Il mouse avrà 450 funzioni

Il mouse avrà 450 funzioni TECNOLOGIA Il mouse avrà 450 funzioni Come sta evolvendosi il colloquio uomo-computer DOPO Mickey Mouse, è il topolino più famoso del mondo. E come il personaggio dei fumetti non fa paura a nessuno. Stiamo parlando del «mouse» (in inglese, topo), il dispositivo che invia ordini al computer. Più o meno ergonomico, più o meno costoso e alla moda, è uno scatolino di plastica contenente, nella parte inferiore, una sferetta, che gli consente quindi di scorrere. Muovendo il mouse, e quindi la sfera, sul piano di lavoro, si può collocare il cursore (rappresentato di solito da una freccina) sul monitor del computer. I movimenti della sfera vengono letti da sensori interni e trasmessi al processore (il cervello del computer) attraverso la lunga «coda» del dispositivo. Inventato 35 anni fa da Douglas Engelbart dello Stanford Research Institute, il mouse è nato come una scatola di legno quadrata, poco più grande di come è ora. I prototipi si possono vedere visitando il sito Internet http ://alto.histech.rwth-a achen.de/www/quellen/en gelb art/mouse, html Invece della pallina, che sa- rebbe arrivata dopo, c'erano due rotelline di plastica poste perpendicolarmente, che trasmettevano gli spostamenti nei due assi. Il dispositivo è stato brevettato nel 1970 proprio come «X-Y Position Indicator». Per gli amici (e per il lungo cavo che sporge come una coda), «mouse». Il soprannome è piaciuto così tanto che gli spagnoli lo chiamato «ratón» e anche i francesi, di solito nazionalisti nel linguaggio informatico, hanno preferito tenere il nome «souris», topo. Nel 1984 con la nascita del rivoluzionario computer Apple Macintosh, il mouse è diventato indispensabile per rendere più intuitiva l'interazione tra uomo e macchina. E ora sta conoscendo una nuova giovinezza, con modelli sempre più ergonomici, sofisticati, anche per bambini. «FEELit» è l'ultimo arrivato e promette di far provare sensazioni fisiche come la rugosità delle superfici o le vibrazioni emesse da un oggetto. Per ora, le icone vengono aperte non con il solito doppio click, ma come se fossero pulsanti da premere. I suoi progettisti - sito Internet www.immerse.com pensano però in grande e immaginano un mouse in grado di percepire la trama di un tessuto, o un software didattico capace di rappresentare realisticamente fenomeni come la gravità o l'attrito. Altrettanto fantascientifico appare il modello «KeyHand», un mouse tondo che somiglia a un'astronave in miniatura, con nove tasti e quattrocentocinquanta funzioni complessive, in grado di sostituire comtemporaneamente mouse e tastiera. Assomiglia invece ad una saponetta «Twiddler», prodotto dall'americana Handykey fin dal 1992. Solo ora, agli albori del wearable computer (il computer da indossare), sta riscuotendo un discreto successo. Anche economico: se ne vendono due al giorno, ovviamemnte su Internet, al sito www.handykey.com Si usa, anzi, si suona, con una mano sola, proprio come si fa con gli accordi della chitarra. Ma invece di produrre note, scrive relazioni e impartisce comandi al computer. Sta in tasca, pesa meno di un etto, funziona anche per i mancini e costa 199 dollari (più 32 per la spedizione in Europa). Per utilizzarlo come mouse, si inclina nella direzione verso la quale si vuol «puntare» sullo schermo. Ma il segreto di «Twiddler» sta nei dodici piccoli tasti per le dita e nei sei per il pollice, in grado di riprodurre il comportamento di una normale tastiera. Ogni comando (lettere, numeri, simboli) è una combinazione di tasti come negli accordi musicali. I dattilografi comincino pure a prendere lezioni. Di chitarra. Giovanni Valerio L'invenzione fatta 35 anni fa da Engelbart è in pieno rinnovamento: su Internet i siti per saperne di più Il primo .mouse, retìliZzato-rJa.Dbug, Engelbart nel 1964 ' ■

Persone citate: Douglas Engelbart, Giovanni Valerio, Mickey Mouse, Stanford Research Institute

Luoghi citati: Europa