Olivetti e Mannesmann «blindano» la Omnitel di Zeni
Olivetti e Mannesmann «blindano» la Omnitel Un'Opa sull'americana Ccil Olivetti e Mannesmann «blindano» la Omnitel Anche Bell Atlantic nell'operazione Il titolo di Ivrea galoppa in Borsa MILANO. Un'Opa da un miliardo e mezzo di dollari, 2400 miliardi di lire, lanciata da Olivetti e Mannesmann sull'americana Cellular Communication International (Ccil) per blindare, di fatto, il controllo di Oliman e quindi mettere al sicuro il gioiello Omnitel. E' di ieri pomeriggio, la Borsa chiusa da un quarto d'ora abbondante, l'ultima notizia arrivata da casa Olivetti: da giorni in Piazza Affari il titolo era tra i pochi in controtendenza, mentre tutto scendeva, saliva, saliva, spinto, erano le spiegazioni degli analisti, dalle attese di risultati senza precedenti per le controllate Infostrada e Omnitel protagoniste, aggiungevano, di una campagna abbonamenti (nel fisso e nel mobile) sorprendente. E invece, risultati a parte, ecco l'Opa sull'americana Ccil, una finanziaria quotata al Nasdaq (prezzo di ieri, prima della sospensione: 65 dollari), controllata da un lista infinita di fondi Usa, dal Fidelity a Janus ad Hbk, che in pancia ha una sola partecipazione (comprata a suo tempo per 50 milioni di dollari) che è appunto il 10,3% di Omnitel posseduto attraverso un 14,7% in Omnitel sistemi radiocellulari, che a sua volta possiede il 70% di Omnitel. Che dire? Sorpresona. Anche se manovre attorno a questa Ccil, e quindi al 10,3% di Omnitel, erano già state fiutate tempo fa quando al Nasdaq molti davano per possibile il lancio di un'Opa da parte della Bell Atlantic, anch'essa azionista (col 20%) della seconda società di telefonini italiana. Ebbene, Bell Atlantic, si è poi saputo, parteciperà di fatto all'Opa annunciata ieri (e che dovrebbe chiudersi a febbraio) da Olivetti e Mannesmann, esercitando un'opzione su un terzo del 10,3% che, in tal modo, finirà per costare ai tre azionisti, Olivetti, Mannesmann e Bell, 500 milioni di dollari per ognuno, in lire 800 miliardi tondi tondi che, nel caso dell'Olivetti, saranno per giunta più che compensati dai 670 miliardi che (sempre a febbraio) arriveranno da Mannesmann come rata dell'acquisto di capitale della società. I più contenti, c'è da immaginare, saranno gli azionisti della Cellular che avevano investito 50 milioni di dollari per il fatidico 10,3% e lo cedono adesso (a 67,50 dollari per azione) a 1,5 miliardi di dollari: una performance invidiabile che, detto per inciso, fissa in 23-24 mila miliardi il valore complessivo di Omnitel, tutto sommato meno di quanto stimato in recenti report di importanti analisti come Giubergia-Warburg che aveva fatto la cifra di 43 mila miliardi. Affare d'oro per tutti, insomma. Per i fondi proprietari della Ccil. Ma anche per Olivetti e Mannesmann, azionisti unici di Oliman, che hanno speso forse meno del prevedibile per aumentare (e blindare) il loro controllo su Omnitel che salirà (sempre se la Bell ritirerà il suo 3,1% portandosi al 23,1%) dall'attuale 40% al 46,9% cui va aggiunto un altro 8,3% (fuori quota Oliman) in mano ai tedeschi di Mannesmann. Resterà invece immutata al 15,5% la partecipazione di Air Touch. Armando Zeni Carlo De Benedetti fra Carlo Azeglio Ciampi e Mario Monti alla presentazione, avvenuta giovedì, della Fondazione dedicata al padre Rodolfo. L'istituzione punta a promuovere la ricerca su Welfare, disoccupazione e politiche sociali
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