Veltroni frena sul nuovo 513 di Francesco Grignetti

Veltroni frena sul nuovo 513 Il segretario della Quercia a Palermo da Caselli. E Minniti riceve Diliberto a Palazzo Chigi Veltroni frena sul nuovo 513 «Nessun accordo quadro Ds-Forza Italia» PALERMO DAL NOSTRO INVIATO «C'è tutto lo spazio per una riflessione». Al buonista Walter Veltroni quasi sfugge un sogghigno quando gli chiedono del super513, ossia della ipotesi di una modifica alla Costituzione inserendo principi e norme garantiste. Perché la «riflessione» evocata da Veltroni è in realtà un epitaffio. A Botteghe Oscure, il giorno dopo la sorpresa, annunciano la retromarcia. I primi a essere informati che «non c'è alcun accordo quadro tra Ds e Forza Italia» sono stati gli inquieti magistrati palermitani. Che infatti hanno ritrovato il sorriso. Scampato pericolo. Veltroni ieri era in Sicilia per un tour previsto da tempo. Ha presieduto convegni, inaugurato sezioni, salutato militanti. Ma soprattutto ha incontrato Giancarlo Caselli e altri magistrati palermitani. Coincidenza delle coincidenze, l'incontro cadeva all'indomani del colpo di scena al Senato sul cosiddetto super-513. E' servito a sgombrare il campo da un equivoco: i Ds - ha chiarito Veltroni - preferiscono abbandonare al suo destino il super-513 piuttosto che inquietare i magistrati più esposti contro Cosa Nostra. I quali erano già quasi sul piede di guerra. Ed ecco che ieri mattina sul presto l'intero stato maggiore dei Ds - Walter Veltroni, Pietro Folena, Carlo Leoni - s'è presentato alla porta della procura antimafia più importante d'Italia. Due ore di colloqui riservati. Alla fine esce il procuratore capo, Caselli, e scandisce: «Il principio del contraddittorio tra le parti nel processo è l'obiettivo al quale dobbiamo puntare tutti. Il problema è renderlo effettivo e bisogna verificare se le strade scelte vanno effettivamente in queste direzioni». Vale a dire: non è questa la strada, secondo noi magistrati. Inutile dire che in èerti casi conta più il tono che la sostanza deTdiscorso. E Caselli ieri èra un uomo tranquillo: le paure dUquesti giorni sembrano fugate. Veltroni è dalla loro parte, fi segretario Ds annuncia anche che appoggerà una vecchia richiesta dei magistrati: il ritorno dei soldati nelle strade di Palermo. Il perché della ritrovata tranquillità lo spiega un magistrato palermitano, che chiede di mantenere l'anonimato: «Abbiamo scoperto che erano quasi più perplessi loro, Veltroni e Folena. A noi era venuto il sospetto che ci fosse un accordo blindato delle forze politiche dietro questo "super-513". Ma ora sappiamo che non è così». I magistrati palermitani escono dall'incontro, insomma, con la convinzione che Veltroni non appoggia Salvi. Che Botteghe Oscure, anzi, con minime cautele per non far deflagrare la situazione, prende le distanze da quei «suoi» senatori che avevano raggiunto un accordo con Forza Italia. E già si vede avanzare il senatore Antonello Falomi, veltroniano di ferro, che chiede un vertice. Il primo passo verso l'affondamento del super-513. Come ben sapevano i magistrati, infatti, ma Folena e Veltroni lo hanno ribadito, una legge di riforma costituzionale è molto perigliosa. Ma se si aggiunge la contrarietà del segretario Ds, la si può dare per morta. Non sarà un caso, insomma, se ieri sera nella sala del teatro Don Orione c'era pure Giuseppe Ayala, accanto alì'on. Guseppe Lumia, capogruppo Ds nell'Antimafia, a spellarsi le mani quando parlava Veltroni. Quel Giuseppe Ayala, sottosegre¬ tario alla Giustizia, che era parso isolato due notti fa quando si opponeva all'accordo sul super-513. Ayala applaudiva mentre Veltroni tuonava: «Sono andato a palazzo di giustizia a esprimere il nostro apprezzamento per il lavoro che svolgono la magistratura e le forze dell'ordine per contrastare la mafia». Veltroni ha ricordato i successi contro Cosa Nostra. «E tuttavia nessuno ha il diritto di abbassare la guardia. Per quanto forti siano stati i colpi inferri, non si pensi di avere debellato la mafia, la gigantesca piovra. La lotta contro la mafia continua. E noi Ds siamo qui». Altri applausi. Da Botteghe Oscure è partita l'operazione-retromarcia, dunque. Come auspicava ieri mattina il senatore diessino Raffaele Bertoni, ex magistrato: «Speriamo che ci ripensino». Come temeva, sull'altro fronte, il senatore diessino Giovanni Pellegrino: «I partiti devono rispettare l'autono- mia dei gruppi parlamentari. Quanto a Veltroni, guardi meglio i telefilm di "Perry Mason": negli Usa i principi trovano applicazione e i gangster ugualmente vengono sconfitti». Osserva disincantato Enrico La Loggia, presidente dei senatori di Forza Italia: «Ho parlato con Cesare Salvi e l'ho trovato molto determinato. Ma vedo che tra loro c'è tanto fermento. Vedremo come va a finire». Nelle stesse ore, il ministro di Grazia e Giustizia Oliviero DiUberto s'incontrava con il sottosegretario alla presidenza Marco Minniti, braccio destro di D'Alema. Al centro del colloquio, la questione del super-513. Francesco Grignetti Il procuratore «Il principio del contraddittorio nel processo è sacrosanto Ma come fare per raggiungerlo?» La rabbia del Polo A sinistra il segretario dei Ds Walter Veltroni Qui sopra il procuratore della Repubblica di Palermo Giancarlo Caselli

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