Trasvolatori infaticabili

Trasvolatori infaticabili PICCIONI VIAGGIATORI Trasvolatori infaticabili L'esercito svizzero li usa ancora UL colombo (Colurriba livia) abita quasi tutte le città in Italia e nel mondo. Lo si può vedere, in tutta la sua impertinenza, posarsi sulla Basilica di San Pietro a Roma, volare sul Tempio di Taj Mahail ad Agra in India, tubare nella Piazza Rossa a Mosca o passeggiare in cerca di briciole nel prato di Central Park a New York. La convivenza con l'uomo non è sempre armoniosa e spesso contro di lui vengono intraprese astiose battaglie. Può essere rassicurante sapere che il rapporto tra colombo c uomo risale ad epoche remote e, specie in passato, non era assolutamente così conflittuale. Nelle zone del Bacino del Mediterraneo ed in Oriente l'uomo allevava questo uccello, oltre che per arricchire la propria tavola, anche per usarlo come postino data la sua abilità nel tornare a casa da distanze elevate. Così, per selezione artificiale, dal colombo selvatico si ottennero varie razze tra cui appunto quella del piccione viaggiatore. In periodi più recenti, durante le due guerre mondiali, il colombo viaggiatore è stato arruolato nell'esercito con il compito importante di ausilio per le comunicazioni dalla prima linea: infatti, volando sopra le trincee, portava attaccato alla sua zampetta un messaggio da consegnare alle retrovie. Ancora adesso, in barba ad Internet, l'esercizio svizzero ha in dotazione, ed allena costantemente, un reparto di prodi messaggeri pennuti. Con la seconda metà dell'Ottocento il colombo assume anche ruoli sportivi diventando un atleta in piena regola. Attualmente in Italia sono molto diffusi circoli colombofili che organizzano gare di velocità e allevatori che selezionano, in base a certe caratteristiche, singoli colombi che, usati in gara, possono divenire dei veri e propri campioni. Campioni a parte, la capacità di tornare alla voliera è diffusa in tutti i colombi e contrasta nettamente con le abitudini quasi sedentarie proprie della specie. Allo stato libero il colombo compie degli spostamenti che raramente superano il chilometro, mentre i colombi viaggiatori sono in grado di ricoprire distanze di centinaia e centinaia di chilometri. La loro abilità risiede nel tornare nel luogo dove sono cresciuti: non è stato ancora possibile addestrare colombi a recarsi in colombaie differenti da quelle di origine. Perciò per mandare un messaggio bisogna prelevare il colombo dal luogo di destinazione, portarlo in un secondo luogo da dove il messaggio deve partire e poi rilasciare il colombo, che nel minor tempo possibile rientrerà a casa, portando anche il messaggio. Per molto tempo i meccanismi operanti nella scelta e nel mantenimento della giusta rotta da parte del colombo sono stati un rebus di difficile soluzione. Da oltre quarant'anni il colombo viaggiatore è stato al centro di numerose ricerche concentrate sui meccanismi di apprendimento e su quelli di orientamento e navigazione. L'enorme numero di dati, in maggioranza ottenuti dal professor Floriano Papi e dai suoi collaboratori dell'Università di Pisa, fornisce una buona approssimazione di come questi uccelli apprendano ed usino le nozioni spaziali. La capacità di orientarsi in un luogo sconosciuto si basa fondamentalmente su stimoli di tipo olfattivo percepiti sul luogo del rila¬ scio e nelle aree percorse durante il dislocamento. Con queste informazioni il colombo è capace di costruirsi una sua mappa che gli indichi perfettamente dove si trova rispetto a casa. La mappa olfattiva viene elaborata nella colombaia durante i primi mesi di vita associando gli odori portati dai venti con la direzione dei venti stessi. Per fare un esempio, se i colombi stando nella colombaia sentono un certo odore portato da un vento che arriva da Est, automaticamente associano questo odore ad una zona posta ed Est rispetto alla loro colombaia. Se in futuro, lontani da casa, percepiranno questo odore sapranno di trovarsi ad Est e per tornare a casa non dovranno far altro che volare in direzione opposta ossia verso Ovest. Per quanto riguarda la direzione dà seguire e come mantenerla, hanno a disposizione una bussola di tipo solare coadiuvata probabilmente da una di tipo magnetico (diffuse entrambe nel regno animale) che costantemente gli indicano la direzione' dei punti cardinali. Numerosi esperimenti, concepiti proprio per stabilire il ruolo dell'olfatto nella navigazione dei colombi, hanno ormai da tempo dimostrato l'effettiva correlazione di questa capacità con la possibilità data ai colombi di stabilire la direzione dei venti e gli odori da essi trasportati. Colombi allevati in voliere schermate e completamente isolate dai venti locali dimostravano di non sapersi orientare in luoghi sconosciuti: come d'altra parte colombi allevati in voliere con deflettori, in modo da fare arrivare i venti deviati, mostravano, in rilasci da luoghi sconosciuti, un orientamento iniziale deviato in maniera corrispondente. Ovviamente la mappa olfattiva costruita stando nella zona della voliera ha una sua dimensione ben definita. Ad una grande distanza da casa, oltre i confini di tale mappa, gli odori percepiti sul luogo del rilascio non sono più sufficienti per un corretto orientamento. In questo caso una percezione olfattiva durante il trasporto diviene fondamentale. Così, come Pollicino, il colombo fiutando i vari odori durante il viaggio di andata ricostruisce il percorso seguendo i vari «sassolini)», ossia i vari odori che lo riporteranno a casa. . Monica Mazzotto Per orientarsi alcuni uccelli si costruiscono una mappa olfattiva che serve a ritrovare la voliera jj SplllllÉl I piccioni domestici, presenti in quasi tutte le città del mondo, di solito sono stanziali, e compiono spostamenti non superiori al chilometro in Oriente veniva allevato soprattutto per finire in tavola

Persone citate: Colombi, Floriano Papi, Monica Mazzotto, Piccioni Viaggiatori, Pollicino

Luoghi citati: Agra, India, Internet, Italia, Mosca, New York, Roma