«Un unno da volontari, per legge»

«Un unno da volontari, per legge» «Estendere l'obbligo a tutti i giovani costituirebbe una risorsa per lo Stato Sociale» «Un unno da volontari, per legge» Proposta choc della Caritas a uomini e donne FOLIGNO DAL NOSTRO INVIATO D'improvviso tra il mondo del volontariato e il governo è sceso il gelo. Il ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, che pure è venuto a Foligno con alcune proposte concrete, prima di tutte la costituzione nel '99 di una Authority di controllo sul terzo settore, non ha convinto la platea dei duemila volontari che partecipano alla Terza Conferenza nazionale di Foligno. Neppure un applauso, dopo il suo intervento, ma tanti mugugni da parte dei dirigenti delle associazioni, che non hanno avuto certezze sui problemi fiscali ed economici: la possibilità di usufruire di univa «scontata» dal 20 al 4 per cento anche per l'acquisto delle ambulanze e più garanzie sulla nuova legge delle Fondazioni bancarie, che dovrebbe riversare sui centri di servizio del volontariato 3 mila miliardi, che potrebbero però anche prendere strade diverse. Oltre a questi problemi tecnici e giuridici, che molto stanno a cuore a chi opera nel settore, da Foligno viene una proposta-choc che farà molto discutere: la richiesta della Caritas di istituire un anno obbligatorio di servizio civile per i ragazzi e le ragazze italiane. L'ha fatta monsignor Elvio Damoli, direttore dell'organizzazione ecclesiale, e la spiega nell'intervista che ci ha rilasciato: certamente, se fosse attuata, cambierebbe la vita a milioni di giovani, allargando i temi della solidarietà a livello di massa. Oggi in Italia ci sono 5 mila obiettori di coscienza, che scelgono di non fare il servizio militare e lavorano nelle organizzazioni «no profit». Ma si tratta di una opzione ancora limitata, e non possibile per le ragazze. Estenderla a tutti i giovani - chi non fa il servizio militare, anche i riformati, automaticamente sarebbe inserito in queste attività - potrebbe costituire anche una risorsa in più per lo Stato sociale. Questa però è ancora una proposta, sia pure avviata nell'iter parlamentare di un disegnò di legge. Invece i motivi di frizione tra istituzioni e volontari sono meno utopici, tutti legati al fisco e ai finanziamenti. Il ministro Visco è venuto qui per annunciare la nascita dell'Authority, con 5 miliardi già stanziati nella Finanziaria: verrà istituita con decreto di Palazzo Chigi, nel quale saranno indicati il presidente, i componenti, i compiti e la sede (che pare sarà a Milano). Ha quindi lanciato un allarme sui «rischi di abusi» che potrebbero andare a danno del volontariato autentico, di chi attua «forme di concorrenza sleale verso attività di altra natura» dietro a una falsa facciata. Ma ha poi scontentato tutti quando ha dichiarato che «sugli sgravi fiscali non si può fare di più», siamo vincolati dalle norme dell'Unione europea. Il punto conteso è quello dell'Iva. Sono in ballo 20 milioni per ogni ambulanza acquistata dalle pubbliche assistenze, le Croci Verdi, Bianche di vario colore riunite dell'Anpas al Nord e delle Misericordie in Centro-Sud, in tutto un parco di 6 mila mezzi: quella differenza tra il 4 e il 20 per cento di aliquota per loro vale 7-8 miliardi l'anno nel rin- novo degli automezzi. Dice il presidente dell'Anpas, Luigi Bulleri, un ex parlamentare pei piuttosto combattivo: «Prodi ci aveva promesso che questo problema sarebbe stato risolto, Visco non ci ha risposto». E poi c'è la legge sulle Fondazioni bancarie, già passata in prima lettura al Senato. La privatizzazione delle Casse di risparmio e degli enti bancari di diritto pubblico sta portando consistenti risorse al volontariato, attraverso il finanziamento obbligatorio di un quindicesimo degli utili ai centri di servizio. Ma quei fondi possono essere utilizzati solo per formazione e qualificazione e inoltre - come ricorda polemico Luciano Tavazza, segretario generale della Fivol, la Fondazione italiana perii volontariato - sono stati distribuiti con grandi squilibri territoriali: «Al Piemonte nel secondo bienno di applicazione della legge sono andati 13 miliardi, all'Emilia 15, mentre alla Sicilia soltanto 187 milioni: al Sud fare i volontari è più difficile». La legge prevede che le banche affidino quei soldi anche ad «iniziative per lo sviluppo»: secondo Maria Eletta Martini, presidente del Centro nazionale volontariato «sicuramente una Cariplo preferirà investire gli utili in attività di profitto piuttosto che destinarli in be- neficienza». Che succederà? Livia Turco, ministro della Solidarietà sociale, è scesa in campo per difendere Visco, ricordando che «il decreto 460 del 1997 sul riordino della disciplina tributaria degli enti senza fine di lucro, voluto fortemente dal ministro delle Finanze, è stato l'atto più importante del governo a favore di questo settore, permettendo per la prima volta la detraibilità delle donazioni». Sull'Iva promette un interessamento, mentre ha annunciato il varo, giovedì prossimo, della commissione tecnica che dovrà modificare il codice civile per definire meglio sul piano giuridico le atti¬ vità di volontariato. Oggi al Palasport di Foligno arriverà il presidente del Consiglio Massimo D'Alema, che scenderà da un elicottero in mezzo a mille volontari delle ambulanze, «gli angeli dei terremoti e delle alluvioni», come sono stati definiti. Ma si troverà tra le mani anche le loro richieste: riduzione dell'Iva, esenzione dal pagamento del canone sulle frequenze radio per i mezzi di soccorso, certezza di finanziamenti. Vedremo se riuscirà con il suo discorso finale a conquistare il loro grande cuore. Gigi Padovani Alla Conferenza Visco gela le speranze: niente sconti dal fìsco Nel prossimo anno ci sarà l'Authority di controllo sul terzo settore IL TERZO SETTORE- NO PROFIT Tarsia con ri'evanZ3 Me<iia Totale ■ - econonnca occupati occupatl Org. di Volontariato lSo| 750 12 9.000 Fortdazioni . 2.000 2.000 . 21: 4,200 T0TALE "^^^1883)0 ^J^^^K" 690 000 Fonie Uff, Sdtiminal* "Vita' Alcuni volontari che prestano servizio in un ospedale

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