Fotofinish nel referendum sul sogno americano di Franco Pantarelli

Fotofinish nel referendum sul sogno americano CARAIBI Nel 1993 si era già espresso a favore il 48% della popolazione, ma l'ultima parola spetta a Washington Fotofinish nel referendum sul sogno americano II voto per diventare il cinquantunesima Stato dell'Unione NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Gli abitanti di Portorico hanno votato ieri per decidere come devono esere i loro rapporti futuri con gli Stati Uniti, cioè del Paese di cui la loro isola è stata una «colonia» per esattamente cento anni. Nel referendum c'erano varie scelte possibili, ma le due principali - fra le quali neanche gli exit-polis, almeno fino al tardo pomeriggio di ieri, si azzardavano a indicare la vincente perché la differenza era troppo esigua - sono quella di chiedere formalmente al Congresso di Washington di avviare la procedura per la totale annessione di Portorico come cinquantunesimo Stato e quella di conservare l'attuale status di «Commonwealth», in virtù del quale i portoricani sono cittadini statunitensi con tutti i diritti meno uno, quello di votare, e con tutti i doveri meno uno, quello di pagare le tasse federali. L'ultima volta che si è svolto un referendum, nel 1993, è stata quest'ultima scelta a vincere, ma con un margine talmente ristretto - il 48 per cento contro il 46 - che lascia ogni possibilità aperta. Il resto dei votanti di allora si espresse per la totale indipendenza o per la condizione di «Stato libero associato», una formula di «quasi indipendenza» che prevede più poteri per il governo locale temperati da uno stretto legame con gli Stati Uniti. I sostenitori del mantenimento delle cose come stanno hanno come alfiere Sila Calderon, sindaco della capitale San Juan. «Così siamo felici - dice - perché abbiamo modo di affermare la nostra identità culturale e il nostro amore per la cittadinanza americana». Il leader di coloro che vogliono diventare uno Stato americano a tutti gli effetti è il governatore Pedro Rossello, secondo il quale l'attuale status conferisce ai portoricani una sorta di «cittadinanza di serie B». Nello sfondo c'è il fatto che lo status attuale potrebbe essere rescisso dagli Stati Uniti. Recentemente, infatti, al Congresso di Washington si sono sentite voci contro il fatto che Portorico gravi sul bilancio federale per circa 10 miliardi di dollari l'anno senza pagare tasse. Pedro Rossello ha molto insistito, nella sua campagna, su questa possibilità e i suoi avversari lo hanno accusato di voler «giocare con la paura». In realtà, il contributo al bilancio federale dei portoricani, se dovessero cominciare a pagare le tasse, sarebbe molto modesto. Il loro reddito medio è di 8000 dollari l'anno, vale a dire un terzo del reddito medio americano e la metà di quello del più povero degli Stati Uniti, il Mississippi. Il Presidente Bill Clinton, che pure non ha prestato molta attenzione a questo referendum, preso com'era dal problema dell'impeachment e dalla preparazione del suo viaggio in Medio Oriente, ha esortato il Congresso a «seguire l'indicazione» che verrà dal referenendum, ma secondo i commentatori affinché si decida davvero di avviare la procedura per fare di Portorico il cinquantunesmo Stato non basta un'eventuale vittoria di misura di Pedro Rossello e bisogna che la «richiesta» sia sostenuta da una forte e inequivocabile maggioranza. Portorico diventò «di proprietà americana» nel 1898, alla conclusione della guerra fra Stati Unti e Spagna, del cui impero aveva fatto parte sin da quando Cristoforo Colombo, sbagliando strada, sbarcò da quelle parti. Per decenni il movimento per l'indipendenza dai nuovi padroni è stato molto forte. Negli Anni '60 Fidel Castro propose pubblicamente di scambiare gli uomini catturati dai cubani alla Baia dei Porci con Pedro Albizu Campos, il leader degli indipendentisti portoricani in prigione negli Stati Uniti, ma Washington non rispose neppure. Poi le cose si sono affievolite, tanto che ora i poco più di due milioni di elettori portoricani sono divisi fra una cittadinanza americana completa e una «parziale». Franco Pantarelli filili Un ragazzo sventola una bandiera del partito favorevole all'annessione a tutti gli effetti di San Juan agli Stati Uniti (FOTO AP]

Persone citate: Bill Clinton, Cristoforo Colombo, Fidel Castro, Pedro Albizu Campos, Pedro Rossello, Sila Calderon