Scoprì il sapore dell'Erba Voglio di Marco Belpoliti

Scoprì il sapore dell'Erba Voglio Milano ricorda Elvio Fachinelli Scoprì il sapore dell'Erba Voglio Si chiude oggi a Milano il convegno dedicato a Elvio Fachinelli (// desiderio dissidente). Temi della giornata «L'itinerario psicoanalitico», la politica, la filosofia, la scrittura. Intervengono, fra gli altri, Silvia Vegetti Finzi, Lea Melandri, Piergiorgio Bellocchio, Goffredo Fofi. N, EGLI Anni Cinquanta Elvio Fachinelli è un medico psichiatra; si avvicina alla psicoanalisi; è allievo di Mu I satti, traduce in collaborazione con la moglie Herma Trettl, L'interpretazione dei sogni di Freud. Ha poco meno di quarantanni e insieme a due amici, pubblica una rivista II corpo tra il '65 e il '68. Legge Lacan non ancora di moda. Lo scoppio della rivolta studentesca non lo coglie impreparato. Scrive su Quaderni piacentini, nel febbraio del 1968, un articolo intitolato Il desiderio dissidente, nel quale schizza il disegno di una società in cui la figura patema è sempre più debole e in cui la promessa della liberazione dal bisogno materiale si accompagna alla minaccia della perdita dell'identità personale. Insieme a un gruppo di insegnanti, dà vita a una esperienza di riflessione sulla scuola autoritaria, sul rapporto tra individuo, educazione e società; nasce a Milano un asilo per bambini autogestito; segue un convegno sulle esperienze anti-autoritarie nella scuola italiana. Subito dopo, nel bel mezzo della crisi italiana, fra trame nere e Brigate rosse, Fachinelli e i suoi amici danno vita a L'erba voglio, una rivista che tra il 1971 e il 1977 pubblica 28 numeri. Se ci si vuol rendere conto di che cosa siano stati gli Anni Settanta, al di là del terrorismo e della storia politica «maggiore», di che cosa sia stato il filone antiautoritario, che ha anticipato i temi del ((privato» e del «personale», che oggi sono diventati senso comune, bisogna leggere questa rivista, magari nell'utile antologia curata da Luca Melandri per Baldini 8~ Castoldi. La rivista cessa mentre iniziano le loro pubblicazioni le Edizioni L'erba voglio dirette da Fachinelli stesso; qui escono libri strani e inconsueti, che danno ugualmente conto dei sommovimenti tellurici, dei piccoli o grandi terremoti del periodo, Tra il 1974 e il 1989, anno della sua morte Fachinelli ha pubblicato quattro libri, uno più interessante dell'altro. A partire da La freccia ferma raccontano tutti la storia di un'indagine, che prende avvio dalle vicende analitiche dei suoi pazienti. L'argomento di cui trattano è infatti il tempo: quello bloccato di un uomo che cerca di annullarlo attraverso minuziosi rituali in La freccia ferma; il tempo chiuso dell'analisi che richiama il tempo intrauterino, dove accadono avvenimenti che siamo soliti attribuire al paranormale (Claustrofilia); o ancora il «tempo senza tempo» della mistica (La mente statica). In quest'ultimo libro, scritto quando già sapeva di essere ammalato di cancro, Fachinelli elabora l'idea di una identità che abbandona se stessa a vantaggio di «un riassorbimento nell'oceano materno»; questa gioia - perché è davvero un'esperienza gioiosa - si situa al di là di quello che Freud chiamava il «principio di piacere», in cui «la riduzione della tensione, perseguita per evitare il dispiacere, declina verso un punto zero, verso la cessazione di ogni tensione, cioè della vita stessa». Cosa c'entra tutto questo con il Sessantotto? Con le pratiche antiautoritarie? Col «movimento del '77»? Uno dei temi principali del «movimento» era proprio quello del tempo, o meglio quello di trasformare il tempo in spazio, come dimostrano la musica rock o l'uso estatico delle droghe. Allargare la coscienza, usare l'immaginazione, fare del corpo uno strumento sensibile di conoscenza: sono tutte parole d'ordine degli Anni Sessanta e Settanta. Lo scopo? Quello di trascendere il tempo, di raggiungere una dimensione che è al di là del presente. Ebbene, Fachinelli, che su questa strada si è incamminato, fornito del suo bagaglio di analista del «desiderio dissidente», ci ha avvisati: là, in quel luogo ipotetico, inseguito da mistici, scrittori, poeti, musicisti, matematici, ci attende il «sentimento oceanico»: né attesa né timore, soltanto meraviglia. Marco Belpoliti

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