Sindaci, all'Ulivo il secondo round

Sindaci, all'Ulivo il secondo round Il centrosinistra prende Pisa, Sondrio e Brescia; il centrodestra Vicenza; la Lega tiene a Treviso Sindaci, all'Ulivo il secondo round Ma a vincere è soprattutto il partito del non voto ROMA. Inutili gli appelli «ai moderati» di Silvio Berlusconi. Inutile anche l'appellò «a tutti gli elettori» lanciato nei giorni scorsi da Alleanza Nazionale, con tanto di campagna «convinci un astenuto». Il dato più significativo, al di là della conferma del centrosinistra - che, mentre è ancora "in corso il testa a testa notturno per le Provinciali di Roma, ha ribadito il successo del primo turno a Brescia, Sondrio e Pisa - riguarda proprio il nuovo record negativo di votanti: dei quattro milioni di italiani chiamati alle urne dal turno amministrativo di ieri, stando almeno alle stime della tarda serata di ieri, quasi due milioni sono rimasti a casa. A Roma sono andati alle urne 43 elettori su cento, contro i 52,2 che avevano fatto gridare al deserto due settimane fa. Eppure, nonostante il fallimento della campagna per il voto, i sostenitori di Silvano Moffa hanno vissuto un pomeriggio di grande fiducia. Alle 17, quando i dati di affluenza erano inferiori al 25 per cento, dagli ambienti di Alleanza Nazionale trapelava un certo ottimismo, visto che la percentuale di votanti sembrava salire soprattutto nelle sezioni che al primo turno avevano visto il successo della candidata di centrosinistra Pasqualina Napoletano. Ottimismo che trovava una prima, parziale conferma alla mezzanotte di ieri, quando Moffa - allo spoglio del primo terzo dei voti - aveva un lievissi- mo margine di vantaggio sulla Napoletano: 50,1 contro 49,9 per cento. Nei Comuni, invece, cinque •conferme su cinque rispetto al primo turno, dato che lo «sceriffo» leghista Giancarlo Gentilini è rimasto in sella a Treviso e Enrico Hullweck, l'uomo dell'alleanza «eretica» tra Polo e Udr, ha ribadito il successo parziale di due settimane fa a Vicenza. Qui, nel vecchio feudo leghista vittima della guerra interna tra Umberto Bossi e Fabrizio Comencini, il centrodestra ha conquista¬ to l'unico successo di rilievo di questo turno amministrativo. Oltre che a Roma, il test era particolarmente significativo a Brescia, dove l'uscita di scena di un leader carismatico come Mino Martinazzoli lasciava qualche speranza al Polo, il candidato del centro-sinistra Paolo Corsini ha fatto corsa di testa fin dai primi rilevamenti, assestandosi subito intorno al 52 per cento. Per il suo rivale Giovanni Dalla Bona, è stato inutile anche l'invito dell'ex ministro Vito Gnutti all'elettorato leghista, in aperto contrasto con le direttive «nazionali» di Bossi, che dopo l'insuccesso del primo turno aveva predicato l'astensionismo o, al limite, la libertà di voto. Dei 17 mila voti leghisti di due settimane fa, che rappresentavano un 18 per cento in grado di ribaltare il voto, soltanto una minoranza ha seguito il consiglio di Gnutti. Il candidato del Polo, che al primo turno aveva sfiorato il 33 per cento, è salito di una decina di punti. Non abbastanza per far svoltare a destra la città. Tre successi per l'alleanza di governo, una ciascuno per il Polo e la Lega. Questo il quadro complessivo del turno elettorale di ieri. Ma il vero vincitore, ieri come già il 30 novembre, è stato il partito del non voto. I dati di affluenza sono stati sconfortanti fin dall'inizio, con le presenze ferme al 6,9 per cento al conteggio delle 11, contro il già modesto 8,2 per cento del primo turno. Fin dalle prime ore del mattino si è capito che il nuovo flop elettorale aveva il suo epicentro nella capitale, dove pure il fronte di centrodestra aveva concen¬ trato i suoi sforzi per riportare i cittadini alle urne, nel tentativo - come scriveva il «Secolo d'Italia» di ieri - di «non sprecare un'occasione importantissima per rompere l'egemonia della sinistra nel Lazio». Appello mutile, visto che anche Roma ha subito il calo fisiologico di votanti che, da quando è entrata in vigore la legge elettorale a doppio turno, caratterizza la domenica del ballottaggio: alle 11 i votanti della provincia romana erano stati 6,5 su cento (un punto in meno rispetto al primo turno). Alle 17 erano saliti al 23,9, con una flessione ancora più marcata rispetto a due settimane fa. Alla fine, nella capitale, il quoziente di votanti si assestava intorno al 43 per cento. Migliore, ma non troppo, la situazione nei cinque capoluoghi di provincia interessati al rinnovo del sindaco: a Sondrio ha votato il 63,9 per cento degli elettori, a Treviso il 63,8 a Treviso, a Brescia il 60,7, a Vicenza il 59,2, a Pisa il 58,1. Guido Tiberga A IL DUELLO POLO-ULIVO PRIMO TURNO COMUNI pour PER LE LIBERTA' 1 PESCARA SECONDO TURNO (in base ai dati parziali) COMUNI VICENZA R ULIVO {ì BRESCIA, SONDRIO, PISA MASSA PROVINCE POLO 0 PROVINCE POLO 1 TREVISO ROMA ULIVO 3 MASSA CARRARA, FOGGIA, BENEVENTO ULIVO 0 Il dato che più preoccupa in questo turno elettorale è la crescente astensione degli elettori