CAMON: PERDUTA LA MEMORIA E' SCOMPARSO L'UOMO di Ferdinando Camon

CAMON: PERDUTA LA MEMORIA E' SCOMPARSO L'UOMO CAMON: PERDUTA LA MEMORIA E' SCOMPARSO L'UOMO DAL SILENZIO DELLE CAMPAGNE Ferdinando Camon Garzanti pp. 114 L 15.000 L libro di poesie, Dal silenzio delle campagne, che Ferdinando Camon ha appena pubblicato da Garzanti, li per lì potrebbe sembrare un frutto estemporaneo e invece pretende il rispetto di una vocazione che viene di lontano. Come ricorda Ferdinando Bandini nella Prefazione, l'esordio di Camon fu Fuori storia, un libro di poesie pubblicato da Neri Pozza nel '67 (poi seguito da Liberare l'animale pubblicato da Garzanti nel '73). Ma come segnale di un interesse di base non va poi nemmeno trascurato il libro delle intense «conversazioni critiche» con i maestri della lirica italiana, Il mestiere del poeta, che l'autore dei Romanzi della pianura e di Un altare per la madre raccolse per Lerici nel '65 (e poi ampliò per Garzanti nell'82). La ferita profonda dell'origine che le prime due raccolte denunciavano non ha fatto che aggravarsi. Sicché un ponte preciso lega il libro poetico d'oggi ai due degli esordi. Il contadino inurbato diventato intellettuale non ha smesso di sentire che lo strappo tra i due mondi non è affatto risarcito e che dal silenzio secolare delle campagne del Nord-Est ormai perfettamente omologate, come direbbe un osservatore postmoderno, al trend del consumismo, vengono raschi e dissonanze più allarmanti ^»^____^_ che mai. Una barbarie nuova che partorisce mostri più violenti dì quelli passati. Primo fra tutti la perdita di memoria che alleva ben macabre danze, una cancellazione di colpa che in forma festiva balla inquietanti figure sotto l'insegna euforica dei buoni propositi europeisti. Il sottotitolo del resto parla chiaro: «Tori, mucche, diavoli, contadini, drogati, mercanti di donne e serial killer: scene e raccontini in versi». Taurogamie mercificate che alludono ad altre e ancor più grottesche congiunzioni. Parabole amarissime e distorte. Storie familiari di ordinaria violenza e crudeltà. Cronache insensate che popolano via Carlo Alberto 18 10123 TORINO tel. (011) 8142715-545489 EDIZIONI GRPiero Badaloni -IL LIBRO DEI DIRpp. 128 Nuova eIn libro clic ormi punto «lisul tema dei dirSullo steI. Vergnano, I F. Lotti - N. Giandomenico, NELLE MIGLI l'universo di un non; senza spiragli. In una civiltà contadina che è diventata un «rione della città», l'ex «sotto-uomo» si è semplicemente ridotto a «super-mostro». E il confronto che il poeta istituisce con il suo passato poetico si fa epigrammatico e dolente insieme: «Volevo liberare l'animale / per farne un uomo nuovo, su cui léggere le virtù / stampare come stigmate dalla miseria: / lo ha liberato il capitale, / togliendogli anzitutto la memoria, / per farne un uomo ricco, e niente più». Parole che finiscono alludendo a quella terza via mediana che Camon da sempre persegue e che sembrano murate in una definitiva impossibilità: «Il sotto-uomo era un ludibrio / come lo è il super-mostro: / l'uomo giusto nasce da un equilibrio / che nella storia non trova posto». Il tono, come sempre, è aspro. Camon non insegue inganni consolatori. Sa che il sopruso esiste e lo dice con un quasi-anagramma che toglie le illusioni: «La storia è una troia». Rime che continuano a stridere da lontani echi (esclusa ogni altra licenza crepuscolare-futuristica) di prosastico gozzaniano o palazzeschiano: «BMW-tu», «milionen-coglionen», «Esso-fesso», «Tarzan-fiol d'on can». Costrutti che dissimulano un rasoterra pieno di indignazione. Dialettismi di superficie che evocano un parlar perduto. Più sarcasmo che ironia nelle fratture di un tessuto ritmico che nulla concede alle forme di una qualsivoglia consolazione (e se mai s'approssima ad una visionarietà abietta e buffona da scenario belliano). Aspro commentario del rumore di fondo che viene dalle campagne del Nord-Est, l'ultimo libro poetico di Camon ci informa - fuori da ogni ipoteca di scuola - sullo stato della nostra condizione estremistica e degradata. Proprio come ha scritto una volta Primo Levi: «Siamo estremisti: ignoriamo le vie intermedie, siamo disperati o (come oggi) spensierati; ma viviamo male. Eppure dovremmo respingere questa nostra innata tendenza alla radicalità, perché essa è fonte di male». Nell'odierna «eclissi dei profeti» (è il titolo dell'intervento di Levi), Camon si ostina a mandarci da moralista e da pedagogista qualche sua poetica avvertenza. Giovanni Tesio DAL SILENZIO DELLE CAMPAGNE Ferdinando Camon Garzanti pp. 114 L 15.000

Luoghi citati: Lerici, Torino