Cossiga da Gheddafi, «mediatore» per Lockerbie di Giovanni Cerruti

Cossiga da Gheddafi, «mediatore» per Lockerbie La Libia tenta la «carta italiana» per uscire dall'isolamento dopo la missione senza risultati di Kofi Annan Cossiga da Gheddafi, «mediatore» per Lockerbie «Sono stati loro ad invitarmi. Il nostro governo? E al corrente di tutto» TRIPOU DAL NOSTRO INVIATO Alle 7 di sera, quando saluta il figlio, l'ingegnere Seifallislam, Francesco Cossiga ha la conferma. «Entro domenica sera mi incontrerò con Muhammar Gheddafi». Oggi. Cossiga, nella suite al decimo piano dell'hotel Mehari, è quasi arrivato alla meta. Motivo della visita? «Sono stato invitato, vedremo...». Per ora è prudente, l'ex Presidente, tanto che, un'ora prima, si era stupito nell'apprendere che a Vienna Massimo D'Alema aveva detto che lui, qui, avrebbe parlato con Gheddafi della vicenda Lockerbie. Dichiarazione, quella di D'Alema, che aveva provocato l'irritazione del Polo. Riuscirà, a Tripoli, dove una settimana non era riuscito Kofi Annan, Cossiga? Altra prudenza. Qualche secondo di tempo, e arriva la risposta: «No comment». L'arrivo era stato trionfale: passa Cossiga, «l'ospite di riguardo», e la polizia di Tripoli blocca il traffico e le strade. Un invito che Gheddafi stava preparando da mesi, questo. Dopo un incontro con Enzo Carra, già portavoce di Arnaldo Forlani, già protagonista e vittima di Mani Pulite, in Libia per un reportage tv, si è mosso il figlio di Gheddafi, Seifallislam, ingegnere e gran tifoso juventino. Un contatto in ottobre, un altro a metà novembre con viaggio a Roma per incontrare Cossiga. «Ne ho parlato con D'Alema e Dini, ho chiesto che l'invito fosse rivolto a me, alla mia persona, non al rappresentante di un partito sia pur piccolo». Cautela, insomma. La Libia dell'embargo e del colonnello Gheddafi va maneggiata con attenzione. Tra l'assaggio di un dattero e un mandarino, Cossiga resta cauto: «Non so perché mi hanno invitato, ma ho le mie ipotesi». La prima, dopo il documento sulla normalizzazione dei rapporti tra Italia e Libia, è che Gheddafi voglia uscire dall'isolamento. La Libia è sotto embargo dall'aprile '92, e questa è la vicenda Lockerbie. L'aereo Pan Am Francoforte-New York che esplode nel cielo di Scozia la sera del 21 dicembre 1988. Accusati sono due libici, che il Colonnello avrebbe poi definito «iene puzzolenti». E l'embargo, iniziato quando la Libia si rifiutò di consegnare i due accusati, non finirà se non quando il Colonnello accetterà un accordo con Stati Uniti e Inghilterra. Kofi Annan, la settimana scorsa, era arrivato a Tripoli con ottimismo. Il Colonnello ha detto sì all'estradizione e al processo a L'Aja, Olanda, tenuto da una Corte scozzese. Ma vuole garanzie. Ad esempio che il processo si limiti alle responsabilità individuali, senza infilarsi nella ricerca di mandanti. 0 che, nel caso di condanna i due libici possano tornare e scontare la pena a Tripoli. Annan ha riproposto, nel caso di condanna il carcere in Olanda o Scozia. Gheddafi non ha detto sì, ma neppure no. Non ci fosse stata la dichiarazione di D'Alema, per Cossiga sarebbe stato più facile evitare l'argomento Lockerbie. «Io - aveva appena detto, e sempre con cautela - a Gheddafi questo problema non lo pongo di certo. 0 ne parla lui, oppure io sto zitto. Dall'Italia, prima che saltasse il satellitare erano arrivate altre voci e mezze frasi come quella sull'intenzione di Cossiga, magari dopo aver letto un'intervista di Gheddafi a «il manifesto» («Quella del popolo curdo è una causa giusta») di trovare una via d'uscita per Ocalan. «Ma non se n'è assolutamente parlato con nessuno!», si è stupito. E sempre sulla linea della cautela, ben diverso dal Cossiga di un mese fa tra Madrid e il Paese Basco, aveva cominciato a ragionare sull'eventualità che l'incontro con Gheddafi saltasse: «L'invito e la mia visita sarebbero comunque fatti eccezionali. Non esistono precedenti. Può essere che invitando un ex capo dello Stato vogliano avere un amico in più». Ma l'incontro con al Qaid ci sarà. «Con mio padre potrete parlare di tutto, liberamente», gli ha assicurato il figlio. Cossiga da mezzanotte è in attesa. Massima disponibilità da parte sua. La Libia - come dice Enzo Carra ha scelto l'Europa e in Europa ha scelto l'Italia». Cossiga sa che Gheddafi vuole un rapporto, «specialissimo» dice, con l'Italia: «Loro dicono che abbiamo avuto il coraggio di chiudere la partita e riconoscere i danni del colonialismo. Si attendono che li si consideri in modo quasi naturale. Come per gli indiani a Londra. Chiedere che l'Italia non si dimentichi cosa sono i libici è più che una richiesta diplomatica una realtà». La realtà di oggi è l'incontro con Gheddafi e quello che si diranno. Cossiga nasconde ancora le sue intenzioni, ma non la curiosità: «Non l'ho mai conosciuto, ma lo considero un leader atipico ripeto atipico rispetto agli altri mediorientali, un capo popolare di carattere carismatico e tribale». Che oggi, in una tenda lo tratterà con riguardo e amicizia: «Bevi con me questo latte di cammella...». E parliamo pure di Lockerbie. Giovanni Cerruti L'ex Capo dello Stato Francesco Ccssiga Alla sua destra il colonnello Gheddafi