Schroeder, toni da ultimatum all'Ue

Schroeder, toni da ultimatum all'Ue Bonn annuncia battaglia sui contributi al bilancio nella sua prossima presidenza Schroeder, toni da ultimatum all'Ue «Non compreremo più il consenso dei nostri partner» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Alla vigilia del vertice di Vienna, e a meno di tre settimane dall'avvio del semestre tedesco di presidenza, Gerhard Schroeder avverte i partner europei, e il suo sembra uri ultimatum in vista dell'aspro negoziato sulle riforme comunitarie che aspetta i Quindici: «La Germania non è più disposta a essere il maggior contribuente al bilancio dell'Unione;), ha detto ieri il Cancelliere davanti al Bundestag, ricorrendo alla formula della «dichiarazione di governo» per dare particolare enfasi politica, psicologica e mediatica al suo messaggio. La situazione è insostenibile, ha insistito Schroeder, soprattutto perché Paesi in condizioni economiche e finanziarie floride come il Lussemburgo e la Danimarca hanno un saldo attivo: nel senso che pagano meno di quanto ricevono sotto forma di contributi. La Germania, al contrario, versa nelle casse De il 60% dell'intero bilancio comunitario, 22 miliardi di marchi l'anno: «Un onere non più sostenibile». D'ora innanzi, dunque, Bonn farà di tutto per tutelare i propri interessi nei confronti degli altri membri dell'Unione europea. D'ora innanzi, il governo tedesco non seguirà più la politica del «compromesso ad ogni costo» «costruito sul libretto degli assegni»: «Non possiamo e non vogliamo continuare a fare una politica europea che sembri volta a comprare il consenso dei nostri partner», ha riassunto il Cancelliere. Con un riferimento implicito al suo pre- decessore che conferma la fine dell'era Kohl anche in Europa, ma che non tiene conto fino in fondo della svolta compiuta dall'ex Cancelliere nell'ultima fase del suo mandato: quando, completata la preparazione all'Euro, Bonn ha cominciato a sollevare con forza il problema della riduzione della quota tedesca nel bilancio dell'Unione. Accanto alla realizzazione di un «Patto europeo per il lavoro» che sviluppi una linea di condotta comune contro la disoccupazione, sarà proprio la battaglia per la re- visione delle ripartizioni finanziarie a segnare un semestre di Presidenza del quale in questo fine settimana si avrà un anticipo, nel vertice europeo al quale Schroeder parteciperà per la prima volta nella pienezza delle sue funzioni. La «dichiarazione» del Cancelliere lascia anzi intendere che senza «uno sconto», senza «uno sgravio» in favore del contribuente Germania - qualcosa di simile a quello ottenuto nel 1984 da Margareth Thatcher - il completamento della riforma finanziaria e agraria nota come «Agenda 2000» non potrà fare progressi sostanziali. Che Schroeder riesca a ottenere uno «sconto» alle stesse condizioni della signora Thatcher, sono in pochi a crederlo a Bonn. La strada, in ogni caso, sarà lunga. Ma l'obiettivo politico principale del suo messaggio di ieri è un altro: mobilitare i tedeschi intorno a un tema sensibile e capace di aggregare consenso, la tutela degli interessi nazionali anche in ambito europeo. Per cancellare l'idea di un'Europa della quale la Germania è sì il motore, ma non «a qualsiasi prezzo». Per affermare un'idea di Europa nella quale la Germania riesce a riequihbrare il «costo di essere europeo». E per porre i contribuenti tedeschi di fronte al «rischio Europa», nel caso le costose promesse elettorali non riescano a venire soddisfatte. Il secondo elemento di polemica nei confronti dell'«Europa alla Helmut Kohl» è legato al primo: l'allargamento dell'Unione non potrà infatti essere compiuto senza la realizzazione delle riforme, e di un nuovo consenso sulla ripartizione dei finanziamenti, dunque. Ma proprio la complessità dei problemi economici e istituzionali, insiste Schroeder, non consente di fissare fin d'ora un calendario: «E' stato un grave errore promettere alla Polonia e ad altri Paesi dell'Est europeo che l'adesione sarebbe avvenuta entro il 2000». Una «falsa speranza» che non sarà mantenuta, ma che neppure Kohl avrebbe potuto mantenere. Emanuele Novazio li cancelliere tedesco Schroeder Un programma di rottura per la Presidenza tedesca dell'Ue