Pensionato deruba una zingara

Pensionato deruba una zingara Roma, bloccato dai carabinieri: «Quei soldi mi servivano per un caffè» Pensionato deruba una zingara Prima le fa l'elemosina, poi prende 3 mila lire ROMA DALLA REDAZIONE Una guerra fra poveri. Un pensionato ha derubato ieri di poco più di tremila lire una zingara che stava chiedendo l'elemosina in pieno centro di Roma. «Sono pensionato, ma i soldi non mi bastano. Con quelle poche mille lire volevo pagarmi un caffè» ha confessato poco dopo R.F., 53 anni, ai carabinieri. Ma, pur provando tutta la compassione per la vittima e per l'anziano ladruncolo, i militari hanno dovuto denunciare quest'ultimo a piede libero e l'hanno costretto a restituire il maltolto. Via del Corso, ieri mattina, era affollata di persone che, sullo stretto marciapiede, ondeggiavano e si sfioravano, fermandosi a gruppi davanti alle vetrine. In mezzo a questo mare di folla, una anziana zingara chiedeva l'elemosina. Erano le 11,45 quando la zingara, che per ironia della sorte forse qualcuno aveva prima guardato con sospetto, stringendo più forte la propria borsa, s'è vista tirare con forza la cordicella del sacchetto proprio dall'uomo al quale aveva chiesto l'elemosina. La cordicella s'è strappata e l'uomo è fuggito in mezzo alla folla. Massaggiandosi il polso dolorante, ha urlato con quanto fiato aveva in gola l'unica cosa che tutti potevano capire: «Al ladro!». Poi, in lacrime, ha implorato l'aiuto dei passanti. In pochi minuti sono giunti sul posto due carabinieri motociclisti che si trovavano in via Del Corso e che fanno parte del gruppo impiegato, in questi giorni di festa, nella prevenzione ai furti e ai borseggi. Lo scippatore è stato subito rintraccia- to e identificato. L'uomo è stato condotto nella caserma di piazza San Lorenzo In Lucina e denunciato. Ha 53 anni, e vive in un appartamento di due stanze, vicino al Villaggio Olimpico, in una delle quali ospita un uomo da lui chiamato ad assisterlo dopo un esaurimento nervoso che gli ha fatto cadere tutti i denti. «Passeggiavo in via del Corso - racconta - quando ho messo nel piattino di un'anziana zingara due pezzi da 500 lire, prendendone tremila. Aveva un cartello con su scritto "Ho fame", ma nel piatto c'erano una ventina di mila lire. Ho pensato che con le tremila lire mi potevo andare a prendere un caffè. Lei si è messa a urlare e mi ha inseguito. Quella era più arzilla di me. Allora le ho restituito i soldi, ma i carabinieri che erano lì davanti mi hanno fermato e mi hanno portato in caserma. E la zingara? Non lo so, lei non ave¬ va i documenti e non parlava italiano». ((Avevo un bel negozio con mio fratello - dice ancora - sto cercando lavoro, ma come si fa a trovarlo?». ((Anche a Roma i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri, in una lotta assurda fra loro». Così ha commentato l'episodio Massimo Converso, presidente dell'Opera Nomadi. La vicenda, secondo lui, «dimostra come il Comune di Roma sia completamente impreparato al fenomeno dell'emarginazione sociale. Così accade che gli anziani romani si trovino isolati di fronte alla grave crisi economica che li unisce ai nomadi». Converso ha poi ricordato l'inaugurazione, avvenuta ieri mattina al campo sportivo rom al Casilino, del primo mercato dei nomadi in cui «sia gli ambulanti romani che quelli nomadi, scacciati ad aprile da Porta Portese, hanno potuto vendere». Via del Corso a Roma, dove è avvenuto il furto

Persone citate: Converso, Massimo Converso

Luoghi citati: Comune Di Roma, Roma