Cavalli in pensione

Cavalli in pensione UN DILEMMA IRRISOLTO Cavalli in pensione E'possibile salvarli dal macello? DAGLI Stati Uniti arriva una notizia di notevole interesse per gli animalisti. Lo Stato della California ha promulgato una legge che vieta la macellazione dei cavalli la cui carne veniva destinata ad uso alimentare, assimilandoli così ai «pet animals», come cani e gatti, ovvero considerandoli troppo intimi dell'uomo per poter essere destinati alla bassa od alta macellazione. La notizia si inserisce nel contesto di un problema già giunto a nodi cruciali in questi ultimi mesi anche in Italia. Per avvicinarci meglio al problema, occorre dare prima qualche dato. Il cavallo ha una vita naturale media che si aggira sui trent'anni e spesso li supera. La sua vita attiva e di lavoro è però molto più hreve, a seconda del campo di attività in cui viene impiegato. Possiamo fare alcuni esempi, rammentando ai lettori che si tratta sempre di dati medi e suscettibili di eccezioni. Nel campo corse al trotto e al galoppo, la vita di lavoro di un cavallo è brevissima, dai 3 ai 6/8 anni, con un prolungamento per quelli in ostacoli di non molti anni. Dopodiché molte femmine e alcuni fortunati stalloni passano alla riproduzione. Per gli altri... carrozzella, cavallo da passeggiata o l'inevitabile macello. I soggetti da concorso ippico e da concorso completo di equitazione hanno una vita sportiva più lunga: dai 4 ai 14/16 ed eccezionalmente 18 anni. Poi, come sopra. Stessi dati per gli sport del polo, del volteggio, del dressage o per le attività da circo e ludiche in gene- re. Gli unici fortunati a morire di vecchiaia erano i cavalli per il lavoro agricolo. Finivano la loro esistenza tra le stanghe di un carro o davanti ad un aratro... ma non esistono più. Ora veniamo alle non allegre considerazioni pratiche. Un cavallo pesa mediamente da 350 a 600 kg, mangia ogni giorno, tra foraggio, biada e mangimi, 10-12 kg di cibo e beve una ventina di litri d'acqua. Ha bisogno di un box (3 metri per 4 minimo), o almeno di una scuderia e di un uomo - stipendiato - che lo accudisca, riservandogli quello che viene chiamato il «governo», che comprende: pulizia dell'animale, asporto del letame, rinnovo della lettiera sulla quale l'animale sta. Le spese sono quindi enormi. Un cavallo tenuto in scuderia in condizioni dignitose costa al proprietario non meno di 500.000 lire al mese se tenuto in una scuola di equitazione. Le spese salgono vertiginosamente se si ha scuderia privata e stalliere personale. Veniamo ora all'atteggiamento ufficiale. Lo Stato italiano possiede a Grosseto uno splendido allevamento di cavalli gestito da veterinari militari, con un gettito di 70/80 puledri l'anno, che vengono in seguito addestrati dalla Scuola di Cavalleria e da altri enti militari per fornire i quadrupedi necessari allo sport equestre militare, al reggimento carabinieri a cavallo, alle pattuglie in ordine pubblico ed altri impegni ove sia necessario l'impiego del cavallo. Il ferreo testo unico dell'amministrazione statale, e quindi militare, prevede però la riforma degli animali all'età di 16 anni, secondo un equo - ma arido - criterio che prevede a quell'età la fine della capacità funzionale. Lo stesso succede ai privati, alle scuole di equitazione e a tutti coloro che, a vario titolo, gestiscono e possiedono cavalli. Un animale zoppo, asmatico, o semplicemente vecchio, in una parola inutilizzabile, costa esattamente come un animale sano che lavora per il proprietario tutti i giorni. Non sono molti quelli che possono permettersi - pur desiderandolo - di spendere alcuni milioni l'anno in beneficenza. Ho visto proprietari in lacrime quorum ego - salutare il proprio vecchio cavallo che saliva sul camion per seguire il suo triste destino. Ma le inesorabili leggi economiche, da quelle asettiche dello Stato a quelle di chi deve fare i conti con il proprio bilancio, sono ineluttabili. Non possiamo sapere se il provvedimento del ricco Stato della California preveda anche pensionati per cavalh non più attivi. In mancanza di ciò non è logico, né funzionale proibire solamente la macellazione dei cavalli senza ulteriori provvedimenti. Andiamo al pratico, in altre parole al cortile di casa nostra. Una recente manifestazione animalista a Milano ha impedito lo svolgersi di un'asta di cavalh militari destinati alla riforma. Nobile impegno che ha avuto l'effetto di sensibilizzare l'autorità militare, che ha per ora sospeso la riforma. Ma il problema è irrisolto. Tanto più che il giusto clima di rigore economico che si va manifestando nella pubblica amministrazione esercita pressioni per evitare ogni tipo di spreco. E obiettivamente non si può negare che mantenere come pensionato, per anni ed anni, un cavallo inutilizzabile ai fini pratici sia economicamente sbagliato. L'unica soluzione era stata trovata, individualmente, per qualche cavallo particolare. La Scuola di Cavalleria di Montelibretti teneva nel suggestivo «prato delle querce» fino alla fine cavalli come «The Rock» che, tra Olimpiadi, campionati del mondo, europei e ogni altro genere di competizioni internazionali aveva fatto salire il tricolore sui pennoni di tutto il mondo. Ma sono stati pochi, questi cavalli fortunati, e rigidamente selezionati in base al loro curriculum. Per gli al- tri...il regolamento. I militari indugiano attendendo decisioni politiche. I privati continuano, anche se con dispiacere, ad eliminare i soggetti non più utilizzabili. Pur appartenendo alla ristrettissima schiera dei cavalieri che pensionano i propri vecchi cavalli con immaginabili danni economici, non posso negare che il problema è per ora senza soluzione. Valide le ragioni dei medici che prescrivono carne di cavallo agli anemici. Valide le ragioni di importatori, allevatori e macellai di equini da carne. Valide le ragioni economiche dello Stato e di quanti devono - per lavoro - mantenere un cavallo. Validissime le ragioni degli animalisti, con cui sentimentalmente mi schiero, non senza però invocare una soluzione. Quale? Purtroppo non ho risposte. R. Martinengo Marquei In California una legge equipara i cavalli agli animali d'affezione Ma mantenere quadrupedi vecchi e malati costa cifre insostenibili chi deve rio bilanNon posrovvedilla Caliensionattivi. In ogico, né lamente alli sennti. Ane parole stazione impedita di ca alla ri che ha bilizzare ha per a. Ma il anto più ore ecofestando trazione evitare biettivaare che sionato, cavallo atici sia bagliato. tata troe, per La vita agonistica dei cavalli da corsa non supera gli otto anni La vita agonistica dei cavalli da corsa non supera gli otto anni

Luoghi citati: California, Grosseto, Italia, Milano, Stati Uniti