Solidarietà, patto di ferro tra le ministre di Gigi Padovani

Solidarietà, patto di ferro tra le ministre Solidarietà, patto di ferro tra le ministre Al convegno di Foligno la Jervolino e la Turco d'accordo: combattiamo la tratta dei clandestini «Sì al voto agli immigrati» FOLIGNO DAL NOSTRO INVIATO «Cara Rosa, ti propongo un patto: lavoriamo insieme nel governo sui temi dell'immigrazione, dell'infanzia, dei soggetti deboli». «Cara Livia, ho ammirazione per quanto stai facendo. Si possono ora realizzare gli ideali di solidarietà per i quali si sono battute le grandi forze popolari dieci anni fa». Di fronte a due mila volontari giunti a Foligno da tutta Italia per la Terza Conferenza nazionale del settore «no profit», le due donne forti del governo D'Alema - Livia Turco, ministro alla Solidarietà sociale, e Rosa Russo Jervolino, ministro dell'Interno - hanno siglato un «patto di ferro» contro l'esclusione sociale che ha come garanti proprio quei quattro milioni di italiani che dedicano parte del proprio tempo agli altri, qui rappresentati dai loro dirigenti. I punti di questo accordo, siglato da un bacio e da un abbraccio tra «l'amica Livia» e una «commossa Rosetta» - «anche se non si addice forse a un ministro dell'Interno questo sentimento» - sono due: dare diritto di cittadinanza agli immigrati attraverso il voto amministrativo e combattere «la tratta di creature umane verso le nostre coste e la riduzione in schiavitù delle giovani prostitute». Non a caso due donne, non a caso una ex comunista e una ex demoscristiana - con comune radici culturali cattoliche - sono riuscite a conquistare una platea di solito diffidente verso le istituzioni e il governo. Anche se i temi della Conferenza, che domani verrà a chiudere il presidente del Consiglio D'Alema, sono tanti e riguardano soprattutto il rapporto che enti locali e governo riusciranno a instaurare con il privato sociale per migliorare un «welfare State» sempre più in difficoltà, inevitabilmente il problema dell'immigrazione è stato al centro dell'intervento e delle dichiarazioni del ministro dell'Interno. Fra pochi giorni, il 15 dicembre, scadono i termini per la regolarizzazione degli extracomunitari: le domande presentate sono già 300 mila, mentre i posti previsti dalla legge sono soltanto 38 mila. Che succederà? Parlando con i giornalisti, a chi le chiedeva se esiste una contrapposizione tra il «cattivo Napolitano» - che impose quei limiti - e la «buonista Jervolino», il ministro dell'Interno ha replicato: «C'è continuità nelle politiche del nostro governo rispetto a quello presieduto da Prodi. Tutti gli immigrati in regola potranno restare. Si può sdrammatizzare il problema: gli immigrati devono sapere che, se hanno i requisiti, saranno regolarizzati, magari non a dicembre ma nel marzo '99». C'è piuttosto un rammarico del responsabile del Viminale: il fatto che non sia passato il diritto di voto amministrativo, che invece va loro riconosciuto per «evitare di farne cittadini di serie B». E' la linea della fermezza, ma nel riconoscimento dei diritti di cittadinanza, «co¬ me ha ricordato anche il Presidente Scalfaro dall'Australia». Ma le assonanze tra le due ministre non si fermano qui: i delegati alla Conferenza del volontariato in questi tre giorni devono discutere sulla riforma della legge 266, varata nel '91 proprio da Rosa Russo Jervolino, che dieci anni fa, da Assisi, guidò il primo di questi appuntamenti triennali. E Livia Turco è stata accolta dagli applausi quando ha ricordato che il volontariato deve difendere la sua identità, come sancito da quella legge: la gratuità dell'azione di chi si fa carico di un'altra persona in difficoltà. Quanto allo scontro latente tra le due anime del «no profit» - le associazioni di volontariato puro e il terzo settore che si trasforma in impresa -, il ministro alla Solidarietà sociale si è schierato al fianco di chi «non vuole trasformare il privato sociale in business», in sintonia con le posizioni della Chiesa, ribadite in apertura dei lavori anche dal vescovo di Foligno, monsignor Arduino Bertoldo. Ma Livia Turco chiede al governo e al Parlamento un impegno più forte, «al centro dell'agenda politica», perché venga approvata la riforma dell'assistenza sociale, perché aumenti il sostegno alle famiglie, perché infine l'esperienza del volontariato «diventi soggetto della concertazione con il governo». In pratica, Misericordie e cooperative per ex tossicodipendenti devono diventare un interlocutore di pari dignità delle parti sociali tradizionali, sindacato e Confindustria. Tanto che per il ministro l'etica della solidarietà deve diventare il nuovo punto di riferimento per le politiche sociali pubbliche. Questo presuppone un cambio di prospettiva, con Stato e associazionismo che collaborano mantenendo i propri ruoli, in modo che «non ci si ricordi dei volontari solo nell'emergenza». Gigi Padovani Immigrati, tossicodipendenti, profughi, malati, donne violentate: a loro si rivolge l'impegno dei duemila volontari che si sono riuniti a Foligno

Luoghi citati: Assisi, Australia, Foligno, Italia