Fecondato tre anni dopo la morte del padre di Fabio Galvano

Fecondato tre anni dopo la morte del padre Fecondato tre anni dopo la morte del padre A Londra nasce Liam il figlio del defunto LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' un caso di paternità postuma senza precedenti quello che Diane Blood, una donna inglese di 32 anni, ha regalato al figlio Liam Stephen Blood, nato venerdì sera in un ospedale di Sheffield. Perché Diane Blood è la donna che ha sfidato lo Stato e le sue leggi, indebitandosi fino al collo e ipotecando persino il modesto appartamento in cui abita per una battaglia legale - vinta, naturalmente - che le consentisse di avere un figlio dal marito morto, usando le fialette di sperma surgelato che erano conservate in un laboratorio. Questo le era impedito non perché mancassero precedenti analoghi nella giurisprudenza britannica, ma per un cavillo giuridico. Il donatore di seme, infatti, deve dare per iscritto il suo assenso; cosa che Stephen Blood, morendo, non era stato in grado di fare. Il bambino è nato con parto cesareo, prematuro di 4 settimane. Pesa 2 chili e 600 grammi e dovrà rimanere qualche giorno nell'incubatrice per un lieve problema respiratorio. «Assomiglia moltissimo a Stephen: ha gli stessi capelli neri e riccioluti», afferma Gill Blood, nonna paterna del neonato: «Abbiamo sostenuto una lunga battaglia, ma ne valeva la pena: questo era il nostro sogno». «Assomiglia davvero a Stephen», conferma Sheila McMahon, madre della puerpera: «Mia figlia è al settimo cielo. Ovviamente è triste perché Stephen non è qui con lei. Anche lui sarebbe felice». Insomma, è grande festa per due famiglie; anche se non tutti, in Inghilterra, sono dalla parte di Diane Blood. Il suo caso, in Inghilterra, aveva infiammato gli animi. I Blood si erano sposati nel 1991. Prima che lei potesse concepire un figlio, tuttavia, il marito si era ammalato di meningite, nel febbraio 1995. Quando era ormai in coma, la signora Blood chiese che gli fossero fatti due prelievi di seme. La richiesta fu soddisfatta; ma nelle sue condizioni - non riprese più conoscenza - Stephen Blood non fu in grado di dare l'autorizzazione scritta all'uso di quelle fialette, come invece prevede una legge del 1990. Nel febbraio dell'anno scorso, rovesciando una decisione della Hfea - l'Autorità per la fertilizzazione umana, che è proposta in Inghilterra a tutte le questioni in quel campo - e la sentenza con cui l'Alta Corte aveva successivamente confermato quella prima istanza, la Corte d'Appello aveva aperto le porte del paradiso per la signora Blood. Aveva infatti chiesto alla Hfea di riesaminare il caso entro tre settimane: non per consentire quell'intervento - ormai di ordinaria amministrazione con i progressi delle tecniche di fertilizzazione ma per autorizzare il rilascio delle fialette, affinché la signora Blood potesse portarle all'estero (in Belgio, presso la clinica dell'Università di Bruxelles) e ottenere quello che in Inghilterra le era stato fino ad allora negato. Un bambino nato volutamente senza padre è un bambino che affronta con un handicap le difficoltà della vita. Ma forse non rimarrà solo: si dice che la signora Blood intenda fare ricorso a un'altra fialetta per dargli un fratellino. «Ma l'importante - dice il papà di Diane - è che ora riposi. La battaglia è stata lunga, la gravidanza non facile». Fabio Galvano

Luoghi citati: Belgio, Inghilterra, Londra