IN CURIA BUSSA LA DONNA di Leonardo Zega
IN CURIA BUSSA LA DONNA DALLA PRIMA PAGINA IN CURIA BUSSA LA DONNA donne secondo Wojtyla. Nel bellissimo saggio introduttivo (in cui il primo titolo è stato «recuperato»), la Macciocchi ricorda un incontro con Papa Giovanni Paolo II, proprio mentre stava lavorando attorno alla Lettera pontifìcia. Gliene fece cenno e «il Papa - scrive - si chinò verso di me, incuriosito. L'occhio blu-grigio intenso, mi scrutò. Ero forzata a dire qualcosa. Gli chiesi allora se la sua origine polacca (...) avesse influito sulla scrittura dell'Epistola». Wojtyla le rispose: «Credo che la mia radice polacca sia stata decisiva in quanto ho visto, in tanti anni duri della vita del mio Paese, le donne polacche custodire, anche sotto il comunismo, le tradizioni spirituali, la cultura, l'amore per l'indipendenza, la passione per la nostra identità nazionale. Loro non si sono mai piegate, in verità». La scrittrice aggiunse che, a quanto ne sapeva, era la prima volta che un Papa dedicava un documento cosi solenne alle donne nella lunga storia della Chiesa. «Lui si rivolse verso i suoi collaboratori - ricorda ancora la Macciocchi - con la dolcezza abituale, quasi a chiamarli a testimoni, e poi rispose con molta modestia, quasi a ridimensionare il suo gesto, eppure con chiarezza: "E' così, è la prima volta". Poi, gli venne fuori, spontanea, una riflessione, per me inattesa: "Dopo la Mulieris dignitatem, hanno detto che sono femminista"». A questa «disponibilità» di principio verso le donne, più volte ribadita, non ha fatto però riscontro altrettanta duttilità pratica. Il mondo ecclesiastico e le curie di ogni livello sono tuttora "in larghissima maggioranza maschili e «clericali». Non ci sono nei dicasteri vaticani donne sottosegretario, quattro o cinque occupano posizioni di rango, altre fungono da consulenti; il resto della pattuglia femminile, formato da religiose soprattutto, svolge compiti subalterni, segretarie, telefoni e servizi vari. Se sarà posta una donna a capo dell'Azione cattolica italiana avremmo perciò un doppio motivo di soddisfazione: per il riconoscimento effettivo del «genio femminile» e per un ulteriore passo avanti verso la normalità. Leonardo Zega
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Macciocchi, Wojtyla
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