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IN CURIA BUSSA LA DONNA SVOLTA ALL'AZIONE CATTOLICA IN CURIA BUSSA LA DONNA POTREBBE esserci una donna nella terna che sarà presentata alla Conferenza episcopale italiana per la nomina del nuovo presidente dell'Azione cattolica e quindi la possibilità che sia una donna a guidare l'importante organizzazione nei prossimi anni. Anche se deve essere confermata, la notizia sorprende piacevolmente. Qualcuno ha messo subito le mani avanti avanzando il sospetto che si voglia fare qualcosa di «politicamente corretto» (cioè in odore di femminismo), piuttosto che esprimere l'auspicio che così sia: per normalità e forse per giustizia. Non si capisce infatti perché, a parità di meriti, la proposta debba meravigliare o stupire. Anzi se stupisce e «fa notizia» vuol dire che il pregiudizio c'è e siamo ancora lontani dalla normalità. Non credo però che l'idea susciti stupore all'interno dell'Azione cattolica, che è stata la prima, trent'anni fa, con Vittorio Bachelet e Paolo VI. a dare alle donne parità effettiva e rigorosa anche in ambivo direzionale: consiglio nazionale, vice presidenze, commissioni, ecc. C'è persino chi pensa che venga da li l'idea di una quota di rappresentanza obbligatoria in Parlamento per deputati e senatori. Le resistenze vengono semmai da ambienti, detti genericamente «curiali», tendenzialmente «conservatori» per definizione. E non sembra che abbiano molto aiutato le accese discussioni sul ruolo della donna nella Chiesa, esplose negli anni del dopo Concilio, né le sorprendenti «aperture» di Giovanni Paolo li, che ha riconosciuto al "genio femminile» carisma e funzioni insostituibili. Nel 1992 Maria Antonietta Macciocchi ha curato per le Edizioni Paoline un corposo volume a commento della Lettera apostolica Mulieris digt/itatem. 11 libro provocò vivaci reazioni ancor prima di uscire, per via del titolo, Li donni di Wojtyla, proposto dall'editore, tu giudicato troppo aggressivo e venne ammorbidito ne Le Leonardo Zega CONTINUA A PAG. 6 SESTA COLONNA