Sul nuovo 513 è scontro dopo il sì

Sul nuovo 513 è scontro dopo il sì La riforma crea tensione nella maggioranza. Forza Italia: colossale passo avanti Sul nuovo 513 è scontro dopo il sì Contrarigoverno e Udr, giallo sull'intesa Ds-Polo ROMA. Ad un'ora un po' insolita - erano le 22,30 - e con una procedura accelerata, la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato in prima istanza le norme che dovrebbero consentire l'inserimento dei principi del «513» in Costituzione. Il disegno di legge costituzionale per «il giusto processo» è stato approvato giovedì sera da una larghissima maggioranza - dai Ds fino ad An - ma con il voto contrario dell'Udr e il parere negativo del governo, espresso dal sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Ayala. Una doppia dissociazione, quella del governo e quella dell'Udr, che per molte ore ha alimentato dietrologie, che alla fine non sono state del tutto chiarite. Per capire se il parere negativo di Ayala corrispondesse ad una valutazione contraria del governo, è stato necessario attendere 17 ore: erano le 16 di ieri quando il ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Diliberto ha fatto diffondere una nota nella quale si cercava di circoscrivere il dissenso del governo («non c'è contrarietà alla riforma nel suo complesso ») ma nella sostanza si confermava una divergenza: «Le perplessità» si concentrano sulla possibilità di delineare con più chiarezza «una salvaguardia per i testimoni oggetti di minacce, violenze o corruzione da parte del- la criminalità di stampo mafioso». Persino più spinosa - almeno sul piano degli assetti politici la dissociazione dell'Udr, che si è manifestata sullo schieramento che ha varato la riforma: il sospetto del partito di Cossiga e Mastella è che l'accordo sul cosiddetto «super-513» possa preparare il terreno per una più ampia intesa sulle riforme istituzionali tra i Ds e Forza Italia, oramai eletta a nemica dell'Udr. Oltretutto, la riforma costituzionale avviata ieri do¬ vrebbe essere varata con le procedure previste dall'articolo 138 della Costituzione, uno strumento che fino ad oggi il Polo aveva considerato inservibile. E infatti l'accordo notturno sul «super-513», per quanto fosse stato preparato anche da senatori dell'Udr, l'indomani mattina è stato bollato così dal presidente dei deputati Udr Roberto Manzione: «Non so fino a che punto l'intesa possa reggere. Diverse volte ci è capitato di riscontrare che accordi Polo- Ulivo fatti in Senato alla fine alla Camera non passano...». E se l'Udr fa fuoco sull'intesa, Forza Italia esulta con toni enfatici: «Si tratta di un colossale passo in avanti», dice il presidente dei senatori azzurri Enrico La Loggia. Ma dall'atteggiamento dell'Udr prende le distanze il presidente dei senatori Ds Cesare Salvi, uno dei registi dell'intesa sul «super-513»: «Credo che le posizioni assunte dall'Udr non abbiano nulla a che fare con il merito della riforma, anche perché uno dei te¬ sti alla base della proposta della commissione è del senatore Udr Forcieri». Una voce fuori del campo è quella di Antonio Di Pietro: «Nel merito del "giusto processo" sono d'accordo, ma quello che mi ha lasciato stupefatto è che quando vi è un interesse particolare delle forze politiche, un provvedimento riesce ad uscire dalla commissione dalla sera alla mattina». Più articolato il giudizio del leader Ds Walter Veltroni: «Prima del voto in aula penso che si possano fare delle verifiche, anche se nel complesso il provvedimento è coerente con gli indirizzi della Bicamerale». La novità introdotta dalla votazione di giovedì sera non è trascurabile. La commissione Affari Costituzionali e successivamente quella Giustizia del Senato (con il voto contrario dei Ds Bertoni, Fassone e De Guidi, dell'Udr Cortelloni, di Milio della lista Pannella) hanno approvato l'inserimento in Costituzione del principio secondo il quale nessuno può essere con- dannato se, chi lo accusa, si sottrae volontariamente all'interrogatorio dell'imputato o del suo difensore. Le commissioni hanno varato anche la norma di attuazione che deve modulare l'ingresso della norma costituzionale nella realtà processuale e dunque - come si legge nell'articolato - «nei processi penali in corso alla data di entrata in vigore della legge e nei quali si è già conclusa la fase delle indagini preliminari, le dichiarazioni, i cui autori si sono sottratti all'esame dell'imputato, possono essere valutate come prova solo se sussistono elementi di prova di diversa natura». Ma per varare queste norme i registi dell'intesa - il diessino Salvi e l'azzurro Pera - giovedì sera hanno contribuito ad accelerare molto il dibattito nella commissione Affari costituzionali, tanto è vero che non c'è stato neanche il tempo per attendere il parere delle commissione Giustizia del Senato, che poi è arrivato l'indomani mattina. E un'altra prova della accelerazione voluta da Ds e Forza Italia (ma anche da An e Ppi), viene dalla voce che circolava ieri sera in Senato: il provvedimento «licenziato» dalle due commissioni l'altra sera, verrebbe presentato in aula alla vigilia di Natale, il 21 dicembre. Cossiga e Mastella hanno il sospetto che l'intesa prepari il terreno a un abbraccio Ds-Azzurri sulle riforme istituzionali Salvi: le posizioni assunte dall'Udr non hanno nulla a che fare con il merito della riforma COME CAMBIA LACOSTITUZIONE |£E5S5 e-re distolto dal giudico naturale P^^JSÌSSL In base a ¥S^tt«^&*del fatto commesso. c„ttor>osto a misure di fu^'-provvedil-enti giurisdizionali devono essere motivati. alternativi con il Salva la possibilità d, rlt. »"«J£o nale è consensoJ?f^^^K^xlone della regolato dal **£g£jgS«°e parti In prova nel contraddWorio tra te P adizione di P^^JEJJ'«^sicura che la procedimento penale la iegB«* sitTZ^'fUSa,a di abbia la facoltà dJtaET* ° propria difesa; d«l proprio M^SS^J^'^^ provengono le a«i.«l - persone da cui facoltà di onlneré la , SU° CarÌCO; abbi° '« «'nterrogatorirdi per^r^0"6 6 stesse condizionTden-accJsa t T"**? 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Luoghi citati: An, Ds, Roma, Torino