IL GIRAMONDO tra patate e computer di Giorgio Calcagno

 IL GIRAMONDO tra patate e computer IL GIRAMONDO tra patate e computer Il ■calendario atlante De Agostini compie 95 anni e si rinnova per meglio rappresentare i problemi di un mondo globalizzato, 6 miliardi di abitanti e 192 Stati indipendenti: non solo bandiere, monete e carte geografiche ma le cifre della miseria e quelle del progresso, fino ai siti Internet ERAVAMO un miliardo e mezzo, sulla Terra, e ci stiamo avvicinando ai sei miliardi. Eravamo 59 Stati indipendenti, e siamo saliti a 192. Eravamo bianchi, gialli e neri, e abbiamo scoperto che non dobbiamo usare più la parola razza. Eravamo agli inizi del secolo, e siamo alla fine del millennio. Cento anni di storia si possono ricostruire attraverso tanti libri', ma si possono misurare, uniti, nell'atlantino De Agostini. Era apparso la prima volta in 64 pagine con la copertina verde ramarro nel 1904; si ripresenta oggi nella novantacinquesima edizione, 1999, in 1136 pagine, con Ja tradizionale copertina rossa, arricchito, modificato in tutte le sue parti per salutare il duemila. Il titolo, «Calendario Atlante», ci ricorda, da 95 anni, che i conti dello spazio si fanno soprattutto con il tempo; la geografia si muove con la storia. E non sono soltanto le nulle pagine in più a dirci quanto è cambiato il mondo, che il pioniere biellese Giovanni De Agostini, fondatore dell'istituto cartografico, aveva creduto di racchiudere nei fregi liberty del suo fiducioso opuscolo. L'Italia aveva 33 milioni di abitanti, quell'anno. La città più grande era Napoli, con mezzo milione di abitanti, seguita da Milano; Roma era appena al terzo posto. Una lira di allora ne valeva seimila di oggi. 11 nuovo De Agostini (19.900 lire, rispetto ai 60 centesimi del primo) si apre con lo spettacolo delle bandiere, che ha preso il posto dei calendari, presenti fino allo scorso anno nei due risvolti di copertina. Dove era scritto primo gennaio adesso leggiamo Afghanistan, dove era il 31 dicembre adesso c'è lo Zimbabwe. E' un caleidoscopio colorato, piacevole all'occhio: che copre realtà spesso drammatiche, quando non sanguinose, dal sottosviluppo alle guerre tribali. Il contenuto non nasconde niente, nella asciuttezza dei dati. Sono rimaste - e guai se non ci fossero le statistiche della popolazione, dell'economia, delle comunicazioni, Stato per Stato; anzi, raggruppate meglio, perché ora c'è un ordine alfabetico unico dei vari Paesi, non più divisi per continente. Ma ci sono informazioni che prima non apparivano, e che più identificano il nostro tempo. Possiamo sapere quanti spettatori vanno a teatro in Francia, quanti visitatori hanno i musei tedeschi, quanti giornali si leggono in Australia. Alcune cifre sono terrificanti. In Afghanistan la mortalità infantile supera ancora il 152 per mille. Nel Mah la speranza di vita è di 45 anni per l'uomo, di 48 per la donna. Il Nepal ha il 72,5 per cento di analfabeti, il Burkina Faso l'OO. Nel Bangladesh il 48 per cento della popolazione vive in condizione di po- verta assoluta. In Etiopia c'è un medico ogni 30 mila abitanti, un posto letto in ospedale ogni 3800. Il segno più vistoso del cambiamento è nella prima sezione del Calendario Atlante. Dove si trovano, Paese per Paese, notizie come i voltaggi della corrente, le vaccinazioni richieste, i cambi della moneta (quante lire per un won nordcoreano? e per un lempira dell'Honduras?); ma anche i quotidiani principali d'Europa, i siti Internet di ogni continente. E la fotografia di un mondo che si muove, popolato da uomini che non si limitano a con¬ templare la carta geografica. Per mettere assieme tanti dati, a Novara lavora una redazione dodici mesi l'anno. «Dobbiamo controllare ogni aggiornamento, in ogni Paese, su fonti che arrivano in continuazione, anche alla vigilia della chiusura», ci dice Giuseppe Motta, per 30 anni direttore cartografico della De Agostini e tuttora consulente scientifico per il Calendario Atlante. E' il personaggio che più di ogni altro ha potuto cogliere le evoluzioni della nostra geografia sociale. «Il mondo è cambiato non solo per gli ordinamenti degli Stati, ma soprattutto per le trasformazioni radicali dell'economia, e per i movimenti migratori», osserva; ed è toccato a lui registrarli, anno per anno. Non si muovono solo i conimi politici, e i colori delle bandiere. E il numero delle informazioni è in progressivo aumento, in una società che sta abolendo le barriere dello spazio. Anche se crescono le pagine dell'atlantino, si deve procedere per scelte, qualcosa va sacrificato. «Ci siamo accorti che, per alcuni Paesi, era inutile continuare a scrivere quanti quintali di patate veni¬ vano prodotti; era meglio dare gli indici sull'industria del computer». E in molti altri, dove il computer è di là da venire, sono rimaste le patate, prima risposta alla fame della terra. E' mi ulteriore segnale del nostro mondo diviso: fra Paesi, come l'Italia, dove la disponibilità di calorie al giorno per abitante è 3561 e altri, come l'Angola, dove si scende a 1839, o il Ruanda a 1821. Con queste cifre, tutte scritte nell'atlantino, ci prepariamo a entrare nel terzo millennio. Giorgio Calcagno Agostini compie 95 anni rappresentare i problemi o, 6 miliardi di abitanti denti: non solo bandiere, ma le cifre della miseria esso, fino ai siti Internet cs

Persone citate: Agostini, Giovanni De Agostini, Giuseppe Motta