Sul voto l'incognita astensionismo

Sul voto l'incognita astensionismo Dalle 7 alle 22 ballottaggi in 36 Comuni e nella Provincia di Roma: subito i verdetti Sul voto l'incognita astensionismo Test per Polo e Carroccio ROMA. La grande preoccupazione è l'astensionismo. Dopo il flop del primo turno, dove alle Provinciali romane un elettore su due è rimasto a guardare, l'obiettivo dei candidati è convincere la gente ad andare a votare. Chi spinge di più nella capitale è la destra, in lieve ritardo anche dopo la svolta di Giorgio Fanfani, che ha invitato il suo 2 per cento di elettori Udr a schierarsi con il candidato del Polo Silvano Moffa. Ma anche sull'altro fronte, le sorti di Pasqualina Napoletano - la candidata del centro sinistra vincitrice del primo turno con il 48,6 per cento dei voti - appaiono legate al buco nero degli elettori mancati. Ieri, su alcuni quotidiani, è stato pubblicato un appello al voto, stilato da Alleanza Nazionale ma completamente privo di simboli: «Tra i cittadini e le istituzioni si sta creando un distacco sempre più drammatico - si legge nel testo -. Su questa disaffezione puntano coloro che credono che la politica si riduca soltanto ai giochi di palazzo, agli interessi dei poteri forti e dei potentati che abbiamo ereditato dal passato». Tra le firme Assunta Almirante ed Emilio Fede, Sabrina Salerno e Paolo Liguori, Bruno Vespa e Giacinto Facchetti, Walter Zenga e Clemente Mimun. Tutti convinti che «bisogna dare un forte segnale di riappropriazione della politica e della democrazia da parte dei cittadini». La decisione di Fanfani, che ha costretto Francesco Cossiga a una pubblica uscita in Piazza del Popolo al fianco della candidata del centrosinistra, ha provocato conseguenze nella struttura ancora giovane dell'Udr, con Rocco Buttiglione e il direttore di «Quattropagine» Gianfranco Rotondi a rivendicare l'autonomia del Cdu, ma non sembra in grado di smuovere l'ago della bilancia. Così come insignificanti sono le prese di posizione degli altri gruppi: libertà di voto per il partito umanista e la Lista Robin Hood, scheda bianca per la Fiamma, astensionismo per il Fronte Na- zionale. L'incognita determinante è rappresentata dai nonelettori del primo turno, e la mancanza di sondaggi rende impossibile prevedere quanti di loro si presenteranno al ballottaggio e soprattutto a chi dei due candidati concederanno il voto. I risultati, comunque, si conosceranno già nella tarda serata di oggi. Ume aperte dalle 7 alle 22, e scrutinio immediato, anche nei cinque capoluoghi di provincia interessati al rinnovo del sindaco. Si vota a Pisa e in quattro città del Lombardo Veneto, tradizionali feudi elettorali dell'e- lettorato leghista. Il Carroccio ha mandato al ballottaggio il solo Giancarlo Gentilini, il sindaco-sceriffo di Treviso che al primo turno ha ottenuto il 42,7 per cento dei suffragi. Contro di lui correrà Domenico Giuliani del centro-sinistra. Nelle altre quattro città la Lega è assente, vittima della spaccatura tra ortodossi bossiani e venetisti di Comencini, e il comportamento degli elettori del Carroccio sarà determinante: a Vicenza, dove la recente elezione provinciale era stata quasi plebiscitaria per Manuela Del Lago, si scontreranno Enrico Hullweck, altro simbolo della «strana» alleanza tra Polo e Udr e Giorgio Sala del centrosinistra. A Sondrio è stata invece una lista civica, quella di Francesco Venosta, a tagliar fuori il Carroccio dallo scontro decisivo contro Alcide Molteni, l'uomo dell'Ulivo che due settimane fa ha sfiorato il 43 per cento. Bossi ha scelto di non schierarsi: libertà di voto o astensionismo. Ma a Brescia, dove lo scontro è tra Paolo Corsini (centrosinistra, 41,8 al primo turno) e Giovanni Della Bona (centrodestra, 32,9), l'ex ministro leghista Vito Gnutti ha sfidato le direttive di partito invitando i leghisti a scegliere Della Bona. Le urne saranno aperte anche in altri 31 Comuni con più di 15 mila abitanti: complessivamente, il test elettorale di oggi coinvolgerà 4 milioni e 364 mila elettori, oltre tre milioni dei quali impegnati nel testa a testa romano tra Pasqualina Napoletano e Silvano Moffa. [g. tib.] Testa a testa nella capitale Centrosinistra avanti a Pisa La Lega prova a difendere Treviso Brescia e Vicenza all'ultimo voto