«Ma i veleni sono ovunque» di Chiara Beria Di Argentine

«Ma i veleni sono ovunque» «Ma i veleni sono ovunque» Giulia Maria Crespi: e la terra muore LA PIONIERA DELL'ECOLOGIA LMILANO A prima reazione di Giulia Maria Crespi è di puro fastidio. «Non so niente di questa storia dell'ecoterrorismo...», commenta con aria annoiata. «Che chiasso, che esagerazione. Tutto questo allarme per due panettoni con il veleno per topi», aggiunge sempre più infastidita. E' sabato mattina in corso Venezia, nel palazzo dell'intransigente pioniera di tutte le battaglie ecologiste. Dopo la serata al Piccolo Teatro per il Don Giovanni di Mozart («no, non mi ha entusiasmato»), l'ex proprietaria del «Corriere della Sera», fondatrice e presidente del Fai, il Fondo per l'ambiente italiano, sta partendo con il marito, Guglielmo Cicogna Mozzoni, per il weekend nella sua tenuta La Zelata. Un paradiso verde sul Ticino, dove da anni ha creato un'azienda agricola biodinamica diventata modello per altre iniziative analoghe (è lì che si coltiva il riso integrale che viene servito nei suntuosi pranzi di casa Crespi) e dove si tengono anche corsi sulle culture alternative. Secondo lei è tutta un'esagerazione. Suppongo che alla Nestlé non la pensano esattamente così. Non valuta i danni che questi ecoterroristi rischiano di fare alla vigilia di Natale? I posti di lavoro in pericolo per gli operai della Nestlé Italia? «Demagogia. Ripeto: mi rifiuto di partecipare a tutto questo allarme, a tutto questo casino, per due soli panettoni avvelenati. Quanto ai pericoli occupiamoci di quelli veri...». Per esempio? «Tutti i veleni con i quali viene inondata ogni giorno la nostra terra. I veleni con cui vengono conta¬ minate le nostre acque, il nostro cibo, la nostra frutta. Di questo dovremmo parlare e davvero preoccuparci...». Ma, donna Giulia Maria, questi signori per protestare hanno usato il Racumin, un topicida. «Quando uno è invaso da topi cosa dovrebbe fare contro i topi?». Guardi che persino il premio Nobel, Dario Fo, nonostante sia impegnato nella vostra crociata contro le biotecnologie ha condannato, in un'intervista a «La Stampa», l'uso di metodi violenti. «Ah sì? Ha detto questo? Allora Dario Fo vada a vedere cosa buttano nelle nostre risaie; vada a informarsi sulla situazione drammatica delle nostre falde d'acqua; vada a vedere cosa spruzzano sulla frutta che viene messa in vendita senza nessun controllo. Altro che due panettoni, cara Beria. Questa è l'epoca del non vero. Vedo ovunque dilagare il non vero». Un momento. Che cosa dilaga? «Il non vero. E' evidente che non c'è nessuna voglia di affrontare la realtà delle cose. Ci si entusiama o ci si allarma solo per ciò che non è vero. E questo è lo slogan con cui l'umanità va verso il 2000». Mi faccia capire. La realtà, per chi la pensa come lei, è che l'umanità sarebbe in pericolo per i veleni e perché multinazionali dell'alimentare come la Nestlé vendono prodotti transgenici? «Certo. Sono convinta che sia sempre pericoloso uscire dalla strada tracciata dalla natura. Oggi, invece, nascondendosi dietro l'alibi dell'aiuto all'uomo, dell'aiuto ai Paesi in via di sviluppo, si stanno facendo con assoluta incoscienza cose di cui vedremo gli effetti solo tra 10, 20 anni. Nessuno sa dirci se queste manipolazioni sui geni saranno o no nocive. Ma, in nome del profitto, non si aspetta, non si fa abbastanza ricerca, prima di immettere questi prodotti sul mercato. Il fatto è che non si pensa più alla sacralità dell'uomo, all'essenza dell'uomo. Questi signori vogliono sostituirsi agli dei». Ma questo significa opporsi al progresso, alle conquiste e alle sfide della scienza. «Progresso? Quale progresso, quali conquiste? E' insensato vendere queste cose senza aver prima fatto per anni ricerche molto serie e approfondite. E, poi, tutti questi signori hanno forse dimenticato i dubbi, i tormenti del padre della bomba atomica, Oppenheimer?». «Abbiamo fatto il lavoro del diavolo», disse una volta Oppenheimer. E, però, la fame di tanta parte del mondo non è una invenzione. «Ma ci sono delle strade alternative a tutto ciò». E quali sarebbero? «La biodinamica, per esempio. Mi creda le alternative esistono e però nessuno investe mai dei soldi per fare delle ricerche in questi campi. Non solo. Chi coltiva in questa maniera non riceve mai il minimo aiuto. Risultato: si preferisce buttarsi per strade ancora ignote, pericolosissime, senza sapere nemmeno dove ci porteranno». Chiara Beria di Argentine «Le alternative ai cibi manipolati esistono ma nessuno investe soldi per le ricerche in settori naturali come la biodinamica» Giulia Maria Crespi

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