Fuga da Rebibbia, con un lenzuolo di Maria Corbi

Fuga da Rebibbia, con un lenzuolo Roma, hanno tagliato la recinzione che porta al muro di cinta e poi si sono calati con le coperte annodate Fuga da Rebibbia, con un lenzuolo Evasi tre tossicodipendenti ROMA.Un muro di cinta, uomini che scalano la libertà, lontano dalle sbarre del carcere, su lenzuola annodate. Una trama sfruttata da film e romanzi, ma che sembra funzioni anche nella realtà visto che dell'idea hanno approfittato tre carcerati di Rebibbia che da sabato sera si sono dati alla macchia. I tre uomini sono tutti tossicodipendenti. Fabrizio Ciappetta di 35 anni, Rocco Gallo di 27 e Marco De Angelis di 33 anni si trovavano nella terza casa circondariale del carcere romano di Rebibbia da circa un anno. Devono aver progettato da tempo l'impresa e tutto è andato, per loro, nel migliore dei modi visto che l'allarme della loro fuga è stato dato con molto ritardo. I tre evasi facevano parte di un gruppo di 45 uomini tossicodipendenti in regime di custodia attenuata.perché condannati a pene detentive limitate. Partecipavano a un programma di recupero affidato a una comunità socio assistenziale esterna. Uno di loro, Rocco Gallo, aveva davanti meno di due anni di carcere. Entro il duemila sarebbe stato libero, forse anche prima. Più comprensibile la voglia di scappare degli altri due per cui il fine pena è fissata per il 2003. Comunque sempre pochi anni rispetto al rischio di aggravare la situazione con una condanna per evasione. E allora perché scappare? Non si esclude che alla base dell'evasione possa esserci una relazione sentimentale. Almeno per uno dei tre. Gli altri due si sarebbero «accodati» al progetto. «Più volte Fabrizio Ciappetta - ha spiegato il comandante dell'istituto, ispettore Ivano Carbonara - ha telefonato ad una detenuta del carcere di Pesaro, da dove proviene, con la quale aveva una relazione». I tre detenuti erano liberi di muoversi all'interno del carcere per tutta la giornata. Facevano attività sportiva, lavoravano e partecipavano alle attività previste dal programma di recupero. Nessuno si aspettava una loro fuga. Per i detenuti della terza casa circondariale, che ospita 175 detenuti in regime di custodia attenuata, di semilibeità o ai quali viene applicato l'articoloc 21 che consente loro il lavoro esterno e li obbliga al rientro in carcere alle 21, il «coprifuoco» in cella arriva alle dieci di sera. E la fuga dovrebbe risalire a poco prima. Secondo gli inquirenti intorno alle 21 i tre hanno prima tagliato la recinzione che porta al muro di cinta e poi con l'aiuto di lenzuola e coperte annodate avrebbero intrapreso la scalata e la discesa dal carcere che dà su via Bartolo Longo. Nessuno si è accorto di nulla e l'allarme è scattato solo poco prima di mezzanotte. Verso le 23,15 dei ragazzi che passavano in motorino accanto al muro di cinta hanno notato le lenzuola annodate che penzolavano, a un metro da terra. «Sembrava uno scherzo», diranno più tardi. Sabato notte, a due ore dall'e- vasione, il quartiere di San Basilio, che circonda la prigione, è stato setacciato alla ricerca dei fuggitivi. Hanno funzionato anche alcuni posti di blocco. La foto dei tre evasi è stata diffusa a tutti i corpi di polizia e ai carabinieri. Le ricerche, dirette dalla pohzia penitenziaria, si sono estese a raggio all'intera città di Roma con particolare attenzione al quartiere di Montesacro dove risiedono le famiglie di due degli evasi. Sono stati anche ascoltati i familiari e i compagni di sezione penale del carcere. L'ispettore Carbonara ha difeso gli agenti penitenziari che si sono fatti «scappare» i detenuti. Dal suo punto di vista «gli agenti non hanno responsabilità poiché il carcere attenuato prevede una certa libertà di azione all'interno della struttura». Carbonara ha poi assicurato che i tre evasi «non sono un pericolo sociale». Maria Corbi Sottoposti al regime di custodia attenuata potevano muoversi liberamente nel carcere Il carcere di Rebibbia, teatro della triplice evasione

Persone citate: Carbonara, De Angelis, Fabrizio Ciappetta, Ivano Carbonara, Rocco Gallo

Luoghi citati: Pesaro, Rebibbia, Roma, San Basilio