MA I NODI VENGONO ADESSO di Aldo Rizzo

MA I NODI VENGONO ADESSO MA I NODI VENGONO ADESSO QUELLO che si conclude oggi nel vecchio e glorioso palazzo dell'impero asburgico doveva essere l'ultimo vertice prima dell'Euro (che, come si sa, nasce ufficialmente il 1° gennaio). Per molti versi, è invece il primo vertice del dopo-Euro. Nel senso che la moneta comune, in pratica, è come se fosse già nata con la clamorosa riduzione congiunta dei tassi di sconto, e ora già premono i problemi successivi, che riguardano sia l'economia che la politica. Fatto l'Euro, occorre dare il via a un'economia europea capace di crescere e di creare posti di lavoro, e occorre anche impostare una politica estera e della sicurezza che sia davvero comune. Fuori da queste due condizioni, lo stesso storico risultato della moneta unica rischia alla lunga di appannarsi, se non di vanificarsi. Ebbene, affrontando questo doppio ordine di problemi, il vertice di Vienna dimostra che il dopo-Euro non sarà una strada in discesa, ma un percorso in salita, non meno impegnativo o addirittura impervio di quello che ha portato, in un decennio di sforzi e sacrifici, alla dissoluzione in una di undici (per ora) monete nazionali. Circa l'economia e il suo rilancio, si assiste a un confronto che in parte è tra «rigoristi» e «neo-keynesiani», tra difensori del bilancio e sostenitori della spesa, ma è anche o soprattutto tra nostalgie dirigiste e visioni più moderne e pragmatiche del mercato e del lavoro (questo, Aldo Rizzo CONTINUA A PAG. 8 SECONDA COLONNA

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