«Ferlaino è in affari con clan camorristi» di Fulvio Milone

«Ferlaino è in affari con clan camorristi» Il presidente del Napoli calcio nei guai «Ferlaino è in affari con clan camorristi» //pm: ha pagato tangenti ai boss per spartirsi un appalto miliardario NAPOLI. L'accusa ipotizzata dai magistrati è grave: associazione a delinquere di stampo camorristico. Questo e altri due reati, truffa e frode fiscale, sono contenuti in un invito a comparire recapitato a Corrado Ferlaino. L'inchiesta destinata a provocare un terremoto in città è condotta da Antonio Guerriero, sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia, che ha mosso le stesse accuse al suocero del patron del Calcio Napoli, l'ingegnere Guido Boldoni. Secondo il pubblico ministero, Ferlaino, convocato ieri sera negli uffici della Procura della Repubblica, è sceso a patti con la camorra per la spartizione di un appalto miliardario nel Casertano, e ha versato tangenti da 16 milioni e mezzo al mese tra la fine degli Anni Ottanta e i primi Novanta. Ma lui, l'indagato, si difende respingendo le accuse: e aggiunge di essere rimasto vittima del racket delle estorsioni. L'indagine è di quelle estremamente complesse e delicate. Riguarda il clan dei casalesi, l'organizzazione camorristica più agguerrita della provincia di Caserta. Alla fine degli Anni Ottanta, proprio su quella zona, erano piovuti i finanziamenti pubblici per la realizzazione di importanti infrastrutture. Nel lungo elenco degli appalti c'era anche la bonifica dei Begi Lagni, un intrico di canali fatti scavare dai Borbone per convogliare le acque piovane verso il mare. Il pool Mani Pulite di Napoli ha aperto numerose inchieste sulle irregolarità nell'aggiudicazione di questi lavori. In uno dei tanti processi in corso figura come imputata di frode fiscale la moglie del patron del Napoli, Patrizia Boldoni. Sugli affari illeciti fioriti sulle sponde dei Regi Lagni hanno volu¬ to veder chiaro anche i magistrati della Dda di Napoli, convinti del coinvolgimento di Ferlaino in una trattativa con la camorra. Secondo l'accusa, l'ingegnere, dopo essersi aggiudicato l'appalto attraverso una delle sue imprese, avrebbe preso contatti con la malavita casertana che voleva mserirsi nei lavori con una sua impresa. Il ruolo del mediatore l'avrebbe assunto il rappresentante di un'impresa romana anch'essa titolare dell'appalto, Lorenzo Palpini. Palpini avrebbe incontrato alcuni esponenti di primo piano della camorra della provincia di Caserta fra cui Mario Iovine, ucciso otto anni fa, e l'imprenditore in odore di mafia Mario Madonna. La trattativa, avviata dopo che i cantieri della ditta di Ferlaino erano stati presi di mira con una serie di attentati, avrebbe avuto un esito solo in parte favorevole ai boss. L'ingegnere avrebbe pagato le tangenti, ma avrebbe evitato l'inserimento della ditta designata dal clan: l'alpini, infatti, spiegò che i lavori erano troppo complessi per un'impresa piccola come quella di Madonna e riuscì a convincere gli emissari della mala. Delle trattative con la banda dei casalesi ha parlato a lungo anche il pentito Carmine Schiavone, cugino del padrino di Casal Di Principe Francesco Schiavone, soprannominato Sandokan. Corrado Ferlaino, però, respinge le accuse. Non solo nega di aver mai trattato con i clan, ma parte al contrattacco giurando di essere rimasto vittima di un'estorsione. Aggiunge che gli operai nei cantieri, e lui stesso, subirono una lunga serie di minacce dopo avere ottenuto l'appalto per la bonifica dei Regi Lagni. Fulvio Milone

Luoghi citati: Casal Di Principe, Caserta, Napoli