Squadre della morte contro i poeti

Squadre della morte contro i poeti Il presidente Khatami in difficoltà di fronte all'offensiva degli integralisti Squadre della morte contro i poeti In Iran strangolato un altro scrittore dissidente TEHERAN. L'ombra degli squadroni della morte si è allungata sull'Iran. Ieri anche Mohammed Puyandeh, l'intellettuale scomparso mercoledì scorso, è stato trovato strangolato a una trentina di chilometri da Teheran, sotto un ponte della ferrovia. E' il terzo intellettuale dissidente trovato morto nella capitale in meno di due settimane, e già a novembre un oppositore nazionalista e sua moglie erano stati barbaramente trucidati. Puyandeh, 45 anni, era impegnato a- ricostituire l'Associazione degli scrittori, sciolta dal clero islamico nel '73. L'ultima volta era stato visto mercoledì nell'ufficio in cui lavorava come traduttore. Sua moglie Sediglieli Sahebi, che aveva lanciato un disperato appello al presidente Mohammed Khatami, ha riconosciuto il cadavere: «Non aveva più documenti, ma gli assassini non gli hanno rubato né l'anello d'oro né l'orologio». Ad ucciderlo non sono stati cioè semplici ladri. Khatami, leader dei riformatori, aveva risposto all'appello di Sahebi annunciando un'inchiesta governativa: «Stiamo seguendo la cosa. I nemici della Repubblica islamica vogliono poter sostenere che la sicurezza non è garantita in Iran, e noi dobbiamo contrastare tali affermazioni». Khatami aveva anche chiesto al potere giudiziario e al Parlamento, dominati dagli integralisti, di cooperare con il governo per «garantire la sicurezza nel Paese». Ma ieri 140 deputati hanno attaccato il governo, chiedendo «misure straordinarie» ed accusando degli omicidi l'opposizione in esilio. Per il riformista Khatami la sfida è mortale. Il viceministro dell'Interno Mostafa Tajzadeh ieri lo ha spiegato bene: «Abreve termine gli assassini intendono colpire il governo del presidente Khatami. A lungo termine, l'intero regime». Taj?adeh ha detto che «vi sono degli indizi e che numerose persone sono state arrestate». Punto. La catena di omicidi e scomparse è iniziata ad agosto, quando si volatilizzò il giornalista Piruz Davani. Il 19 novembre scomparve lo scrittore Madjid Sharif, un musulmano riformista, ritrovato cadavere una settimana dopo. Il 21 novembre, nella loro casa, furono poi scoperti icorpi orrendamente mutilati di Daryush Foruhar, un dissidente nazionalista, e di sua moglie Parvaneh. Il 9 dicembre è stato trovato cadavere il poeta Mohammed Mokhtari: strangolato. Anche lui, come Puyandeh, voleva ricreare l'Associazione degli scrittori. Del resto Rahim Safavi, comandante àeipasdaran (guardiani della rivoluzione), ad aprile aveva parlato chiaro: «Dovremo tagliare la gola a qualcuno e la lingua a qualche altro. Lo faremo a tempo debito». E a Teheran è tornata la paura. Sabato, in una riunione straordinaria, della questione si è occupato il Consiglio nazionale di sicurézza, massimo organo decisionale iraniano in materia. La cosa però non tranquillizza i riformisti: il Consiglio è dominato dai conservatori. I dissidenti in esilio parlano di una «strategia della tensione» portata avanti dai servizi segreti e or¬ chestrata «dal massimo vertice dello Stato» (la massima autorità iraniana non è il Presidente, ma la «guida della rivoluzione», il conservatore ayatollah Ah Khamenei). Ed una cinquantina di intellettuali, tra cui Puyandeh, avevano denunciato un «complotto» in una lettera aperta inviata a Khatami: «La cieca violenza è in azione per sradicare la libertà, togliere sicurezza e creare tensione nella società civile». Una settimana fa lo stesso Presidente, parlando all'università di Teheran, aveva accusato di «fascismo» gli integralisti, che pretendono di essere i soli veri eredi della rivoluzione islamica. E Habibollah Asgaroladi, rappresentante dei potenti mercanti del bazar della capitale, gli aveva risposto per le rime: «Le sue .affermazioni hanno suscitato mquietudine tra le persone pie. Khatami è il presidente di tutta la nazione, non solo di un gruppo che insulta ed abusa i valori divini». Nel maggio del '97 Khatami aveva conquistato la presidenza con una schiacciante maggioranza, umiliando il suo avversario conservatore Ahmad Nategh Nouri, presidente del Parlamento. Oggi, malgrado l'appoggio popolare, il Presidente appare sempre più in difficoltà. [f. sq.] Ad aprile il capo dei pasdaran aveva avvertito: «Dovremo tagliare la gola a qualcuno, la lingua ad altri» Lo scrittore assassinato Mohammed Jafar Puyandeh. A destra il presidente Khatami

Luoghi citati: Iran, Teheran