«Europa unita sul lavoro» di Gigi Padovani
«Europa unita sul lavoro» Il presidente del Consiglio al summit del volontariato: le pensioni non si toccano, la riforma l'ha già fatta Dini «Europa unita sul lavoro» D'Mèmarnòn è vero che il vertice e fallito FOLIGNO DALL'INVIATO Dopo il patto sul lavoro, obiettivo della trattativa non-stop che incomincerà a Palazzo Chigi martedì, il governo porrà mano alla riforma dello Stato sociale, con un nuovo tavolo di concertazione, al quale parteciperanno anche le forze del settore «no profit». Ma senza toccare le pensioni, perché la riforma «è già stata fatta dal governo Dini e noi siamo soltanto tenuti ad applicarla». Il presidente del Consiglio Massimo D'Alema, di ritorno dal vertice europeo di Vienna, ha scelto la platea della Terza conferenza nazionale del volontariato, che si è conclusa ieri a Foligno, per annunciare le linee della politica sociale dell'esecutivo dopo il varo della Finanziaria, ma anche per difendere i risultati del summit dei quindici leader europei «(Abbiamo approvato un documento di 26 pagine - ha detto ai giornalisti, non rinunciando a bacchettare l'interpretazione dei giornali -; mi permetto di dire: leggetele, prima di scriverei Dunque la conferenza di Vienna non è stata un fallimento. «Non capisco come nasca questa interpretazione: nessuna decisione prevista all'ordine del giorno è stata rimandata», ha detto D'Alema, sottolineando che il vertice dei Quindici ha aperto un cammino: «L'Europa si è data una strategia comune contro la disoccupazione, se questo vi sembra un obiettivo di poco conto...» Il presidente del Consiglio ha anzi parlato di «svolta», di «passo in avanti», grazie ai quali si rimette l'economia al servizio dell'uomo e non viceversa, dopo la costruzione della moneta comune. Dalla tribuna dell'auditorium di San Domenico, con a fianco il ministro alla Solidarietà sociale Livia Turco e monsignor Giovanni Nervo, «padre storico» della Caritas, D'Alema ha tracciato in tre quarti d'ora d'intervento le linee-guida del «welfare» di Palazzo Chigi, riuscendo anche a conquistare qualche applauso dai volontari, dopo le polemiche nate sabato alla Conferenza con il ministro delle Finanze sugli sgravi fiscali per il terzo settore. E' quella che ha definito la «nuova equità» già avviata dal governo Prodi, in uno Stato sociale nel quale non deve contare soltanto «chi batte più forte il pugno sul tavolo)', cioè gli organismi tradizionali delia concertazione partiti e sindacati • ma anche coloro eh? finora enon hanno avuto voce, ai quali v: io-tari dovete dare voce> oet: debili, handicappati, bambini, """■grati. Il primo strumento ha ribadito il leader dessi:.', sarà proprio il oar. : si lavorc < Spere che venga presto sottoscritto, perché creerà occupazione anche nei servizi alle persone». Soprattutto vi saranno «nuove opportunità contro l'esclusione sociale», attraverso gli investimenti nella formazione e nell'educazione, in quanto - ha aggiunto D'Alema - la povertà coincide con il non-sapere». Dopo aver ricordato che la Finanziaria ha spostato 2700 miliardi nelle politiche sociali del governo, il presidente del Consiglio ha affrontato il problema delle risorse. «Quelli che dicono di ridurre e tasse - ha detto ai volontari - sono in genere i più ricchi. Quando sentite da certi pulpiti affermare che bisogna far pagare meno tasse e tagliare le spese, drizzate le orec- chie, perché vuol dire che vogliono mettere in discussione i valori che voi rappresentate». A chi si è riferiva? Berlusconi? La Confindustria? L'abbiamo chiesto al presidente nell'incontro con i giornalisti, ma D'Alema si è sottratto: «Non pensavo a nessuno in particolare - ha risposto -. Voglio dire che il sistema fiscale a tassazione progressiva fa dare di più a chi ha di più. Se pensiamo di ridurre le tasse, oltre un certo limite non riusciamo a garantire le fasce più deboli». E a chi gli chiedeva un parere sulla discussione del «super 513», cioè la modifica della Costituzione con norme garantiste, ha detto semplicemente che «sarebbe impropria una intro¬ missione del presidente del Consiglio nella discussione parlamentare». Poi, la chiusura dalla tribuna sui temi più specifici del volontariato, con una serie di impegni. Sarà varata l'Authority annunciata da Visco. Dopo l'approvazione della nuova legge sulle Fondazioni bancarie, il governo emanerà decreti di attuazione per chiarire che i finanziamenti ai centri servizi dovranno rimanere. Sarà fatta la riforma della Protezione civile e dell'assistenza sociale. In una parola, un rapporto di amicizia tra Stato e volontariato - «Livia Turco può contare sull'assistenza del governo» - nel rispetto delle singole autonomie. E c'è spazio anche per la proposta avanzata dalla Caritas, secondo la quale uomini e donne dovrebbero fare obbligatoriamente il servizio civile: «Un'idea interessante, da approfondire insieme alla legge sull'obiezione di coscienza e sulla riforma del servizio militare, che dovrà essere sempre più professionale». Gigi Padovani «Se si abbassano troppo le tasse saltano le garanzie per i più deboli» «Servizio civile obbligatorio per uomini e donne? Idea interessante» Il presidente del Consiglio Massimo D'Alema
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