso non mi ha fatto fare cose utili? Segue la firma. Cara Segue la firma, faccio volentieri uno strappo alla regola che non c'è, nel senso che approfittando di questo spazio potete anche scrivermi a proposito della vostra alopecia o del vostro elettrauto: ben vengano, dunque, le questioni di cuore. A prima vista, cara Segue la firma, direi che mi sembri un po' confusa. Niente di male, beninteso: al posto tuo, del resto, neanche io saprei bene come comportarmi, e probabilmente scriverei una lettera a una di quelle rubriche che su quotidiani e settimanali dispensano consigli a destra e a manca, nella speranza di ricevere una risposta sensata, utile, intelligente. Già. Da quanto posso arguire, hai seguito d'istinto l'esortazione di una mia famosa collega, andando come una kamikaze a schiantarti dove ti portava il cuore: fin qui, tutto bene. Quello che non capisco, però, è se ti sei torturata perché il tuo professore ha ricambiato i tuoi sentimenti oppure se lo hai fatto perché al contrario non li ricambiava. Conoscendo la classe insegnante, direi che li ha ricambiati, essendo tu oltretutto ampiamente maggiorenne. Per rispondere alle tue domande - che se non vado errato sono tre, come i Segreti di Fatima -, penso che A) non lo so, B) non mi pare, C) chissà. Ad ogni modo il tuo pargolo è grande abbastanza da sopportare le eventuali conseguenze di una separazione, un divorzio o un annullamento tramite Sacra Rota: assicurati solo, prima di fuggire insieme al tuo professore, che sappia non dico stirarsi le camicie ma almeno farsi un uovo à la coque. Di tuo marito invece fregatene, che tanto gli uomini sono tutti uguali (infatti la tua nuova fiamma è «all'incirca» come lui). In conclusione: divertiti pure ma non trascurare troppo gli studi. Ciao. Caro Scrittore ti voglio parlare, Le scrivo dopo un'attenta lettura della Sua rubrica, constatando come spesso e volentieri Ella abbia ad esprimere giudizi eufemisticamente sarcastici o comunque causticamente ironici sulla Nostra Bella Città. Sorge il dubbio, nevvero, che la Sua ancor giovane età la porti talvolta ad esagerare: Esagero Ergo Sum, mi conceda la libertà. E' mai possibile che, guardandosi attorno, non abbia alcunché di cui o per cui o su cui rallegrarsi? Cordialmente La saluto, Emanuele Filiberto. Caro Emanuele Filiberto, la ringrazio vivamente per la cortese missiva, alla quale mi accingo a rispondere vieppiù rallegrato dal gentile attributo da Lei accordatomi, riguardante la mia supposta giovinezza: che per la verità. Le confesserò, non è più. sfoggiando il mio cranio una ormai considerevole quantità di capelli ora grigi, ora bianchi, in procinto di contagiare con le loro variazioni cromatiche sia la barba che le ascelle, cosa a dire il vero alquanto spiacevole. A parte ciò, il Suo giudizio mi pare severo; tant'è che, guardandomi attorno, o meglio alzando i miei ridenti occhi al cielo, ho dovuto riconoscere come, tutto sommato, per la prima volta dacché mia madre mi ha messo al mondo, le luminose decorazioni natalizie che adornano dall'alto le vie del centro siano, newero, bellissime. Restio ad ammetterlo, lo ammetto, l'ho ammesso: un'ammissione notevole, ammetterà. A momenti, in un paio di occasioni, in via Po e in via Pietro Micca, rapito dallo stellante spettacolo, mi facevo ammazzare dal classico automobilista di già esasperato dalle prime avvisaglie di traffico pre-Natività. Già nei mesi scorsi, peraltro, avevo ugualmente apprezzato le proiezioni di Sante Immagini sulle facciate di chiese e palazzi cittadini: l'unico rammarico a proposito di tali abbellimenti, è che durino il tempo di un Natale o di un'Ostensione. Ne si vorrebbe godere più a lungo, insomma. Rispettosamente.

Persone citate: Bella Città, Emanuele Filiberto