Industria in calo a settembre di Bruno Gianotti

Industria in calo a settembre Industria in calo a settembre Consumi fermi, scendono fatturato e ordini AUTUNNO FREDDO Ln ROMA m INDUSTRIA ha perso colpi in settembre, il fatturato è sceso sensibilmente anche rispetto ad agosto, un mese tradizionalmente fermo per ferie, e sono scesi ancora di più gli ordini dei carnet. Discese particolarmente vistose sul mercato interno, anche se qualche sintono di ripresa si intravvede per l'auto e per i mobili. L'andamento segnalato dall'Istat non fa altro che confermare le previsioni sulla discesa del prodotto interno lordo e le preoccupazioni del ministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi sulla crescita inferiore alle potenzialità del Paese. Anche il Fondo monetario si sbilancia sulle stime: giudica che l'Italia sia rimasta indietro rispetto all'Europa (anche il Pil dell'Unione verrà rivisto al ribasso), ma anticipa che l'anno prossimo, grazie ai bassi tassi di sconto, risalga intorno al 2%. Il settembre dell'industria è stato difficile. La produzione non ha tenuto il ritmo di agosto: la crescita del fatturato è passata dall'1,7% allo 0,4% per colpa, soprattutto, dei ridotti consumi interni (0,1% l'incremento), a malapena compensati dal + 1,1% dei mercati esteri. Gli ordinativi passano da un incremento del 3,2% ad un più modesto 1,5%, dovuto alla diminuzione sia sul mercato italiano (-0,9%) che sull'export (-2,5%). Resta comunque positivo l'andamento dei primi nove mesi dell'anno. Rispetto allo stesso periodo del '97, il fatturato dell'industria risulta aumentato del 3,3%, per effetto dedgli incrementi di vendite (2,2% sul mercato interno, 5,4% sull'estero). Più alto l'attivo degli ordinativi: 4,2% complessivo, per le crescite del 2,2% (interno) e, soprattutto del 7% (estero). In settembre, la crescita settoriale più vistosa è stata quella del legno (+5,2% il fatturato), seguita da tessile e prodotti pe- troliferi (+4,8%). In deciso calo sono state registrate nell'industria dei metalli (-6,6%) e nella chimica (-3,9%). L'indice degli ordinativi fa intrawedere una certa ripresa per i mezzi di trasporto ( + 14,6%) e per i mobili (+8,2%), accanto a una contrazione per l'industria dei metalli (-10,4%), conciaria e cartaria (9,3%). Se i dati di settembre alimentano il pessimismo sulla crescita del prodotto interno lordo nel '98, le stime del Fondo monetario internazionale accreditano una piccola risalita al 2% nel '99. La valutazione è di Michael Moussa, consigliere economico del Fondo, al seminario promosso da Aspen Institute Italia. Moussa sostiene che «l'Italia è restata un po' indietro rispetto al resto d'Europa: la discesa del tasso di sconto favorirà la crescita, ma non immediatamente; nel '99 sarà ancora debole e, decimale in più o in meno, dovrebbe raggiungere il 2%». E la relazione del Fmi che verrà pubblicata entro una decina di giorni rivedrà leggermente al ribasso anche le stime di crescita dell'Europa, mentre verranno decisamente tagliate le stime di Asia e America Latina due aree, secondo Moussa «ancora critiche». Sostanzialmente d'accordo Pier Carlo Padoan, consigliere economico del premier D'Alema. In una intervista a Reuters Tv giudica eccessivamente pessimistiche le previsioni di Confindustria (crescita del Pil all'1,3% nel '98 e all'1,9% nel '99). «Dovrebbe andare un po' meglio e non ci sono assolutamente preoccupazioni per l'o¬ biettivo deficit/Pil: è stato già centrato non si tratta di raggiungerlo». Il messaggio è rassicurante: anche nella peggiore delle ipotesi, dice Padoan, la situazione italiana «è assolutamente tranquilla», quindi nel 2002 si raggiungerà il pareggio di bilancio. Padoan non dice come, perché «le modalità tecniche con cui si arriverà a quell'obiettivo dovranno essere guidate di volta in volta». E Carlo Scognamiglio, ministro della Difesa, mette tra i fattori di incertezza anche l'effetto Clinton. La crescita del prodotto interno lordo nel '99, spiega al convegno Aspen «dipenderà anche dal fatto se ci sarà o meno un "impeachment" del presidente Usa. L'Italia dovrebbe qumdi sperare che non si apra la procedura». «Un incremento del 2,5% - secondo Scognamiglio non sarebbe credibile nel caso dell'impeachment. E dell'influenza sull'economia italiana di questa vicenda abbiamo visto i prodromi a settembre». Bruno Gianotti Il ministro dell'Industria, Bersani

Persone citate: Bersani, Carlo Azeglio Ciampi, Carlo Scognamiglio, Clinton, D'alema, Michael Moussa, Padoan, Pier Carlo Padoan, Scognamiglio