BUIO AL CONGRESSO DI VIENNA

BUIO AL CONGRESSO DI VIENNA BUIO AL CONGRESSO DI VIENNA COME nel 1815 I'Hofburg di Vienna è stato teatro di una restaurazione. Il Consiglio dell'Unione europea si è concluso tra aspri contrasti sull'Agenda 2000, un passo indietro sull'apertura a Est e molta deludente retorica sul lavoro. Contrario nell'89 all'unificazione tedesca e contrario nel '98 all'Euro, era diffìcile pensare che Schroeder potesse dare visione e impulso all'Europa, pur alla vigilia del semestre tedesco di presidenza dell'Unione. Che Schroeder «agiti la borsetta» come Margaret Thatcher è in parte comprensibile, ma che ciò lo porti a frenare l'apertura a Est, di cui la Germania è massima beneficiaria, e le riforme istituzionali dell'Unione, dimostra che, a differenza di Kohl, egli non tutela gli interessi nazionali tutelando quelli europei. L'Europa infatti non è per Schroeder che la proiezione del gioco politico interno. Ciò che gli preme non sono nemmeno gli interessi del Paese, ma quelli propri politici. Anche l'impegno del patto europeo per il lavoro si è svuotato. Nulla di nuovo è emerso rispetto alle proposte che l'Ue aveva già pronte, se non l'impegno a obiettivi «vincolanti» di creazione di lavoro, obiettivi che Schroeder non ha voluto fissare a Bonn per il suo «Patto per il lavoro» e che ora invece dovrebbero valere in Europa. Non l'Europa delle nazioni, ma l'Europa dei governi è il frutto della restaurazione viennese. Carlo Bastasin

Persone citate: Carlo Bastasin, Kohl, Margaret Thatcher, Schroeder

Luoghi citati: Europa, Germania, Vienna