« Rischiano solo una multa » di Giovanni Bianconi

« Rischiano solo una multa » « Rischiano solo una multa » Gli investigatori: hanno provocato molti danni con il minimo rischio ROMA. L'investigatore che ha speso anni a inseguire i brigatisti e a studiare le loro risoluzioni strategiche alza gli occhi dalle carte sui panettoni avvelenati e dice: «Questi hanno grande fantasia, non c'è che dire. Hanno provocato il massimo allarme e il massimo danno con il minimo di organizzazione e il minimo ri- schio. Quelli che hanno inviato i pacchi all'Ansa, per esempio, sul piano penale rischiano poco o niente; hanno perfino avvisato che i panettoni erano avvelenati... Le fabbriche potrebbero fare causa per danno commerciale, ma tanto è gente che non ha una lira». Che si fa allora? «E' terrorismo psicologico - risponde l'investigatore -, l'unica strada è quella di stare dietro alle persone che conosciamo per controllarne le mosse». 11 problema, dunque, è quello della prevenzione. Da tre giorni, al Viminale, gli uomini dell'antiterrorismo sono mobilitati su questa vicenda; «Situazione attentamente seguita», ha scritto il capo della polizia al ministro dell'Interno dopo gli episodi di Firenze e Bologna. La Polizia di prevenzione - l'ex Ucigos,.che coordina tutte le Digos d'Italia - ha sfornato un'informativa che riepiloga la storia deU'«A]f», l'Animai liheration front, nato in Gran Bretagna nel 1982 principalmente come movimento anticaccia. Piccole cose in confronto ai 16 attentati dinamitardi compiuti tra l'82 e l'86, fra i quali quattro lettere esplosive inviate a politici inglesi. In Italia esiste il Fla, Fronte liberazione animali, gruppo minoritario all'interno della galassia ecologista, «che ha assunto, specie negli ultimi anni, intendimenti anarcoidi teorizzando, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, la pratica sistematica di atti di violenza su persone e proprietà con le cosiddette "azioni dirette"». Il Fronte, che a volte utilizza la sigla inglese «Alf», è comparso la prima volta nel 1982, a Udine, rivendicando un attentato incendiario ad un centro di tiro al piccione. Da allora s'è fatto vivo con telefonate, lettere minatorie, scritte sui muri, piccoli danneggiamenti o azioni per liberare gli animali negli allevamenti, sempre al Centro-Nord. Potenziali obiettivi delle azioni sono le multinazioni e tutti coloro che in qualche modo «trattano» gli animali a scopo di lucro: dalle pelliccerie ai fast-food, dalle macellerie ai laboratori medici e farmacologici, fino agli allevamenti e alle associazioni venatorie. Le azioni più eclatanti, prima dei panettoni, si sono avute proprio a Bologna e Firenze. Qui, il 10 maggio di quest'almo, hanno bruciato alcuni autocarri della «Vannuzzi» che distribuisce i prodotti Nestlé; a Bologna, nell'aprile '96, hanno «assaltato» i laboratori dell'ospedale Sant'Orsola, per liberare le cavie. Per questa azione sono sotto processo sei militanti «animalisti». Il Comitato di liberazione animale viene segnalato come «particolarmente attivo» con la diffusione di una rivista, «Animai n. 0 - Pagine ecologiste anarchiche» che incita ad «azioni dirette» ed elenca i militanti stranieri detenuti «per reati animalisti». In Italia il leader del Fronte animalista è quel Riccardo Duria, quarantenne insegnante elementare di Udine, che ha già pubblicamente applaudito alle ultime azioni di sabotaggio. La Nestlé è da tempo nel mirino di questa frangia di ecoterroristi, accusata di manipolazione genetica nel corso del proprio ciclo produttivo; esiste perfino una «Rete italiana boicottaggio Nestlé» che però, finora, ha prodotto solo volantini. Giovanni Bianconi

Persone citate: Riccardo Duria