Greggio ui minimi, l'Opec in tilt di B. G.
Greggio ui minimi, l'Opec in tilt Gheddafì vorrebbe il blocco totale fino a primavera. L'Arabia Saudita contraria: basta rispettare gli accordi Greggio ui minimi, l'Opec in tilt 1produttori arabi chiedono misure straordinarie IL CAIRO. Il petrolio costa troppo poco, i Paesi produttori arabi temono il tracollo delle loro economie e chiedono misure drastiche, subito. Ma non sono, come al solito, d'accordo: Gheddafi vorrebbe chiudere i pozzi per tutto l'inverno, i sauditi rifiutano misure straordinarie perché, dicono, basterebbe rispettare gli accordi Opec di giugno sul taglio di 2 milioni di barili al giorno (in quel periodo, la produzione giornaliera era di 28,17 milioni di barili). Il pericolo di un'impennata dei prezzi, per ora, non c'è. Mentre la quotazione del Brent (il greggio di riferimento) è scesa sotto i 10 dollari per barile, il minimo degli ultimi 12 anni, il vertice dei produttori arabi (l'Oapec) riunito al Cairo, è orientato a convocare un summit anticipato dell'Opec. Ma restano le tensioni a complicare una situazione già ingarbugliata. Gheddafi ha lanciato il sasso giovedì: una lettera a tutti i Capi di Stato degli undici Paesi Opec per chiedere il blocco totale della produzione perché che «non è logico che i prezzi dei beni che comperiamo come consumatori si moltiplichino allo stesso tempo in cui i prezzi del petrolio continuano a scendere senza sosta». Tripoli sostiene che, nonostante i tagli decisi dall'Opec a giugno (e non rispettati da tutti), le quotazioni del petrolio hanno continuato a scendere, i Paesi del cartello hanno perso 56 miliardi di dollari di incassi (circa 85 mila miliardi di lire) e l'Algeria è alle corde: il petrolio ha reso il 35% meno del previsto e non ci sono i fondi per gli stipendi dei 700 mila statali. Al Cairo, il presidente dell'Opec, l'algerino Youcef Yousfi, ha presentato però una richiesta più sfumata: la riduzione dovrebbe ammontare «ad almeno 1,5 milioni di barili al giorno», e dovrebbe essere effettuata «ora». E il presidente di turno dell'Oapec, il Ubico Abdalla Salem El-Badri, non ha neppure accennato al blocco totale chiesto da Gheddafi. Si è allineato alla mozione algerina per un intervento deciso: «Se non vengono prese immediatamente misure drastiche e di rapida efficacia per ridure le riserve e fare ulteriori tagli, la situazione è destinata a peggiorare». Contro le misure speciali si è però schierata l'Arabia Saudita, che è con Venezuela e Messico (Paese non Opec) tra i principali fornitori Usa. Secondo il ministro del petrolio di Riad, Ali al-Neimi, basterebbe che tutti rispettassero gli accordi sui tagli di produzione per risolvere il problema, anche se «non è possibile che lo squilibrio venga ridotto in breve tempo». Sul banco degli imputati c'è il Venezuela, insieme con l'Iran. Il governo di Caracas ha sottoscritto nel '98 due accordi sulla limitazione dell'export di greggio: uno a marzo con Arabia e Messico, l'altro a giugno, con l'Opec. Ma non li ha rispettati, rinfocolando la ormai storica controversia con Arabia Saudita e Iran, e pare non abbia proprio intenzione di rispettarli in futuro, come ha fatto capire il neo-eletto presidente Hugo Chavez. [b. g.]
Persone citate: Abdalla, Arabia, Badri, Gheddafi, Hugo Chavez, Messico, Youcef Yousfi
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