Il generale Pinochet sfido Suo Maestà

Il generale Pinochet sfido Suo Maestà Altri 5 «signori della legge» riesamineranno il ricorso. Oggi, in tribunale, si presenterà in alta uniforme Il generale Pinochet sfido Suo Maestà Impugna la sentenza dei Lord, non era mai accaduto LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Pinochet si dibatte, giocando ogni carta e inventandone di nuove. Il suo asso, alla vigilia dell'udienza preliminare che per pochi minuti lo vedrà comparire oggi pomeriggio «in alta uniforme», ha annunciato sul banco degli imputati nel tribunale-bunker di Belmarsh già usato per i terroristi dell'Ira, è un inatteso e poco ortodosso ricorso contro la sentenza dei Lord che due settimane fa gli avevano negato l'immunità. Inatteso, perché la decisione del ministro degli Interni Jack Straw di autorizzare la procedura di estradizione, annunciata mercoledì pomeriggio, pareva aver chiuso i passati capitoli della telenovela cilena; poco ortodosso perché mai prima d'oggi, nella storia della giustizia britannica, una sentenza dei Lord - massima istanza giudiziaria del Paese - era stata impugnata. E difatti il vero problema per quel tribunale supremo, ieri sera, era immaginare i meccanismi del ricorso. «La decisione dei Lord che nega l'immunità sovrana al senatore Pinochet - ha detto ieri Michael Caplan, uno degli avvocati del generale - non deve avere validità». Nulla si dice sui contenuti della nuova azione, ma il motivo del ricorso è un segreto di Pulcinella: il sospetto che i rapporti con Amnesty International di uno dei giudici e di sua moglie, possa avere influito sul voto contrario a Pinochet espresso da Lord Hoffmann. Così, nella giornata in cui il giudice spagnolo Baltasar Garzón incriminava formalmente l'ex dittatore cileno di genocidio, terrorismo e tortura, chiedendo nei suoi confronti un blocco internazionale dei beni e garanzie detentive a Londra, si riapriva un fronte decisivo in cui Pinochet non ha nulla da perdere. Le prime indicazioni sono che cinque giudici scelti fra i dodici Law Lords, i «signori della legge», esamineranno il ricorso già la settimana prossima. Non saranno gli stessi cinque che hanno emesso la sentenza contraria al generale. Se determineranno la liceità dell'azione e riapriranno il caso, quindi, forniranno nuove voci. Una situazione, appunto, da cui Pinochet può solo trarre beneficio, se i cinque gli riconosceranno l'immunità oggi negata. Ieri gli avvocati hanno anche anche precisato che presenteranno in tribunale un secondo ricorso, contro la decisione del ministro Straw. Un dedalo giudiziario. A Santiago continuano le manifestazioni prò e contro il generale, che entro oggi - come annuncia il quotidiano filogovernativo cileno «La Nación» - renderà pubblico il suo «testamento politico» in cui, viene anticipato, si lancerà in una difesa «ferrea e globale» dell'eredità lasciata dal suo regime, nell'intento di profilarsi «come una figura storica, paragonabile ai padri della patria, disposto al sacrificio pur di non vedere ferita la sovranità nazionale». Ma altri documenti emergono già a Parigi, pubblicati da «Le Monde»; e sono quelli che testimoniano il coinvolgimento Usa nel suo golpe del 1973. «Il presidente Nixon - si legge in una nota della Cia - ha deciso che un regime Allende in Cile non è accettabile per gli Stati Uniti». Dollari a gogò, collaborazione strategica, attività della Cia e dell'ambasciatore Usa: «In fondo la cosa sorprendente - commenta il giornale - non è la caduta di Allende nel 1973, ma che questi abbia potuto reggere per tre anni contro venti e maree». Pro e contro Pinochet si sono schierati ieri a Londra le vittime di Allende e gli esuli della sua dittatura; e saranno loro - mentre da Rio de Janeiro il presidente uruguayano Julio Maria-Sanguinetti paragonava con disinvoltura il fermo del generale a quello di Ocalan - a cingere oggi d'assedio il carcere e il tribunale di Belmarsh: dove per la prima volta la giustizia inglese trascinerà sul banco degli imputati un ex capo di Stato. [f. gal.l Atteso per oggi a Santiago il suo «testamento politico» Su Le Monde un documento Cia: «Il presidente Nixon ritiene inaccettabile un regime Allende» Cileni in Plaza del Sol a Madrid sfilano con cartelli che dicono: «Pinochet davanti al giudice» Sotto, il Generalissimo Francisco Franco