Mozart seduce Milano nel segno di Brook di Maria Giulia Minetti

Mozart seduce Milano nel segno di Brook Folla al Piccolo per lo spettacolo diretto da Harding e i vip rifiutano il paragone con la Scala Mozart seduce Milano nel segno di Brook Confalonieri: «Non "melandriamo", a me piace tutta l'opera» MILANO. Milano è arrivata al Piccolo Teatro compatta, festosa. La prima del «Don Giovanni» di Mozart, regia di Peter Brook, direzione del giovanissimo, attesissimo Daniel Harding, il ventiduenne enfant prodige della bacchetta, ha rinnovato l'en plein della prima di «Così fan tutte», che a gennaio aveva inaugurato il teatro con l'ultima regia di Giorgio Strehler. Aleggia nell'aria il paragone con la Scala: più entusiasmo per Mozart che per Wagner? Ecco l'ex presidente del Piccolo, Carlo Camerana, che il Sindaco ha appena insignito dell'Ambrogino d'oro per meriti culturali, e che però al «Crepuscolo degli dei» non s'è visto. Come mai? Camerana non accetta polemiche: «Alla Scala non c'ero per il semplice motivo che non era il mio turno. Per antica abitudine vado al turno A. Sono qui perché ho un grande affetto per il Piccolo, ma non faccio differenze, né ho preferenze, fra Mozart e Wagner». Più puntuta Giulia Maria Crespi, ex proprietaria del «Corriere della Sera», first lady dell'alta società milanese (i giornali la chiamano «la zarina»). (Alla"prima della Scala non vado perché non sono una vip - dichiara con squisito snobismo - ma sono una wagneriana fanatica, "Il crepuscolo" sono andata a sentirlo la sera successiva. Sono andata tremante e sono uscita folle d'entusiasmo. Una direzione meravigliosa. E so di cosa parlo, perché alla Scala l'ho sentito diretto da Furtwàngler! Stasera sono qui soprattutto per Peter Brook e per il giovane direttore. Ne ho sentito parlare in modo straordinario». In compagnia di Flavio Caroli, consulente artistico del Comune, arriva Roberto Escobar, il direttore del Piccolo. Ha già fatto sapere di aver parlato con il ministro della Cultura, Giovanna Melandri, rampognata da Riccardo Muti per la sua assenza alla Scala. Il ministro ha detto a Escobar che farà di tutto per venire a Milano ad ascoltare una replica del «Don Giovanni», ma intanto non è qui. Escobar la giusti¬ fica con calore: «L'avevamo invitata e ci aveva già risposto, con una lettera gentilissima, che non avrebbe potuto essere presente. La vedrò il 17 a Roma, perché è giusto che vada a trovarla. Come diretto interessato alla legge sui finanziamenti». Meno lettere e più presenze, non sarebbe meglio? «Guardi, oggi ho fatto un rapido calcolo. A occhio e croce negli ultimi trent'anni abbiamo avuto più di 25 ministri della Cultura, e quasi tutti sono stati presentissimi. Ma di concreto, a Roma, non è mai successo nulla. Allora dico: la presenza vera è seguire in Parlamento le sorti e le ragioni della cultura. Questo mi aspetto dal ministro Melandri». Il gioco favorito è però quello di capire chi sia il seduttore della serata: se «Don Giovanni» o il suo regista, se Mozart o Peter Brook. Ermanno Olmi la butta sul ridere: «Be', Mozart è niente male, e Brook mi sembra all'altezza. Un'accoppiata discreta, che ne dite?». Alessandro Baricco preferisce invece para- f gonare i due grandi eventi musicali di questo inizio della stagione milanese, il Wagner scaligero e il Mozart del Piccolo: «Voto Mozart contro Wagner. Sono qui per Mozart». E la regia di Peter Brook, non la incuriosisce? «Mi incuriosisce soprattutto il giovane direttore d'orchestra». Luca Barbareschi è di parere opposto: «Amo Mozart, ma sono qui per Brook. E' il grande maestro di tutti noi». Il sindaco Albertini, l'unico in smoking tra i presenti, smentisce la sua abituale cordialità fuggendo protetto dai suoi. «Ha sentito odore di "melandrite"», ride Ottavio Missoni, qui con la moglie Rosita. A proposito, voi stilisti non vi siete fatti vedere alla Scala, ed eccovi invece qui. Perché? «Mai stati alla Colonna e Scaltr prima», chiarisce Rosita Missoni. ((Aspettiamo il turno D». Riccardo Illy alla Scala non c'era, ma non deve essere un habitué della Urica, comunque. «Sono contento di vedere un'opera che non ho mai visto». Insomma, Mozart vince sui Brook ai punti. Fedele Confalonieri rifiuta scelte e contrapposizioni, Mozart, o Brook, Wagner o Mozart. E, caccia i giornalisti con un imperioso: «Non melandriamo». Maria Giulia Minetti Colonna e Scaltriti in una scena del «Don Giovanni»

Luoghi citati: Milano, Roma