il pensiero debole
il pensiero debole il pensiero debole CI son misteri nel comportamento umano che mai avranno spiegazione. Domande alle quali la scienza stessa si confessa incapace di risposte. Perché la gente quando mette fuori il naso dalla propria città deve portarsi a casa un souvenir? Un ricordino, un regalino, una schifezzuola... comunque qualcosa, cascasse il mondo? Ci sono esseri umani che si portano a casa di tutto. Dal totem di vongole luminose al posacenere a forma di trullo, dalla cornice di ricci di mare ancora vivi al pareo di finto acrilico con su scritto Saluti da Ficarolo. (Esiste. E' un paesino dalle parti di Rovigo). Tutti oggetti mostruosi, prodigi del cattivo gusto che ahimè trovi uguali in ogni parte del globo terracqueo. Ma comprati una cartolina, scatta una diapo, e se proprio non ti basta fatti una cicatrice, che quella almeno è un ricordo perpetuo! Ma ci sono anche quelli più raffinati, che optano per il prodotto tipico: il saporello, il tortellino, il gianduiotto, l'aceto balsamico, il cannolo... e tutto fila liscio fino a quando non capitano in un paese in cui il prodotto tipico proprio non c'è. Niente paura. Lì scatta la fantasia del venditore italiano che si ingegna ad inventarlo. Ho visto con i miei occhi una mia collega comprare, dalle parti di Norcia, un liquore al tartufo, di un bel colore nafta, racchiuso in una originalissima bottiglia a forma di pipa. Ho trattenuto a stento le lacrime. Ma si può? Allora facciamo anche il succo di seppia, la grappa di lumaca o l'elisir di famiola! Io ho arginato il vizio del souvenir con la foto ricordo. Però la faccio nelle macchinette, così son sicura di non ricordarmi assolutamente né il luogo né tanto meno il giorno. Però i risultati sono stupefacenti. Anche se un attimo prima mi son fatta piallare le rughe, togliere la cellulite a schiaffi, eliminare i baffi col kerosene, il mio dagherrotipo è sempre paurosamente somigliante ad un rettile di Quark. E questo in ogni dove.
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