IL CONSIGLIO

IL CONSIGLIO IL CONSIGLIO LA casa editrice Adelphi è tornata a pubblicare nella «Piccola Biblioteca» le opere di Tommaso Landolfi, e, accanto a Rien va e alla sua traduzione della Dama di Picche di Puskin, ripropone in questi giorni Tre racconti, per le amorevoli e diligentissime cure della figlia dello scrittore, Idolina (pp. 142, L. 14.000). Si tratta di uno dei libri più belli di Landolfi e nello stesso tempo di uno fra i più significativi del suo universo. Sono tre storie d'amore, governate dal tormento, dall'ansia, dallo sconforto, pubblicate per la prima volta nel 1964, fresche di composizione: Landolfi viveva allora ad Arma di Taggia, vicino a San Remo «e a San Remo, appunto, aveva sistemato la famiglia, la moglie e i due figli, che quotidianamente visitava», (p. 127). Nel primo racconto un maturo cinquantenne incontra una meravigliosa ragazzina, se ne innamora ossessivamente, riesce ad avvicinarla, scopre che è muta, la seduce, la uccide in preda a un raptus in cui brucia tutta la sua indeguatezza alla vita. Su di un sottile filo di perversione corre anche la seconda vicenda (Mono rubata), in cui passione e orgoglio, fra le scioperate evasioni di un salotto intellettuale, conducono una mano di strip-poker sulle soglie della tragedia. E l'impossibilità di vivere, di ricavarsi foss'anche a forza di disperazione una nicchia di serenità, torna a assediare in Gli sguardi, pagine di diari paralleli tenuti da una umile barista e da un signore infelice fuggito dal suo nucleo familiare: personaggi messi in rotta di collisione perché si celebri un ennesimo fallimento. Maestria nel narrare e ineluttabilità del dolore avviluppano nello stesso complicato, sofisticato gioco di attrazione e repulsione che i tre protagonisti maschili manifestano per se stessi. E che, in filigrana, manifesta per se medesimo l'autore, capace nelle sue scritture di sfolgorare e autodistruggersi a un tempo; anche se cerca di svincolarsi da questa spietata morsa della Necessità rivolgendo di contrabbando al lettore ignoto - e una volta di più senza risposta - la stessa domanda (già di Ariel a Prospero in Shakespeare) di Rossana al maturo signore di Gli sguardi (p. I 19): «Mi vuol bene, lei?». di Alessandro Fo

Persone citate: Alessandro Fo, Landolfi, Mono, Puskin, Shakespeare, Tommaso Landolfi

Luoghi citati: Rossana, San Remo, Taggia