L'Antitrust boccia le Fondazioni di Francesco Bullo

L'Antitrust boccia le Fondazioni Dall'authority un invito a governo e Parlamento perché si cambi il disegno di legge L'Antitrust boccia le Fondazioni Con/industria: ne volevano fare dei mostri ROMA. Dopo molte polemiche (l'ultima è stata tra senatori e deputati Ds) e la mediazione di Ciampi, il disegno legge sulle fondazioni bancarie doveva approdare lunedì nell'aula di Montecitorio per essere approvato, entro giovedì, così come licenziato da Palazzo Madama. Ma sul provvedimento è arrivata ieri una doccia fredda: la «bocciatura» dell'Antitrust che in una lettera a governo e Parlamento denuncia i rischi di una «situazione distorsiva della concorrenza» che potrebbero derivare dall'ole definitivo al disegno di legge. Nel mirino dell'organo di vigilanza sono due emendamenti passati al Senato che consentono alle fondazioni di detenere il controllo di fatto delle imprese bancarie partecipate e di esercitare l'attività di impresa in qualsiasi settore economico. Tutto ciò, sostiene l'Antitrust, modifica «profondamente il significato originario della riforma, inducendo al contempo rilevanti distorsioni dell'assetto concorrenziale». Questi due emendamenti, infatti, «da un lato perpetuano la presenza delle fondazioni nel settore bancario, dall'altro addirittura consentono alle fondazioni di estendere il proprio ambito di intervento ad altre attività di impresa ed al contempo di mantenere lo status di ente non commerciale e i benefici tributari che ne derivano». L'Autorità presieduta da Giuseppe Tesauro auspica quindi che «nella definitiva approvazione del disegno di legge siano tenute nel debito conto le esigenze di tutela della concorrenza nel sistema economico italiano». Un pronunciamento duro e motivato, del quale non si può far finta di nulla, che riinnesca la polemica. In campo scende la Confindustria che chiede correzioni al ddl: va modificato, dice, perché la versione che la Camera si appresta ad approvare è peggiorativa rispetto a quella originaria del Tesoro. Senza interventi, perla Confindustria, «c'è il rischio di trasformare la privatizzazione delle aziende bancarie detenute dalle fondazioni in un opposto processo di surrettizia ripubblicizzazione di parte del sistema economico nazionale». Taradash di Forza Italia e Della Vedova (Lista Palmella) rincarano la dose. «C'è un giudice in Italia! Le dure obiezioni - tuonano i due parlamentari - mosse dall'Antitrust dimostrano la fondatezza della lotta che con pochi altri stiamo conducendo da mesi contro l'approvazione di una legge contro il libero mercato, frutto delle peggiori logiche di controllo statalista e partitocratico dell'economia». Aggiungono che la Camera «non può che considerare le obiezioni dell'antitrust e mettere mano ad una radicale riscrittura del testo. Per conto nostro, l'unica soluzione continua ad essere la liquidazione delle fondazioni, che, anche se operassero solo nel "no profit", rappresenterebbero comunque una aberrazione». E da Torino anche il responsabile economico dei Ds, Lanfranco Turci, ribadisce le perplessità già sollevate nei giorni scorsi sul disegno di legge delega di riforma delle fondazioni bancarie, licenziato dal Senato, e conferma la netta incompatibilità fra gli amministratori delle Fondazioni e quelli delle banche. Gli fa eco il senatore ds Franco Debenedetti: «Questa legge, nata per rendere le banche dei purosangue, cioè finalmente come tutte le altre, finirà invece per rendere molte imprese non bancarie dei centauri mostruosi con, al loro interno, le fondazioni semi-politiche. Lo dice oggi anche l'Antitrust, lo dice Con- findustria, lo aveva detto la Consob. Lo dice da tempo chi, come me, ha tentato di evitare questo errore». Un pronunciamento, quello dell'Antitrust, che come si vede ha trovato consensi, oltre che da Confindustria, anche da rappresentanti autorevoli dell'opposizione e della maggioranza. Mauro Agostini, relatore di maggioranza del ddl alla Camera, lo riconosce, come non sottovaluta la raccomandazione dell'Autorithy: è «un contributo importante alla discussione che c'è stata nelle scorse settimane», un «pronunciamento significativo» perché «viene da una fonte di grande rilievo». E allora? Agostini conferma l'orientamento politico, con un ordine del giorno e decreti legislativi stringenti, ma sottolinea che, prima di discutere in aula il provvedimento, lunedì prossimo, nel corso del fine settimana «valuteremo, ci sentiremo con il governo». Insomma, i giochi sono ancora aperti. Francesco Bullo

Persone citate: Agostini, Ciampi, Della Vedova, Franco Debenedetti, Giuseppe Tesauro, Lanfranco Turci, Lista Palmella, Mauro Agostini, Taradash

Luoghi citati: Italia, Roma, Torino