Prima pietra dell'impeachment

Prima pietra dell'impeachment Vota la Commissione Giustizia, giovedì tocca alla Camera. In tv il video della deposizione su Paula Jones Prima pietra dell'impeachment Mentre Clinton parte per il Medio Oriente WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «E' mio compito doloroso accusare il Presidente degli Stati Uniti di abuso di potere, intralcio alla giustizia e ripetute, false testimonianze». Con queste solenni parole David Schippers, il procuratore nominato dalla maggioranza repubblicana, ha concluso la requisitoria finale contro Bill Clinton. Quattro mozioni di impeachment sono state formalmente introdotte in Commissione Giustizia - due per spergiuro, una per intralcio alla giustizia e una per abuso di potere. Saranno discusse oggi dalla Commissione. Il voto comincerà stasera tardi e proseguirà domani. E l'esito è scontato perché i repubblicani, che hanno la maggioranza, voteranno compatti a favore. In mattinala, l'avvocato della minoranza democratica, Abbe Lowell, aveva cercato di smontare le accuse contro il Presidente. Ma la risolutezza dei repubblicani è stata rafforzata nel pomeriggio dal preciso, puntiglioso intervento di Schippers. Il quale ha anche detto di aver trovato «altre, numerose prove» di reato, ma di non poterle tirare fuori in questo momento «perché comprometterebbero le indagini». Sia Schippers che Lowell hanno trasmesso spezzoni - scelti a misura delle lesi rispettive - di un video di Clinton mai visto prima: il filmato della sua deposizione giurata del 17 gennaio scorso, quando il nome di Monica Lewinsky saltò fuori a sorpresa nel caso Paula Jones. In quelle immagini i membri della Commissione hanno potuto vedere il Presidente imboccare - alla sua maniera evasiva, fuorviante, furbesca («Non ho mai avuto una relazione sessuale con Monica Lewinsky, non ho mai avuto una storia con lei» - la strada che lo ha portato dove si trova oggi, a un passo dall'im¬ peachment. Giovedì prossimo le mozioni di impeachment approvate dalla Commissione Giustizia saranno votate dalla Camera intera. E le prospettive per il Presidente non sono incoraggianti. Dopo gli interventi di ieri, le posizioni si sono nuovamente congelate. Il rivolo di deputati repubblicani che sembrava poter confluire nel campo dei democratici si è interrotto. E al Presidente mancano ancora una decina di voti per farcela. Ieri mattina c'era stata una breve schiarita: il presidente della Commissione Giustizia Henry Hyde aveva accettato di mettere al voto una mozione alternativa, presentata dai democratici, a favore di una censura del Presidente. Sembrava un segnale di apertura, ma non era così. Quella mozione sarà messa al voto oggi in Commissione, ma sarà sconfitta, e lì, molto probabilmente morirà La speranza dei democratici - ma anche di molti repubblicani moderati che vorrebbero non essere costretti a votare l'impeachment era che quella mozione potesse in qualche modo «camminare», guadagnare consensi ed essere portata in aula giovedì prossimo. Ma nel corso della giornata la leadership repubblicana ha smorzato ogni speranza: Tom De Lay, il capogruppo dei repubblicani alla Camera, ha insistito che si voterà soltanto per l'impeachment. Allarmata per la piega che va prendendo la situazione, la Casa Bianca ha scatenato un'offensiva per convincere un pugno di deputati repubblicani tentennanti: un paio di loro sono anche stati invitati a partire con il Presidente per Gerusalemme sabato sull'Air Force One. Ma il tempo a disposizione è scarso e la strada è in salita. Andrea di Robilant Manifesti delia ultradestra israeliana contro Clinton atteso sabato sera nello Stato ebraico

Luoghi citati: Gerusalemme, Medio Oriente, Stati Uniti, Washington