«Abbiamo avvelenato i panettoni»

«Abbiamo avvelenato i panettoni» Inviati all'Ansa dolci Motta e Alemagna accompagnati da un volantino di minacce «Abbiamo avvelenato i panettoni» Ecoterrorìsti contro la Nestlè ROMA. Panettoni avvelenati incombono sul nostro Natale? Due confezioni, una della Motta, l'altra dell'Alemagna (entrambe del gruppo Nestlè), accompagnate da volantini identici a firma Alf - Animal Liberation Front - sono stati recapitati ieri alle redazioni dell'agenzia Ansa di Firenze e di Bologna. Erano contenuti in pacchi di cartone confezionati in modo analogo e con i timbri postali delle due città. Nei volantini, scritti con un normografo e con alcuni errori di ortografia, si annunciano avvelenamenti, col topicida Racumin, di altre confezioni poste in vendita nei supermercati. E questo perché «la multinazionale Nestlè dovrà cessare l'avvelenamento di massa effettuato con i suoi prodotti figh della manipolazione genetica». In questo periodo i panettoni registrano il massimo delle vendite, le due marche colpite dagli ecoterroristi rappresentano quote molto significative di mercato. Gli attentatori dicono di aver «utilizzato siringhe in vari supermercati», e aggiungono: «Se la prossima volta il disastro non sarà evitabile la colpa sarà solo della Nestlè». Ma secondo l'azienda svizzera non c'è pericolo per i consumatori: si tratta di un atto dimostrativo, fatto per avere un effetto di annuncio, di pubblicità. E questo, sottolineano le fonti aziendali, non significa che ci siano in circolazione prodotti con topicida. L'Alf si era resa responsabile, in maggio a Firenze, di un attentato incendiario contro la Nestlè. La procura di Bologna consiglia comunque ai negozi di alimentari e ai supermercati di controllare prima delle vendita se le confezioni di panettoni presentano piccoli fori come quelli prodotti da una siringa. Il pm Emma Cosentino ha disposto una perizia tossicologica urgente sul panettone sequestrato a Bologna e ieri pomerigio gli agenti della Digos hanno portato il dolce in un laboratorio privato di Ferrara, incaricato di compiere le analisi. I risultati sono attesi entro due giorni. Ieri Coop Italia, il centro nazionale acquisti del sistema Coop, ha invitato i mille punti vendita associati a ritirare «in via cautelativa» i panettoni Motta e Alemagna. «Non voghamo creare allarmismi ha detto il direttore commerciale, Mario Cifiello - ma il nostro interesse prioritario è salvaguardare i consumatori. E' una misura prudenziale, in attesa che la magistratura completi le indagini. Bisogna chiarire se si tratta della minaccia di un mitomane o se vi sono rischi concreti». Anche il gruppo Unicoop Firenze (gestisce 80 supermercati in Toscana) ha deciso di ritirare i panettoni Alemagna e Motta. Il Fronte di Liberazione degli Animali non è nuovo all'ecoterrorismo natalizio. Il 25 dicembre '92 colorò con tempera rossa l'acqua santa del Duomo di Alessandria per protestare contro il consumo di carne animale nel pranzo di Natale. La passione per i colori (come nel '92 il latte blu di Milano e quello rosso di Roma) viene da lontano. I seguaci italiani dell'Alf hanno importato l'ecobattaglia dall'Inghilterra dove il movimento è nato nel '76 per opera di Robin Lane, rovinando diverse feste natalizie ai londinesi. I sabotaggi prenataliI zi messi in atto da ecologisti incap- pucciati di nero hanno causato danni per miliardi. In Italia l'Alf comparve nell'88 a Padova, quando alcuni attivisti danneggiarono pellicce indossate da signore. Gli avvelenamenti o le minacce di avvelenamento di cibi o bevande hanno più volte creato allarme negli ultimi anni, sia in Europa che nel resto del mondo. Il caso più eclatante risale al '78 quando arance e pompelmi provenienti da Israele e distribuiti in Olanda, Svezia, Belgio, Germania e Francia furono avvelenati con mercurio. Nessuno rivendicò l'azione ma l'episodio causò il crollo delle esportazioni di agrumi israeliani. Nell'82 in Inghilterra il Fronte di Liberazione degli Animali annunciò di aver avvelenato barre di cioccolata della Mars, per protestare contro esperimenti su animali finanziati dalla Casa dolciaria. Le barre furono sequestrate e non fu trovata traccia di veleno. Il veleno, invece, fu usato davvero e causò diversi morti in Giappone in una serie di estorsioni fatte tra l'84 e l'88 da una banda. Furono avvelenati dolci di diverse marche e bevande, per ottenere dalle Case ingenti somme. Nell'82, negli Usa, la manomissione di dolci della festa di Halloween, con pezzi di vetro e lamette inseriti nei leccalecca e nelle cioccolate, fece finire all'ospedale molti bambini. L'episodio si ripetè negli anni successivi. E nel '97 scattò l'allarme ancora per la Nestlè, in Germania: marmellata al cianuro. [p. poi.] **** - ** Hit. > ■ - ~ Ì3. '» » Hit. > ■ - 4Wet „ IL*** ***** <e'*>* f*> O**»^*». ***** Ma l'azienda spegne l'allarme: non c'è alcun pericolo Cercano soltanto un po' di pubblicità Accanto: il volantino dell'Animai liberation front