«Gesto di pura follia»

«Gesto di pura follia» «Gesto di pura follia» «Il veleno non si ferma con il veleno» IL NOBEL DARIO FO SONO appena tornato da Madrid. Sono quasi le nove di sera e ho una fame della madonna. Sa che faccio? Quasi quasi addento una bella fetta di panettone». Che fa, Dario Fo, scherza, mentre le siringhe degli ecoterroristi rischiano di bucare il Natale agli italiani. Non si è scherzato troppo con loro, non lo ha fatto anche lei in passato? Si penta, almeno. «Noi clown sappiamo trasmettere messaggi serissimi con grandi risate. E poi va bene l'allarme, ma non facciamo allarmismi. L'hanno appena raccomandato i tiggì e io mi adeguo, rispettoso. Franca, apri il Motta...». Insomma, stigmatizza o assolve questo attentato dimostrativo nei confronti del gruppo Nestlè? «Né l'uno né l'altro. Condanno. E condanno duramente». Sentenza di poeta, di Nobel o di crociato contro le bio- tecnologie? «Parola di consumatore semplice. Di consumatore di panettoni. Gesti di questo genere sono pura follia, sono metodi controproducenti che sputtanano il lavoro di tutti coloro che combattono contro la produzione di cibi, piante e animali manipolati geneticamente. Ho qui sul tavolo un fax che mi è arrivato pochi minuti fa. E' firmato dalla responsabile del Comitato contro le biotecnologie e contiene un durissimo attacco contro i cosiddetti ecoterroristi di Firenze e di Bologna». Lanci un appello agli estremisti. «Dico loro questo: ragazzi, il veleno non si ferma con il veleno. All'isterismo non si contrapponga l'isterismo, altrimenti siamo tutti perduti. Dobbiamo essere più pazienti, usare la forza della parola: andare a convegni, in televisione, in parlamento, nelle scuole, nelle piazze, nei teatri. Scalate le ciminiere, catturate navi con reti da pesca, incatenatevi davanti ai palazzi del potere. Ma mai, mai la violenza. Non è così che si aiuta la gente a capire, anzi, in questo modo si fa il gioco delle multinazionali che per i loro profitti ci stanno avvelenando la vita e il futuro». Ma lei ha detto più volte: pochi ci ascoltano. E' davvero così? «Sì, per ora sì. Vede, io, e come me credo molti altri, spesso mi sento come Don Quichote, ma nello stesso tempo sono convinto che il mondo potrà essere salvato soltanto dai Don Quichote pieni di poesia e di allegra disperazione. E' successo tante volte in passato, può accadere ancora. Avvelenare i panettoni fa il gioco degli avversari». Però, le obbietto, scaraventa letteralmente l'attenzione della pubblica opinione sul problema, o, se preferisce, sulla battaglia... «Ma lei penserà mica che da og¬ gi nessuno compri più panettoni? O che si informino sulle ricerche di produzione della Nestlè? Un po' di casino su giornali e tv, qualche giorno di gran polvere attorno al caso e poi, puff, tutto tornerà come prima. Con le minacce e la paura non si ottiene nulla. Piuttosto...» Piuttosto? «Piuttosto mi fa rabbia vedere come certe notizie siano dimenticate o sottovalutate». Per esempio? «Lo sa che l'Italia ha deciso, con l'Olanda, di impugnare alla Corte di giustizia europea la direttiva sulla brevettabilità della vita?». Non lo sapevo. «Glielo dico io. Lo ha deciso il governo, ed è una buona cosa. Devo dire grazie a D'Alema, questa volta. Sarà colpa mia che sono distratto ma non l'ho letto sui giornali né sentito alla tv. Ci vuole il veleno perché una notizia faccia notizia». Dario Cresto-Dina «Così si fa il gioco delle multinazionali che per il loro profìtto rovinano vita e futuro» Il Nobel Dario Fo

Persone citate: D'alema, Dario Cresto, Dario Fo, Motta

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Italia, Madrid, Olanda