Tav, per Susanna Agnelli chiesta l'archiviazione

Tav, per Susanna Agnelli chiesta l'archiviazione Il pm: legittimo il suo «Comitato per i nodi» Tav, per Susanna Agnelli chiesta l'archiviazione ROMA. Il «Comitato per i nodi», l'organismo costituito nel 1992 allo scopo di «studiare il nuovo modello della funzione ferroviaria nell'evoluzione del sistema di mobilità», operò correttamente, ricevendo dalla Tav somme di denaro congrue nell'ambito dell'attività svolta. Lo ha accertato il pm di Roma Leonardo Frisani, che ha sollecitato l'archiviazione degli atti riguardanti le posizioni di Susanna Agnelli, Renzo Piano, Lorenzo Necci, Emilio Marami, Giuseppe De Rita, Pietro Spirito e Carlo Maria Guerci, tutti componenti del poi disciolto «Comitato per i nodi». Tutti erano indagati, sulla base di una informativa redatta dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta sull'Alta velocità (Tav), per concorso in truffa, falso in bilancio e evasione fiscale. Nel corso degli accertamenti, secondo quanto si è appreso, è emersa la regolarità delle procedure che portarono alla costituzione del «Comitato» e la effettiva operatività dell'organismo. Sotto inchiesta, in particolare erano finite alcune consulenze (tra tutte una da 4 miliardi di lire, fatturata da Renzo Piano) risultate assolutamente, se non al di sotto del valore economico dei progetti, congrue. Sentiti dal pm Frisani, gli indagati avevano sempre respinto le accuse. Susanna Agnelli, sentita il 27 ottobre scorso, disse che il Comitato si sciolse perché i progetti da loro studiati non erano stati mai attuati. Renzo Piano, comparso davanti al magistrato il 22 novembre, mostrò i progetti riguardanti tre stazioni pilota (Torino, Venezia e Bari) sottolineando come nel corso dell'attività del Comitato «furono realizzati oltre trecento tra progetti, schizzi, relazioni e modelli». [Ansa]

Luoghi citati: Bari, Roma, Torino, Venezia